Il primo battistero era sotto il Duomo

TORINO PALEOCRISTIANA – NEL COMPLESSO DELLE TRE BASILICHE SU CUI ORA SORGE LA CATTEDRALE
Il primo battistero era sotto il Duomo
 
Del più antico fonte battesimale della diocesi di Torino non rimane traccia: era collegato con la chiesa del vescovo, la cattedrale, e si trovava proprio dove sorge l’attuale duomo di San Giovanni Battista, costruito tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo. La dedicazione stessa ricorda la funzione di battistero del primitivo edificio. Infatti per iniziativa del vescovo San Massimo, alla fine del IV secolo, vennero costruite una chiesa dedicata al Salvatore, collocata verso Nord, vicino al teatro romano, e contemporaneamente una struttura adiacente, per il sacramento di iniziazione cristiana: il battistero, con all’interno il fonte.
 
L’articolazione degli edifici religiosi non deve stupire e non è propria solo di Torino: in età paleocristiana i complessi episcopali si caratterizzavano per la presenza di varie strutture collegate ma indipendenti, come ad esempio una o due chiese, il battistero, il palazzo del vescovo. Mentre della chiesa del Salvatore rimangono alcuni resti importanti, che testimoniano anche gli interventi successivi fino alla sua demolizione e alla ricostruzione rinascimentale, del battistero si possono faticosamente osservare solo tracce dell’abside, che dovevano trovarsi al termine di un’aula quadrangolare. Questo venne successivamente ampliato fino a diventare una vera e propria chiesa, all’interno della quale comunque si conservava il fonte battesimale. Infatti nel 662 il duca longobardo di Torino, Garipaldo, venne ucciso con un colpo di spada calato dall’alto da parte di un assassino che si trovava sul baldacchino del fonte stesso.
 
Altri rinvenimenti sono stati effettuati al di fuori del capoluogo. A Piobesi un’antica testimonianza è emersa nella chiesa di San Giovanni presso il cimitero, a circa 2 km dal centro abitato. Si tratta di un fonte a vasca circolare, con un diametro di 1,20 m, realizzato in mattoni romani forse riutilizzati successivamente. Il contesto e la quota del fondo, almeno 40-50 cm più basso del piano pavimentale dell’epoca, fanno pensare che il rito fosse ancora svolto per immersione: il battezzando entrava nella vasca dove il corpo, almeno parzialmente, era ricoperto dall’acqua: si sottolineava così il passaggio dalla vecchia alla nuova vita, la rinascita a un’esistenza nella fede. Sono assenti elementi di datazione precisi, ma per analogia con situazioni simili si può pensare a un momento tra la fine del V e il VI secolo.
 
L’ultimo esempio riferibile all’età paleocristiana presente nell’attuale diocesi di Torino è quello di San Ponso Canavese, presso la pieve omonima che è citata nei documenti a partire dal XIII secolo: attualmente il complesso è formato da una chiesa e da un battistero che sono stati edificati in periodo romanico, ma che verosimilmente ricalcano la disposizione antica.
 
Il battistero, datato anch’esso tra la fine del V e il VI secolo, doveva essere quasi quadrato, con un fonte di forma esternamente ottagonale e internamente circolare. Dalla documentazione finora in nostro possesso, che non è certo abbondante, emerge la rilevanza che nei primi secoli del cristianesimo veniva data al battesimo, che si svolgeva in un edificio separato da quello per la liturgia settimanale e che veniva amministrato all’interno di fonti piuttosto ampi e profondi.
Paolo DEMEGLIO
Testo tratto da «La Voce del Popolo» dell’11 novembre 2012
 
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