Computer e ascolto: gli aiuti in rete

Una rete della carità nell’Unità pastorale 60. Sono in aumento le famiglie colpite dalla perdita del lavoro e cadute dunque nella crisi, le richieste d’aiuto alle parrocchie si moltiplicano ed è sempre più difficile riuscire a farvi fronte. Ed ecco che allora i gruppi Caritas dell’Up 60 hanno pensato di unire le forze e le risorse. Così lo scorso febbraio presso la parrocchia di Casalborgone si è costituito un centro di raccolta dati, anche informatico, dove possono pervenire le richieste d’aiuto e di intervento da parte dei diversi gruppi Caritas delle 15 parrocchie dell’Up o dalle famiglie o singoli che vengono a trovarsi in situazioni di difficoltà. Il centro, coordinato dal diacono Roberto Gassino, si occupa di condividere i dati secondo le necessità e le disponibilità creando una rete di prossimità e di aiuto su un territorio molto ampio.
 
Nell’Up 60 già dal 2008 è presente un gruppo Caritas interparrocchiale che riunisce le Caritas parrocchiali delle comunità di quattro comuni (Aramengo, Casalborgone, Lauriano e San Sebastiano da Po); nacque subito dopo i primi segni della crisi economica per dare risposte adeguate alle concrete necessità delle comunità locali. I referenti dei gruppi Caritas delle diverse parrocchie insieme ai parroci, ai diaconi e ai volontari coordinano l’attività caritativa aprendosi alla collaborazione con le realtà ecclesiali, gli organismi sociali e le istituzioni civili del territorio. «Il Gruppo Caritas interparrocchiale – sottolinea il diacono Gassino, coordinatore del progetto – ha l’obiettivo di promuovere la testimonianza della carità nel nostro territorio in forme consone ai tempi che cambiano e alle necessità delle famiglie in difficoltà, che non sono esclusivamente materiali, nel rispetto della dignità della persona con particolare attenzione agli ultimi e alle periferie esistenziali a cui Papa Francesco ci invita a rivolgerci come comunità».
 
«Nell’Up 60 – osserva il diacono – le diverse comunità sono isolate tra di loro ed è dunque necessario costruire una rete». «La solitudine – sottolinea – è il male peggiore per le famiglie e i singoli colpiti dalla crisi, nei nostri paesi c’è una dignità molto forte e dunque a volte si stenta a chiedere aiuto. Come gruppo Caritas interparrocchiale e di Up cerchiamo, dunque, con delicatezza di monitorare queste situazioni per portare l’aiuto e la vicinanza della comunità».
I sostegni offerti riguardano la distribuzione di indumenti e alimentari, l’acquisto di medicinali, il pagamento direttamente da parte dei gruppi Caritas di bollette, affitti, spese scolastiche per i figli, legna o combustibili per il riscaldamento, assicurazione dell’automobile e benzina per poter andare a lavorare o a cercare lavoro.
 
«Cerchiamo di essere prima di tutto ‘carità’ nell’atteggiamento, nell’accoglienza, nell’ascolto» – evidenzia Gassino. «Nella nostra attività – conclude – riscontriamo un aspetto sorprendente: le persone che hanno ricevuto aiuti a loro volta decidono di impegnarsi nei gruppi Caritas come volontari immagazzinando indumenti e alimenti, facendo gli ordini del necessario, facendo le pulizie, ed una volta usciti dal periodo di difficoltà offrono una parte del proprio tempo e delle proprie risorse per gli altri».
Stefano DI LULLO
Testo tratto da «La Voce del Popolo» del 27 aprile 2014
 
condividi su