Liturgia e pietà popolare: la benedizione dell’acqua e del sale

L’acqua è sorgente di vita. Senza di essa la terra non sarebbe che un deserto; l’uomo, le piante e gli animali non potrebbero vivere. Nell’esistenza quotidiana, l’acqua ha molti usi: è lavacro, bevanda, refrigerio. L’acqua è giustamente motivo di supplica e di benedizione. Il sale, nel linguaggio biblico è condimento indispensabile delle vivande (cfr. Gb 6,6), è farmaco che preserva dalla corruzione e risana le acque (2 Re 2,19-22), simbolo di sapienza, segno di ospitalità (cfr Es 4,14), elemento cultuale per la preparazione delle offerte sacre (cfr Lv 2,13; Esd 6,9, 7,28; Ez 43,24). Gesù esorta i suoi discepoli a diventare sale della terra, vigilando perché il sale non diventi insipido e quindi inservibile (Mt 5,13; Lc 14,34). L’apostolo Paolo ci invita a condire il nostro parlare di sapienza, per sapere come rispondere a ciascuno (Col 4,6).

Nel libro del Benedizionale si prevede il rito di benedizione dell’acqua ed il sale in quanto alimenti. Può essere celebrato in occasione di quelle le feste popolari o religiose che legano il ricordo di un evento o di un santo a quel cibo. Vi sono poi altri usi particolari, in occasione di alcune solennità o circostanze: la benedizione di un fiume nella festa del battesimo del Signore, per il mare nelle feste patronali delle città e dei paesi rivieraschi o in altre occasioni. In quest’ultimo caso, il rito previsto è quello della Benedizione al mare, a un lago, a un fiume, a una sorgente, a una fontana (cap. LV).

Il Messale prevede nell’appendice il rito dell’aspersione domenicale dell’acqua benedetta. Questo rito è di solito consigliato nelle domeniche del tempo pasquale e sostituisce l’atto penitenziale all’inizio della Messa. Vi è anche la possibilità di benedire l’acqua lustrale fuori della Messa. Questo rito può essere usato solo dal sacerdote e dal diacono. Ci invita a far memoria di Cristo, acqua viva, e del sacramento della nostra rinascita dall’acqua e dallo Spirito Santo. Ogni volta che un battezzato ne è asperso o con essa traccia il segno della croce all’entrata della Chiesa o delle case, rende grazie a Dio per il dono del battesimo e implora ancora una volta il suo aiuto per rinunciare al peccato e aderire a Dio, unica fonte che disseta la nostra vita.

Questo rito può essere utilizzato anche in tutti quei momenti di preghiera in cui si vuole rivivere il ricordo del battesimo: in occasione di una veglia vocazionale, nell’anniversario del proprio battesimo, ecc. Una preziosa occasione da non dimenticare è la benedizione dell’acqua lustrale, da collocare nelle acquasantiere all’ingresso delle chiese o cappelle: capita sempre più spesso di vederle dimenticate o mal curate (sporche o sostituite da vaschette di plastica, certamente più pratiche ma davvero indegne!). L’abituale aggiunta o sostituzione dell’acqua nelle acquasantiere potrebbe essere maggiormente valorizzata includendo nel rito della Messa domenicale o al temine di essa il rito previsto nel benedizionale. In questo caso si potrebbe sostituire l’atto penitenziale con la benedizione dell’acqua prevista nel Messale e dopo l’aspersione dell’assemblea, ci si reca in processione nel fondo della chiesa e si versa l’acqua nelle acquasantiere (con un brocca dignitosa e possibilmente bella!).

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