RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO DEL 20 /1/2011 SULLA SITUAZIONE DEI CRISTIANI NEL CONTESTO DELLA LIBERTÀ RELIGIOSA – Rapporto ACS sulla Libertà Religiosa 2010 – (Cartina PDF a fondo pagina)

Il Parlamento europeo ,
– viste le sue precedenti risoluzioni, in particolare quelle del 15 novembre 2007 su gravi episodi che mettono a repentaglio l’esistenza delle comunità cristiane e di altre comunità religiose, del 21 gennaio 2010 sui recenti attacchi contro comunità cristiane, del 6 maggio 2010 sugli eccidi a Jos, Nigeria, del 20 maggio 2010 sulla libertà religiosa in Pakistan e del 25 novembre 2010 sull’Iraq, la pena di morte (in particolare il caso di Tariq Aziz) e gli attacchi nei confronti delle comunità cristiane,
– viste le sue relazioni annuali sulla situazione dei diritti dell’uomo nel mondo e, in particolare, la sua risoluzione del 16 dicembre 2010 sulla relazione annuale 2009 sui diritti umani nel mondo,
– visto l’articolo 18 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948,
– visto l’articolo 18 del Patto internazionale sui diritti civili e politici del 1966,
– vista la dichiarazione delle Nazioni Unite sull’eliminazione di tutte le forme di intolleranza e di discriminazione fondate sulla religione o il credo del 1981,
– viste le relazioni del relatore speciale delle Nazioni Unite sulla libertà di religione o di credo, in particolare quelle del 29 dicembre 2009, del 16 febbraio 2010 e del 29 luglio 2010,
– visto l’articolo 9 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo del 1950,
– visto l’articolo 10 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea,
– visto l’articolo 3, paragrafo 5, del trattato sull’Unione europea (TUE),
– visto l’articolo 17 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE),
– vista la dichiarazione del portavoce di Catherine Ashton, alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza/vicepresidente della Commissione, in seguito all’attentato contro i fedeli presenti in una chiesa copta di Alessandria d’Egitto il 1° gennaio 2011,
– vista la dichiarazione di Jerzy Buzek, Presidente del Parlamento europeo, sull’esplosione mortale occorsa il 1° gennaio 2011 in una chiesa egiziana,
– visto l’articolo 110, paragrafo 4, del suo regolamento,
A. considerando che l’Unione europea ha ripetutamente espresso il suo impegno a favore della libertà di religione, della libertà di coscienza e della libertà di pensiero e ha sottolineato che i governi hanno il dovere di garantire tali libertà in tutto il mondo; che lo sviluppo dei diritti dell’uomo, della democrazia e delle libertà civili è la base comune su cui l’Unione europea fonda le sue relazioni con i paesi terzi ed è stato contemplato dalla clausola democratica figurante negli accordi conclusi tra l’UE e detti paesi,
B. considerando che, secondo l’articolo 18 del Patto internazionale sui diritti civili e politici, ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; che tale diritto include la libertà di avere o di adottare una religione o convinzione di propria scelta, così come la libertà di manifestare la propria religione o convinzione, individualmente o collettivamente, in pubblico o in privato, mediante il culto, l’insegnamento, le pratiche e l’osservanza dei riti,
C. considerando che la libertà di pensiero, di coscienza e di religione vale per i credenti ma anche per gli atei, gli agnostici e le persone senza credo,
D. considerando che nel 2010 il numero di attentati contro le comunità cristiane nel mondo è aumentato, così come il numero di processi e di sentenze di condanna a morte per blasfemia, che spesso interessano le donne; che dalle statistiche sulla libertà religiosa negli ultimi anni risulta che la maggior parte degli atti di violenza religiosa sono perpetrati contro cristiani, come indicato nel rapporto sulla libertà religiosa nel mondo 2009 elaborato dall’organizzazione «Aiuto alla Chiesa che soffre»; che in alcuni casi la situazione delle comunità cristiane è tale da compromettere la loro sopravvivenza e che, qualora esse scomparissero, una parte significativa del patrimonio religioso dei paesi in questione andrebbe perduta,
E. considerando che in Nigeria, l«11 gennaio 2011, ancora una volta vittime innocenti sono cadute in atroci attacchi volti a colpire la comunità cristiana; che il 24 dicembre 2010 sono stati perpetrati attacchi contro alcune chiese a Maiduguri e il 25 dicembre sono stati sferrati attacchi dinamitardi nella città nigeriana di Jos, con un bilancio di 38 civili uccisi e di diverse dozzine di feriti; che il 21 dicembre 2010 uomini armati di spade e machete hanno assalito un gruppo di abitanti cristiani di un villaggio locale uccidendone tre e ferendone due a Turu, in Nigeria; che il 3 dicembre 2010 sette cristiani, tra cui donne e bambini, sono stati trovati morti, mentre altri quattro sono rimasti feriti in un attentato nella città di Jos, in Nigeria,
