Nole: ai piccoli il primo annuncio!

La catechesi cristiana inizia per ognuno di noi non appena entriamo a far parte della Chiesa di Cristo, anzi forse ancora prima. Con questa convinzione nella parrocchia di Nole si è voluto accogliere l’invito dell’Arcivescovo per una rivalutazione e un investimento sulla pastorale battesimale e sul primo annuncio del «kerygma» ai bambini. Da tempo e a lungo, infatti, Mons. Nosiglia, ha manifestato la necessità di ri-evangelizzare, partendo da un rinnovamento nella catechesi, da proporre sia ai più piccoli, ma al contempo anche ai loro genitori, sostenendo l’opera dei sacerdoti tramite la formazione di catechisti. Il perseguimento di tale obiettivo passa attraverso alcune semplici iniziative che l’equipe di pastorale battesimale ha messo in campo nell’ultimo anno e che ci vengono segnalate attraverso questa intervista a Diego Crenna, uno dei membri del gruppo.

Come si è giunti alla costituzione dell’équipe di pastorale battesimale?

A seguito delle sollecitazioni da parte dell’Arcivescovo, mons. Nosiglia, e delle riflessioni emerse dalle assemblee diocesane, si sono tenuti nel nostro distretto corsi di formazione sul tema ai quali hanno partecipato alcuni operatori della nostra parrocchia di Nole. Quindi anche nella nostra comunità si è deciso di creare un’équipe che organizzasse un cammino di affiancamento delle famiglie a partire dalla nascita dei figli fino all’inizio del percorso catechistico tradizionale intorno ai 6-7 anni. L’équipe è formata, attualmente, da una dozzina di membri, sia coppie sia singoli.

Quali sono i passi che l’équipe compie insieme ai genitori per prepararli al sacramento che riceverà il loro figlio?

Le attività progettate a tal fine si articolano in varie fasi: la prima riguarda la nascita dei figli e prevede la benedizione delle mamme in attesa, in una celebrazione comunitaria – che si è tenuta nel febbraio scorso per la prima volta – e la consegna di un biglietto di auguri in occasione della nascita. La seconda fase si attua quando viene richiesto il Battesimo da parte della famiglia; il cammino di preparazione proposto prevede una visita di conoscenza presso la famiglia, un secondo incontro in parrocchia di tipo motivazionale e sul significato del sacramento, e da ultimo un incontro inerente il rito del Battesimo. In questa fase ogni famiglia viene accompagnata da due membri che si fanno carico di continuare i contatti anche dopo la celebrazione del sacramento. Per quanto riguarda la fase post battesimale verranno proposti incontri conviviali (festa dei battezzati dell’anno) e formativi, in aiuto alle famiglie che sono chiamate a crescere i loro figli nella fede. Da più parti ci viene l’ammonizione secondo cui tutta la Chiesa, in particolare la comunità cristiana locale, è madre dei nuovi figli che vengono battezzati e pertanto responsabile della loro educazione alla fede.

In che modo i cristiani di Nole possono conoscere questi figli e aiutarli nella crescita dopo il loro ingresso nella Chiesa?

Una delle prime domande che ci siamo posti è proprio questa: come far comprendere a tutta la comunità che il sacramento del battesimo non è un fatto privato? Anzitutto è una questione di termini: negli avvisi, nella presentazione delle attività, occorre sempre parlare di comunità cristiana e non solamente di membri dell’équipe. In secondo luogo la comunità cristiana deve essere a conoscenza dei battesimi che vengono celebrati e parteciparvi, materialmente o spiritualmente. Da qui l’invito alla preghiera rivolto a tutti la settimana precedente e l’invito del parroco a partecipare al rito. È ovvio che in una comunità molto numerosa come la nostra non è facile conoscere tutti e quindi tenere i contatti con le famiglie.

L’invito che rivolgiamo a ciascuno è quello di prestare attenzione al vicinato e farsi presenti al momento della nascita di un bimbo, congratulandosi per il lieto evento senza aver paura di dire che anche tutta la comunità parrocchiale è vicina; si chiede poi di segnalare all’equipe queste famiglie in modo da poter prendere un primo contatto. Due modi concreti per far conoscere almeno i nomi dei nuovi nati e dei battezzati alla comunità sono il fiocco di nascita posto in chiesa per ogni bambino nato e, in occasione della festa annuale dei battezzati, l’indicazione dei loro nomi sull’albero della vita. In un’ottica di collaborazione con le altre parrocchie dell’unità pastorale, come si potrebbe attuare un cammino di formazione comune per i catechisti della pastorale battesimale? Attualmente l’équipe lavora a livello parrocchiale. Ciò non esclude un prossimo coinvolgimento delle altre parrocchie dell’Unità pastorale attraverso la proposta del cammino da noi impostato. Sarebbe bene, infatti, formare un gruppo a livello di Up per creare sinergie e far sì che circolino idee e proposte e che le parrocchie più piccole, spesso in difficoltà, siano aiutate da quelle più grandi.

Luca BELLO

Testo tratto da «La Voce del Popolo» del 28 dicembre 2014

 

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