Mentre sale il numero di contagi ed emergono nuovi focolai nelle Rsa, mercoledì 21 ottobre, alle 18, la Comunità di Sant’Egidio, organizza la tavola rotonda “Senza anziani non c’è futuro. Il futuro degli anziani dopo l’emergenza Covid” (è possibile partecipare prenotandosi a santegidio.milano@gmail.com – diretta Facebook sulla pagina “Comunità di Sant’Egidio – Milano”). La conferenza vuole proporre un nuovo modello per l’assistenza agli anziani nelle nostre città, puntando sulla domiciliarità delle cure, la telemedicina, il sostegno all’accoglienza nelle case-famiglia.
Spiega Maria Luisa Cito, responsabile a Milano del Servizio Anziani di Sant’Egidio: «La pandemia fa emergere ciò che sa da tempo chi opera accanto agli anziani: c’è bisogno di ripensare i servizi, le reti di aiuto, l’assistenza sociale e sanitaria degli anziani, perché non accada che, come in alcune Rsa, i vecchi restino tagliati fuori dalle relazioni e dalla vita. La frammentazione delle reti sociali e di solidarietà, soprattutto nelle città, fa sì che gli anziani si sentano “di troppo” e si attui nei loro confronti un confinamento permanente, già prima della pandemia; ma di solitudine si può morire».
Oltre a Maria Luisa Cito e Milena Santerini (Comunità di Sant’Egidio), interverranno monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita e di recente chiamato dal ministro Speranza a presiedere una commissione per riformare l’assistenza sanitaria agli anziani, monsignor Luca Bressan (vicario episcopale Cultura, Carità, Missione e Azione Sociale della Diocesi di Milano), Silvio Garattini (presidente dell’Istituto Mario Negri), Daniela Cattaneo (medico palliativista), don Vinicio Albanesi (presidente Comunità di Capodarco), Gabriella Bottini (Ordinario di Neuroscienze cognitive, Università di Pavia). Modera Riccardo Mauri (Comunità di Sant’Egidio).
Con questo spirito Sant’Egidio ha promosso l’appello “Senza anziani non c’è futuro. Appello per ri-umanizzare le nostre società. No a una sanità selettiva”, diffuso a livello internazionale come contributo della società civile per disegnare un nuovo modello di sanità e di assistenza.