F. considerando che l’assassinio di Salmaan Taseer, governatore del Punjab, il 4 gennaio 2011, e il caso di Asia Noreen in Pakistan hanno dato adito a proteste da parte della comunità internazionale,
G. considerando che il 1° gennaio 2011 l’attentato terroristico contro cristiani copti perpetrato ad Alessandria ha provocato la morte e il ferimento di civili innocenti,
H. considerando che il 25 dicembre 2010 un sacerdote e una bambina di 9 anni figurano nel bilancio degli 11 feriti causato da una bomba fatta esplodere all’interno di una cappella il giorno di Natale a Sulu, nelle Filippine,
I.considerando che il 25 dicembre 2010 la celebrazione della messa di Natale nei villaggi di Rizokarpaso e Ayia Triada (Cipro settentrionale) è stata interrotta con la forza,
J. considerando che il 30 dicembre 2010 attacchi terroristici di matrice jihadista contro famiglie di cristiani assiri hanno fatto almeno due morti e 14 feriti in una serie di attentati dinamitardi coordinati contro le abitazioni di cristiani a Baghdad, in Iraq; che il 27 dicembre 2010 una bomba esplosa sulla strada ha ucciso una cristiana assira e ferito suo marito a Dujail, in Iraq; che il 22 novembre 2010 due cristiani iracheni sono stati uccisi a Mosul; che il 10 novembre 2010 a Baghdad una serie di attentati aventi per oggetto zone cristiane hanno causato la morte di civili innocenti; che nel massacro compiuto il 1° novembre 2010 nella chiesa siro-cattolica di Nostra Signora della Salvezza a Bagdad sono morte 52 persone, fra cui donne e bambini,
K. considerando che il governo iraniano ha intensificato la sua campagna contro i cristiani nella Repubblica islamica arrestando 100 persone il mese scorso e costringendo molti a fuggire dal paese o ad andare incontro a un processo penale e a una possibile sentenza di condanna a morte,
L. considerando che anche in Vietnam le attività della chiesa cattolica e di altre comunità religiose sono state gravemente represse, come dimostra la grave situazione in cui versano le comunità dei «montagnard» vietnamiti; che, tuttavia, il cambiamento di opinione del regime vietnamita in merito al caso di padre Nguyen Van Ly, che ha portato alla sua liberazione, può essere valutato positivamente,
M. considerando che gli attacchi da parte di estremisti islamici violenti sono altresì attacchi all’attuale regime degli Stati in questione, volti a creare disordini e a scatenare la guerra civile tra i diversi gruppi religiosi,
N. considerando che l’Europa, come altre parti del mondo, non è immune da casi di violazione della libertà di religione, attacchi a membri delle minoranze religiose sulla base delle loro convinzioni, e da discriminazioni per motivi religiosi,
O. considerando che il dialogo intercomunitario è essenziale per promuovere la pace e la comprensione reciproca tra i popoli,
1. condanna i recenti attacchi contro le comunità cristiane in diversi paesi ed esprime la sua solidarietà alle famiglie delle vittime; si dichiara vivamente preoccupato per il moltiplicarsi di episodi di intolleranza e repressione e per gli atti di violenza ai danni di comunità cristiane, in particolare nei paesi dell’Africa, dell’Asia e del Medio Oriente;
2. valuta positivamente gli sforzi esplicati dalle autorità dei paesi interessati per individuare gli autori e i responsabili degli attacchi contro le minoranze cristiane; esorta vivamente i governi a garantire che gli autori di tali reati e tutti i responsabili degli attentati e di altri atti di violenza contro cristiani o altre minoranze religiose o di altro tipo siano tradotti dinanzi alla giustizia e sottoposti a un giusto processo;
3. condanna fermamente ogni atto di violenza contro cristiani e altre comunità religiose, come pure tutti i tipi di discriminazione e intolleranza basati sulla religione e la fede contro chi pratica una religione, gli apostati e i non credenti; sottolinea ancora una volta che il diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione è un diritto umano fondamentale;
4. è preoccupato per l’esodo dei cristiani da diversi paesi, in particolare del Medio Oriente, registrato negli ultimi anni;
5. esprime la propria preoccupazione per il fatto che la legge pakistana sulla blasfemia, cui il defunto governatore Salman Taseer si era pubblicamente opposto, sia ancora utilizzata per perseguitare comunità religiose fra cui i cristiani, e segnatamente Asia Noreen, una madre di cinque figli condannata a morte, e che l’assassino del governatore Salman Taseer sia considerato un eroe da vaste fasce della società pakistana;
6. si compiace della reazione dell’opinione pubblica egiziana, che ha condannato con vigore l’atto terroristico e ha rapidamente compreso che l’attentato mirava a compromettere i vincoli tradizionali saldamente radicati tra cristiani e musulmani in Egitto; accoglie positivamente le dimostrazioni congiunte di cristiani copti e musulmani in Egitto, organizzate per protestare contro l’attentato; plaude altresì alla pubblica condanna dell’attentato da parte del presidente egiziano Hosny Mubarak, del Gran sceicco di Al-Azhar e del Gran Muftì d’Egitto;
