PARROCCHIE. Al centro la «famiglia»

Dai corsi di preparazione matrimoniale ai Gruppi famiglia, alla Scuola genitori

Non è raro constatare come nelle nostre parrocchie ci siano salti generazionali molti forti: si passa dai giovanissimi agli anziani con le generazioni intermedie poco rappresentate. È di per sé una situazione pericolosa perché il messaggio della fede, ma anche dell’etica legata al messaggio cristiano, trova difficoltà a essere trasmesso da una generazione all’altra, mancando spesso i mezzi di comunicazione più adeguati. Si pone il solito dilemma: se concentrare l’attenzione prevalentemente sulla formazione dei più giovani o se concentrarsi invece sugli adulti. Sembra di poter dire che la formazione dei ragazzi resti sospesa in una realtà indeterminata e non possa dare molti risultati se poi in famiglia non viene sorretta da un’esperienza comune. A partire da queste considerazioni viene pensato il piano pastorale delle comunità cristiane, che non può trascurare nessuno, ma deve comunque trovare il suo punto di appoggio in una scelta forte.
 
Mi sembra di poter dire che la scelta delle parrocchie e dell’Unità pastorale di San Mauro sia stata quella della «famiglia» nei suoi diversi stadi. Si parte dalla fase iniziale della formazione di quelli che un tempo venivano chiamati fidanzati, ma che oggi si devono definire ormai in molti modi: fidanzati, conviventi, semi conviventi, con prole e senza prole, vale a dire persone che hanno già percorso, spesso, un bel pezzo di cammino insieme e che cercano di portare a compimento la loro esperienza in modo sacramentale. Si tratta di persone che hanno già compiuto una scelta importante a monte, scegliendo di superare i convincimenti piuttosto radicati nella nostra società del «finché dura».
 
Chi si presenta ai nostri incontri sa (e se non lo sa lo scopre presto) di doversi incontrare con il concetto antico, ma ormai anche nuovo, del «per sempre». Vengono usate per questo le guide dell’Azione Cattolica. La nostra attenzione alla famiglia ha il suo inizio a partire dai corsi di formazione pre-matrimoniali ai quali si cerca di dare poi continuità con i successivi «Gruppi Famiglia», che riuniscono i neo sposi dell’anno 2010/2011, ma anche quelli sposati negli anni che vanno dal 2007 al 2009. Nei gruppi parrocchiali spesso sono nate relazioni di amicizia, già a partire dai corsi di formazione, e il ritrovarsi non ha nulla di forzato, ma anzi diventa occasione di scambio di esperienze.
 
Un seguito importante, e non solo per i giovani sposi, è la «Scuola genitori». Siamo ormai arrivati alla sesta edizione di una iniziativa partita nell’ambito della Missione Adulti a suo tempo voluta dal cardinale Poletto e portata avanti d’intesa con il Comune di San Mauro e le scuole del territorio. Dopo l’esplosione degli inizi la partecipazione inevitabilmente è un po’ calata, resta tuttavia significativa. Don Domenico Cravero è il coordinatore dei genitori e gestisce i gruppi di lavoro che si vengono a formare. Si tratta di una iniziativa nella quale crediamo molto, perché non dà nulla per scontato.
 
Nella nostra società si impara a fare l’operaio, il negoziante, l’insegnate o l’imprenditore, ma nessuno, o quasi, insegna a fare il genitore, mestiere che spesso si impara sulla pelle dei figli, che per fortuna, è più spessa di quanto comunemente si creda. Mestiere che è difficile in un tempo di crisi dell’autorità come categoria condivisa. Questa «scuola» lo riteniamo un contributo importante a formare genitori consapevoli e maturi e niente affatto «confessionale».
 
Ci sono poi naturalmente i Gruppi famiglia tradizionali nelle diverse parrocchie: a Sant’Anna come a Santa Maria e a San Benedetto, che forniscono spesso i gruppi di coppie chiamate a formare i fidanzati. Dire che ormai sono stabilmente impegnate nella pastorale familiare oltre cento famiglie non è una esagerazione. Anche qui si tratta di decidere da quale parte guardare il bicchiere: a partire dall’orlo sono poche rispetto al numero delle famiglie sanmauresi, se si guarda dal fondo rappresentano una discreta quantità di lievito per far lievitare la società di San Mauro, a condizione che nessuno dimentichi che questo non è solo un impegno sociale, ma un cammino di fede e crescita nella fede continua, che non si deve mai fermare.
diacono Roberto PORRATI
Testo tratto da «La Voce del Popolo» dell’8 gennaio 2012
 
condividi su