L’anno appena trascorso ha messo a dura prova la popolazione mondiale, che si è ritrovata ad affrontare una pandemia e le relative problematiche dovute all’isolamento forzato, per citare solo una di esse.
Le persone che maggiormente hanno sofferto, a causa della mancanza di contatti, sono stati sicuramente gli anziani, i quali spesso non hanno familiarità con la tecnologia, a differenza dei nativi digitali o di chi ha ormai imparato a utilizzare smartphone, effettuare videochiamate e gestire messaggi vocali.
Progressivamente, nei limiti imposti dalla situazione ancora incerta e dalle normative previste nelle singole Regioni italiane, il ritorno alla socialità, per gli anziani, consente loro la graduale ripresa di un filo, che si era interrotto bruscamente per le ben note ragioni legate alla sicurezza.
Perché la socialità è importante per gli anziani
Una vita appagante, per gli esseri umani, presuppone anche relazioni sociali soddisfacenti e che siano di supporto e stimolo, sia per la mente che per i sentimenti.
Le persone anziane, a causa del pensionamento, della riduzione delle incombenze della quotidianità, legate alla gestione dei figli e di altri impegni, risentono in particolar modo della mancanza di rapporti sociali costanti, soprattutto con individui che hanno gli stessi interessi e con cui possono condividere esperienze, pensieri e racconti.
Se si aggiunge a questa tendenza all’isolamento, per la maggior parte degli anziani quasi fisiologico, l’obbligatorietà della riduzione dei contatti sociali al minimo indispensabile, a causa delle restrizioni connesse alla pandemia, la situazione diventa ancora più triste e grave.
È da sottolineare che non tutte le persone anziane vivono nell’isolamento sociale e nella mancanza di interscambi relazionali, ma gli studi condotti in materia, unitamente a un’attenta osservazione del fenomeno della solitudine degli anziani, manifestano una netta prevalenza, negli over 70 e 80, di un’esistenza piuttosto scarna, dal punto di vista della vita sociale.
E quindi, non poter vedere figli, parenti e amici, nemmeno per le feste, ha rappresentato un forte handicap per tutti coloro che si sono trovati nel più totale isolamento, con disagi sia dal punto di vista fisico che psicologico.
Tornare alla socialità: piccoli passi per grandi risultati
Con l’allentamento delle misure di contenimento sociale, negli ultimi mesi, sembra aprirsi uno spiraglio per riprendere, a piccoli passi, una vita quasi normale, sempre con l’accortezza di rispettare le indicazioni ministeriali per la tutela della salute.
A poco a poco, anche le persone anziane, in particolare quelle che hanno ricevuto la somministrazione del vaccino, hanno la possibilità di riprendere le piccoli abitudine quotidiane interrotte nell’ultimo anno, come la spesa, un caffé al bar, la visita a casa dei figli e un’ora al parco con i nipotini.
Il ritorno alla normalità rappresenta il collegamento che ognuno di noi, in questa situazione, ha con la realtà, fatta spesso di piccole cose, in grado di dare un senso al quotidiano.
Nel caso delle persone anziane, anche una passeggiata per comprare il giornale può costituire un’utile occasione per incontrare conoscenti, vicini e parenti, scambiare due chiacchiere e condividere opinioni, idee e sentirsi parte della società.
In particolare, il confronto aiuta a mitigare il senso di solitudine e di inutilità, spesso dietro l’angolo per molti anziani; parlare con qualcuno, anche per qualche minuto, rende la quotidianità meno pesante, perché vi è la percezione che anche altre persone hanno gli stessi sentimenti.
Naturalmente, riprendere la socialità implica adottare misure di sicurezza, come mascherine dove previsto, distanziamento sociale e utilizzo di igienizzanti, che non devono essere mai dimenticati: infatti, anche se le maglie dell’emergenza si stanno progressivamente allargando, infatti, la sicurezza deve sempre essere considerata al primo posto.
La ripresa delle abitudini quotidiane, sia per gli anziani autosufficienti che per quelli che necessitano di aiuti, di caregivers o familiari, rappresenta una grande conquista, perché la speranza di riallacciare i rapporti con i propri cari è la spinta propulsiva per affrontare la giornata.
La prospettiva di una giornata vuota e uguale a quelle precedenti è sostituita dalla visita dei nipoti, dei figli oppure anche di una vicina di casa, con cui bere un the e conversare.
Il senso di una maggiore leggerezza si accompagna a una ritrovata speranza nel futuro e nella possibilità di ritrovare i rapporti di vicinanza e affetto con i propri cari, non solo nell’ambito ristretto delle mura domestiche.
La tecnologia per riprendere i contatti: aiuto o impedimento?
Durante i mesi di isolamento forzato, la tecnologia si è rivelata un supporto indispensabile per sopportare la mancanza di rapporti sociali e superare la condizione di precarietà e preoccupazione.
Sebbene le persone anziane non abbiano, in generale, dimestichezza con i personal computer, le chat e i social network, chi ha le possibilità, economiche e possibilmente di salute, è riuscito a utilizzare i dispositivi in rete per creare un ponte con i propri cari, mitigando temporaneamente i sentimenti di solitudine e ansia.
Si tratta, comunque, di una ristretta minoranza, perché la maggior parte delle persone anziane non sa utilizzare tablet, pc e smartphone: in questi, casi, la tecnologia è percepita come un fattore lontano, a cui non si riesce ad accedere perché considerato un mondo sconosciuto.
In un’ottica di una progressiva ripresa dei rapporti umani e della quotidianità, soprattutto per gli over 80, è auspicabile che l’emergenza rientri in tempi ragionevoli, per assicurare un ritorno alla quotidianità fatta di chiacchiere, visite, spesa al mercato e partite a carte, per combattere isolamento e solitudine.