7. condanna l’interruzione con la forza, da parte delle autorità turche, della messa celebrata il giorno di Natale per i 300 cristiani residenti nella parte settentrionale di Cipro;
8. esprime grave preoccupazione per l’abuso della religione da parte dei responsabili di atti terroristici in numerose regioni del mondo; denuncia la strumentalizzazione della religione in diversi conflitti politici;
9. sollecita le autorità degli Stati che registrano un numero allarmante di attacchi contro comunità religiose ad assumersi le loro responsabilità garantendo a tutte le confessioni religiose lo svolgimento normale e pubblico delle loro pratiche, ad adoperarsi maggiormente per assicurare una protezione affidabile ed efficace alle comunità religiose presenti nei loro paesi e a garantire la sicurezza personale e l’incolumità fisica dei membri delle comunità religiose presenti nel paese, rispettando in tal modo gli impegni che esse stesse hanno già contratto sulla scena internazionale;
10. sottolinea ancora una volta che il rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà civili, comprese la libertà di religione o di credo, sono principi e obiettivi fondamentali dell’Unione europea e costituiscono una base comune nelle sue relazioni con i paesi terzi;
11. invita il Consiglio, la Commissione e l’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza/vicepresidente della Commissione europea a prestare maggiore attenzione al tema della libertà di religione o di credo e alla situazione delle comunità religiose, inclusi i cristiani, negli accordi e nella cooperazione con i paesi terzi nonché nelle relazioni sui diritti dell’uomo;
12. invita il prossimo Consiglio affari esteri del 31 gennaio 2011 a discutere la questione della persecuzione dei cristiani e del rispetto della libertà di religione o di credo, discussione che dovrebbe portare a risultati concreti soprattutto per quanto riguarda gli strumenti che si possono utilizzare per offrire sicurezza e protezione alle comunità cristiane religiose minacciate in qualunque parte del mondo;
13. invita l’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza/vicepresidente della Commissione a sviluppare con urgenza una strategia dell’UE sull’esercizio del diritto umano alla libertà di religione, che preveda un elenco di misure contro gli Stati che intenzionalmente non tutelano le confessioni religiose;
14. chiede all’alto rappresentante dell’Unione, alla luce dei recenti eventi e della necessità crescente di analizzare e comprendere l’evoluzione delle questioni culturali e religiose nelle relazioni internazionali e nelle società contemporanee, di predisporre in seno alla Direzione diritti umani del Servizio europeo per l’azione esterna una capacità permanente per seguire la situazione delle restrizioni governative e sociali alla libertà religiosa e ai diritti ad essa correlati e di riferire annualmente in merito al Parlamento;
15. invita il Consiglio, la Commissione, l’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza/vicepresidente della Commissione e il Parlamento a inserire un capitolo sulla libertà religiosa nella loro relazione annuale sui diritti dell’uomo;
16. esorta vivamente le istituzioni dell’UE a tener fede all’obbligo di cui all’articolo 17 TFUE di mantenere un dialogo aperto, trasparente e regolare con le chiese e le organizzazioni religiose, filosofiche e laiche, in modo da garantire che la persecuzione dei cristiani e di altre comunità religiose sia una questione prioritaria oggetto di una discussione sistematica;
17. invita i leader di tutte le comunità religiose in Europa a condannare gli attacchi ai danni delle comunità cristiane e di altri gruppi religiosi sulla base del pari rispetto per ciascuna confessione;
18. ribadisce il proprio sostegno a tutte le iniziative volte a promuovere il dialogo e il rispetto reciproco tra comunità religiose e di altro tipo; invita tutte le autorità religiose a promuovere la tolleranza e ad assumere iniziative contro l’odio nonché la radicalizzazione violenta e di stampo estremistico;
19. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, all’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza/vicepresidente della Commissione europea, ai parlamenti e ai governi degli Stati membri, al parlamento e al governo dell’Egitto, al parlamento e al governo dell’Iran, al parlamento e al governo dell’Iraq, al parlamento e al governo della Nigeria, al parlamento e al governo del Pakistan, al parlamento e al governo delle Filippine, al parlamento e al governo del Vietnam e all’Organizzazione della Conferenza islamica.
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