Rocca: famiglia in canonica a servizio della comunità

«Si stava avvicinando il giorno del nostro matrimonio quando don Diego è venuto a trovarci e ci ha fatto questa domanda: ‘ma perché non venite a vivere con me per darmi una mano nella mia nuova esperienza parrocchiale?’ Abbiamo risposto subito con entusiasmo sapendo che così si sarebbe trasformata la nostra vita e quella della nostra futura famiglia. E infatti Vittorio, il nostro piccolo, potrà dire di aver avuto una canonica come sua prima casa». Martina, classe 1989, è cresciuta nell’oratorio di Leinì prima come ragazza dei gruppi, poi come animatrice e quindi come coordinatrice dello stesso. Per don Diego svolge da diversi anni il lavoro di segreteria per quanto riguarda la sua professione di sacerdote scrittore. Sposata con Luca che si è avvicinato al mondo parrocchiale proprio grazie a sua moglie ed ora ne fa parte quasi a tempo pieno, con l’esclusione di tre notti a settimana di lavoro a Torino.

«Vivere la parrocchia è una esperienza incredibile: ti avvicina alle persone nei momenti più importanti della loro vita. Noi abitiamo nella canonica di Rocca, ma con don Diego prestiamo, quando ce lo chiede, anche il nostro volontariato nelle altre comunità di cui è parroco ». L’accoglienza nella parrocchia di Rocca è stata in salita: venivamo dopo anni in cui la canonica era stata pressoché chiusa, e dopo una comunità di suore che ancor prima aveva servito con amore il paese. Non essendo consacrati o istituiti in qualche maniera abbiamo dovuto con pazienza costruirci il nostro ruolo – commenta Luca mentre tiene Vittorio (13 mesi) in braccio. Martina conclude: ci è venuto incontro il buon cuore dei parrocchiani che a poco a poco hanno cominciato a fidarsi di noi e hanno capito che siamo qui per far sì che la parrocchia sia un luogo sempre aperto e accogliente per tutti: io mi occupo dell’ufficio, Luca fa il manutentore ed entrambi facciamo catechismo e seguiamo le attività dell’oratorio con i giovani che don Diego ha scelto come responsabili. Il più entusiasta è proprio il parroco che commenta: «sono la mia famiglia, la casa di Lazzaro, Marta e Maria, dove poter riposare e trovare persone che condividono la passione per la parrocchia e per le anime che ci sono affidate dalla Chiesa».

Testo tratto da «La Voce del Popolo» del 28 dicembre 2014

 

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