Un piano per rendere le valli piemontesi (e non solo) Covid-free, con l’obiettivo di salvare il turismo in estate. È questa l’idea che sta prendendo piede in regione dopo la proposta del ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, di isole a prova di contagio. Il Piemonte e le sue valli non stanno a guardare e sono pronti a organizzarsi: «Che differenza c’è tra le isole e le colline Unesco di Langhe-Roero e Monferrato, il lago Maggiore, le vette alpine o la Reggia di Venaria?» ha lasciato intendere ieri mattina il presidente della regione Piemonte, Alberto Cirio. «Abbiamo la fortuna di vivere in un Paese scrigno di gioielli che brillano in ogni angolo del territorio — ha aggiunto — e tutti hanno pari dignità». A riprova, l’assessore al Turismo Vittoria Poggio ha aperto alla possibilità di allestire una macchina che consenta un turismo senza virus: «Il Piemonte è in grado di attrezzarsi, garantendo la sicurezza e aiutando la filiera a ripartire. Nei prossimi giorni ci confronteremo con i privati e subito dopo individueremo le aree più adeguate, attrezzandole secondo i protocolli delle autorità sanitarie».
Gli operatori del turismo dal canto loro plaudono all’iniziativa e sarebbero già pronti a partire. «Nelle valli la situazione è drammatica — afferma Livio Barello, presidente del Consorzio Operatori Turistici Valli di Lanzo —, tutto il nostro indotto è collegato al turismo. Ho già parlato di questa ipotesi in Regione, noi siamo disponibili a fare tutto il necessario per realizzare quest’idea. A mio avviso è una strada praticabile». A livello europeo si sta già discutendo del cosiddetto Green Pass, una sorta di lasciapassare per circolare da un Paese all’altro. Tre le condizioni ipotizzate: essere vaccinati, avere gli anticorpi Covid o il tampone negativo. «Un problema facilmente aggirabile — obietta Barello —, la popolazione delle valli non è elevata, basterebbe vaccinare poche migliaia di persone. La metà del nostro fatturato lo incassiamo da giugno a settembre, quindi per non sarebbe fondamentale riuscirci. Qui rischiamo la desertificazione, i ristori per ora sono il nulla, si sopravvive con i risparmi degli anni ’90. Se la regione si organizza noi siamo pronti».
Chiaramente l’obiettivo va reso compatibile con la direttiva impartita dal premier Mario Draghi, che invita a spingere al massimo sulla vaccinazione degli over 75. «Ma nel caso bastasse il tampone, la platea si allargherebbe enormemente — ipotizza Franco Ferrero, direttore del consorzio del turismo nel Canavese — e comunque gli anziani non fanno viaggi internazionali, si affidano al turismo di prossimità, e per noi sarebbe già importante così. La tendenza riguarda tutti: nell’ultimo anno, durante le brevi aperture, abbiamo visto dei grossi flussi di persone. I vacanzieri cercano luoghi turisticamente meno affermati, dove sono garantiti ampi spazi e pochi assembramenti. Noi lo siamo».
Gli operatori oltre che sostenere la regione sono pronti a dare un contributo: «Possiamo aiutare nella fase organizzativa, creando percorsi ad hoc facilmente controllabili. Garantiremmo la misurazione della temperatura, le mascherine, i gel disinfettanti, la verifica del passaporto Covid. Ci sono i tempi per assicurare un turismo sicuro entro l’estate». Dello stesso avviso Giovanni Brasso, presidente di Sestrieres spa: «“Covid-free” è la parola d’ordine per aiutare veramente l’economia delle nostre aree e combattere ad armi pari con la concorrenza. Certo non sarebbe semplice, ma è fattibile». E così si potrebbe rimediare alla perdita di fatturato dell’ultimo anno: «Per Sestriere l’estate non è un periodo facile, quindi riuscire a ottimizzare le entrate in questo periodo varrebbe il doppio. Noi ci stiamo già preparando per il periodo invernale, ma se si può anticipare la riapertura siamo a disposizione delle istituzioni locali». Perduta la Pasqua il turismo piemontese si arma e protegge in vista dell’estate.
di Nicolò Fagone La Zita