Una «rete» contro la crisi

Di fronte alla crisi non tutti sono uguali, neanche nella stessa città. Mentre i dipendenti delle grandi industrie (da Viberti a Fiat Mirafiori) e le loro famiglie sono più colpiti dalla perdita del lavoro, altri reggono un po’ meglio, impegnati nelle aziende medie e piccole che, pur risentendo della stagnazione, riescono a tenere e – forse – a vedere l’uscita dal tunnel. Accade a Nichelino, dove anche la geografia dei quartieri si disegna sulla base di difficoltà economiche e sociali crescenti e dove le parrocchie (tutte, comunque) sono in prima linea per offrire sostegno di ogni tipo. Alcune parrocchie vivono realtà comunitarie consolidate, dove si conoscono bisogni e risorse. In quelle di costituzione più recente vale sempre il principio che proprio i poveri sono, sovente, più generosi dei benestanti…
 
Anche perché il nuovo «fronte», la difficoltà vera e strutturale, si sta aprendo solo ora, ed è quella della casa. Sta aumentando pericolosamente il numero di famiglie che non sono più in grado di pagare l’affitto e che non trovano soluzioni alternative accettabili. Se si apre la «voragine» delle rate di mutuo non pagate, che succederà? Già da qualche mese le parrocchie assistono 5 famiglie che vivono nell’automobile, perché non hanno più né lavoro né casa. Ora si cerca – in collaborazione con il Comune – di avviare iniziative e risorse per mettere a disposizione alloggi sfitti (che ci sono), facendo riferimento alle esperienze già presenti, per esempio, a Torino (Lo.Ca.Re e altro) che garantiscano anche ai proprietari condizioni mediamente sicure di locazione. Un’altra idea su cui si lavora è quella di individuare «alloggi di emergenza» utilizzabili a rotazione per i casi più gravi.
 
La situazione rischia di diventare particolarmente grave nei quartieri di case popolari, dove a redditi familiari già non elevati si mescolano altre problematiche sociali: le comunità cristiane segnalano – come accade un po’ ovunque – un incremento preoccupante del gioco d’azzardo e delle scommesse: la via infelice di chi cerca «la fortuna» perché non ha più altre risorse, né materiali né culturali. E anche la droga continua ad essere una problematica ben presente sul territorio.
 
La Chiesa «risponde» con un impegno educativo a tutto campo, dalle scuole alla formazione giovanile, alle iniziative di accompagnamento. A Nichelino le parrocchie sono una realtà consolidata e «collaudata», capace di presentarsi unita nel confronto con l’amministrazione pubblica e nella gestione dei servizi. Ciò avviene anche grazie a una presenza di ormai molti decenni nel mondo dei mass media: «Nichelino Comunità», il mensile della comunità cristiana, viene distribuito gratuitamente e raggiunge tutte le famiglie del territorio; la radio, con lo stesso nome, è un’emittente conosciuta e diffusa anche su Torino e nel resto della diocesi.
 
La lunga collaborazione con Comune e servizi sociali diventa ora particolarmente necessaria proprio perché nessuna istituzione, da sola, è in grado di far fronte alle esigenze. E i parroci avvertono: la «soglia» della crisi continua a salire, comincia a toccare non solo gli stranieri, gli anziani e le fasce deboli italiane, ma anche quelle famiglie «normali» che fino a ieri erano tra le più generose nel fornire aiuto – in denaro, tempo, generi alimentari, servizi di volontariato.
 
In questi ultimi anni il tema dell’«accompagnamento al lavoro» è diventato dominante, sia per l’aumento della richiesta sia perché è cresciuta la collaborazione con l’Engim (ente di formazione professionale dei Giuseppini del Murialdo) e con le iniziative della Pastorale sociale e del Lavoro diocesana. In sintonia con il Comune si sono avviati servizi che non sono di «collocamento» ma che puntano piuttosto a ricostruire una «personalità sociale» di chi cerca lavoro, facendo rete su opportunità e risorse disponibili.
 
Oltre che sull’avviamento professionale l’offerta delle comunità cristiane per i giovani è molto ampia e articolata, dai campi estivi alle società sportive. Ma di questi tempi, osservano i parroci, il lavoro educativo è reso più difficile dai rapidi cambiamenti delle tecnologie di comunicazione che incidono, soprattutto, sul «costume» e le abitudini dei giovani: di fronte alle seduzioni della Rete diventa più difficile proporre percorsi di generosità personale, di servizio, di testimonianza. Difficile ma, naturalmente, non impossibile. «Anche perché – dicono – quando si riesce a forare il muro virtuale, si scoprono persone che hanno voglia di spendersi e di scommettere su se stessi e sulle relazioni forti e autentiche».
 
Come in altre Unità pastorali che coincidono con il territorio cittadino, l’affiatamento tra i preti e le comunità parrocchiali di Nichelino è maturato già da molto tempo. Oltre ai mass media e alla catechesi, le attività caritative sono coordinate e gestite in modo «interparrocchiale», e anche negli altri settori il lavoro comune è stato avviato da tempo. Tutti i preti dell’Unità si ritrovano regolarmente ogni mercoledì per «mettere insieme» preghiera, il pasto, i problemi e le iniziative comuni.
Marco BONATTI
Testo tratto da «La Voce del Popolo» del 20 settembre 2013
 
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