XIII. Esequie: l’équipe pastorale – 1

Nella Chiesa, ci si accorge sempre di più che non è possibile domandare sempre e tutto al solo presbitero. Vi sono, in particolare, alcuni settori pastorali che risentono in modo significativo della diminuzione del clero, tra questi certamente possiamo segnalare: la pastorale dei funerali.
 
In realtà, da alcuni anni, la sensibilità attorno a questo ambito è particolarmente cresciuta, anche a motivo dei profondi mutamenti sociali. Quello che nel passato costituiva un evento comunitario, ora coinvolge solo i diretti interessati: la famiglia, colpita dal lutto, si ritrova oggi più sola di quella di ieri e di conseguenza, cresce il bisogno di un accompagnamento, di una presenza significativa, di parole e gesti che aiutano a separarsi dal proprio caro defunto, illuminati e consolati dalla luce della fede.
La gestione del lutto, infine, viene ormai quasi interamente gestita dalle agenzie di pompe funebri, per cui, sempre più spesso, il contatto con la parrocchia avviene attraverso la mediazione di una segreteria incaricata dalla famiglia. È necessario che la comunità cristiana si lasci interpellare da queste istanze e riscopra un ministero antico e quanto mai attuale: il ministero della consolazione.
 
Da alcuni anni, in alcune diocesi francesi (Toulouse, Nanterre, Le Mans, Havre, Saint-Didé, ecc.) sono nati gruppi parrocchiali e/o equipe diocesane per affiancare e a volte sostituire, il presbitero in questo ambito pastorale così delicato. Spesso, ricevono un particolare incarico direttamente dal Vescovo e vengono debitamente preparati per accogliere i famigliari al momento del lutto, animare la veglia funebre in casa o in parrocchia, animare il rito delle esequie e avviare cammini di accompagnamento nel tempo del lutto.
Così scrive il Vescovo di Le Mans, mons. Gilson: «Anche se mancano sacerdoti, come accade in numerose parrocchie rurali, voglio che i cattolici abbiano una celebrazione nella loro chiesa, e che le loro famiglie beneficino di un decoroso accompagnamento, espressione del ministero della compassione della Chiesa. Agli inizi abbiamo detto: «Incarichiamo i fedeli laici, poiché i sacerdoti non hanno più abbastanza tempo». Oggi diciamo: «È tutta la comunità credente ad avere la responsabilità di accompagnare una famiglia. Per assicurare quest’incarico, vengano preparati dei gruppi appositi».
 
L’incarico della cura pastorale dei familiari in lutto è un vero e proprio esercizio ministeriale che richiede una buona disponibilità di tempo per l’ascolto, una seria formazione teologica e una certa capacità umana. Non la si può certamente improvvisare o lasciare in mano a persone dotate solo di buona volontà, ma con scarse basi teologiche e capacità pedagogiche. Per questo, la conferenza episcopale francese, ha pubblicato dei veri e propri orientamenti diocesani che ne strutturano il percorso formativo e disciplinano ruoli e mansioni.
Nei prossimi articoli cercheremo di presentare in modo più dettagliato, i ruoli e l’itinerario delle equipe di pastorale dei funerali, per avviare una riflessione attorno ad un tema così delicato e significativo della vita cristiana.
 
Per ulteriori approfondimenti, consigliamo ai lettori di consultare sul sito diocesano l’apposito spazio Vivere la morte, celebrare la vita: www.www.diocesi.torino.it/argomenti/celebrare-vita-indice.htm.
 
 
 
Morena Baldacci
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