Crisi, parrocchie in prima linea

L’acuirsi della crisi economica ha modificato l’azione delle parrocchie dell’alto Canavese in campo sociale. Fino ad alcuni anni fa una discreta situazione occupazionale aveva fatto si che i casi di disagio economico e sociale fossero alquanto limitati. «Negli ultimi anni – spiega Cristiano Cavaciuti, tra i responsabili del centro di ascolto Caritas di Valperga – nella nostra zona è stata realizzata una fitta rete di centri di ascolto. Sono presenti al momento nelle parrocchie di Valperga, Favria, Rivara, Forno, Prascorsano,gestiti da Caritas e Cuorgnè (a cura della San Vincenzo)». In collaborazione con il consorzio socio assistenziale Ciss 38 si sono instaurati rapporti di collaborazione e di scambio.
 
Ogni centro si occupa del proprio paese e dei paesi limitrofi minori, per garantire un servizio capillare. I centri collaborano nel coordinamento con il Banco Alimentare e nel ritiro dei generi alimentari freschi ma non più commercializzabili nei supermercati. «Il numero delle persone che si rivolgono a noi – continua Cesare Peradotto, presidente della San Vincenzo cuorgnatese – è purtroppo in continua crescita. Mentre in passato erano soprattutto stranieri, ora anche gli italiani che affrontano un periodo di difficoltà si rivolgono a noi. Non sempre lo fanno direttamente, a volte per pudore cercano dei tramiti. Oltre che per un aiuto immediato in generi alimentari, alcune famiglie ci contattano perché messe in difficoltà da una bolletta scaduta o per mensilità di affitto arretrate. In questo momento le nostre risorse sono estremamente ridotte». Anche i rifornimenti di generi da parte dell’Agenzia europea per gli aiuti alimentari tramite il Banco Alimentare sono stati tagliati.
 
«Spesso – sottolinea Adriano Ronchetto, vicepresidente della San Vincenzo e delegato presso il Ciss 38 – gli stessi volontari acquistano personalmente i generi alimentari per le famiglie e le persone in difficoltà. Nelle scorse settimane a fronte di una riduzione dei già limitati contributi trasmessici dagli Enti pubblici e di una contrazione delle offerte raccolte nelle parrocchie siamo stati provocati positivamente dal direttore della Caritas diocesana Pierluigi Dovis. Intervenendo ad un incontro a Valperga ci ha invitato a pensare a quali cifre si possano raccogliere se in un Comune come il nostro ciascuno rinunciasse anche solo ad un caffè al mese per i più poveri. Un invito che speriamo possa essere raccolto nei prossimi mesi da molti abitanti».
 
Alcune parrocchie delle zone 34 e 35 (in primis Cuorgnè e Valperga) assistono le famiglie tramite un doposcuola. A Valperga, ad esempio, questo servizio si svolge due pomeriggi alla settimana. Quest’anno sono stati seguiti 15 bambini e ragazzini provenienti dalle scuole elementari e medie, in prevalenza minori stranieri. Il rapporto degli educatori con gli insegnanti delle scuole del paese permette di ricevere segnalazioni sui bambini in maggiori difficoltà. «Il doposcuola – ribadisce Cavaciuti – non è solo il luogo in cui si fanno i compiti. Vuole essere un momento di crescita personale per i bambini. Il fine del nostro servizio non è quello di far fare loro i compiti, ma insegnare un metodo con cui in futuro possano diventare autonomi».
 
Gli educatori cercano di lavorare in piccoli gruppi affinché i bambini possano trovare nel volontario che li segue una figura di riferimento e si instauri un rapporto di fiducia anche al di fuori dei locali della parrocchia. Oltre ai compiti, vengono organizzati momenti di socializzazione come la festa di Natale o l’attesissima pizza di fine anno scolastico. Lo scorso anno è stato realizzato un laboratorio video per le ragazze delle medie, mentre negli anni scorsi era stato proposto un laboratorio teatrale. «Tra i problemi maggiori registriamo la mancanza di nuovi volontari e per questonon ci è possibile accettare tutte le richieste. Per questo ci permettiamo di rivolgere un appello a chi fosse interessato a darci una mano. Non sono richieste conoscenze particolari: basta un po’ di pazienza».
 
Ultimamente ai centri d’ascolto della Caritas e della San Vincenzo si sono presentate nuove richieste di aiuto per ascolto, per avere sostegno non solo economico ma anche informativo e di supporto morale-psicologico. Per questo si sta cercando di qualificare maggiormente la rete dei centri di ascolto territoriali perché possano diventare spazi formati per accogliere i diversi bisogni delle famiglie.
 
«A livello di centri di ascolto siamo attrezzati per rispondere a bisogni primari. – concludono i volontari – Dobbiamo invece lavorare ancora sull’offerta di ascolto che potrebbe interessare una larga fascia di persone/famiglie qualificate come ‘nuovi poveri’. Si tratta di persone che fino ad oggi erano estranee a queste situazioni e di punto in bianco, causa la perdita di lavoro, si trovano in condizioni di disagio a livello psicologico prima ancora che economico. Ci stiamo attivando in modo da potere contare sull’aiuto di uno psicologo che possa offrire un valido e competente supporto ai nostri utenti. Negli ultimi mesi abbiamo cercato anche di operare come sportello lavoro, sforzandoci di mettere in contatto le persone in cerca di occupazione con coloro che necessitano di manodopera, anche per piccoli interventi». In collaborazione con il consorzio assistenziale Ciss 38 ed altri soggetti sono allo studio nuovi progetti, come l’individuazione di un alloggio da potere destinare per un periodo limitato a famiglie in difficoltà o a madri sole con bambini».
Giovanni COSTANTINO
Testo tratto da «La Voce del Popolo» del 5 maggio 2013
 
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