Quindici agosto 2025.
In uno sperduto angolo di mondo, due aerei si affiancano su una stessa pista.
Due aerei presidenziali, di quelli da veri Numeri Uno.
Simultaneamente, ne scendono due ometti.
Niente di che, a vederli. Goffi, imbolsiti, saltellanti a tratti.
Imboccano due tappeti rossi che li portano a convergere.
Uno dei due, a più riprese, applaude platealmente l’altro.
L’applaudito, sulla coscienza alcune centinaia di migliaia di connazionali morti e altre centinaia di migliaia tra gli assaliti invasi, non nasconde la compiaciuta soddisfazione.
Colui che lo applaude, impossibile spiegarsene il perché, è chi teorizza, tra altre molte cose, carceri paludosi per i migranti, con gli alligatori in pista a fare da secondini.
E altre disumanità dello stesso tenore.
I due si incontrano per un Historic Summit.
Del genere: qui si fa la Storia.
A guardarli, e poi a sentirli, pare strano.
Tuttavia, la Storia passa anche per nefandezze orrende, nessuno è un ingenuo illuso.
Quindi potrebbe fare una fermatina veloce veloce anche qui da loro.
Il consolante è che la Storia, regolarmente, macina, tritura e digerisce Grandi Uomini Onnipotenti.
Garantito, dunque, che nella Storia, pure loro faran la stessa fine.
Per le comunicazioni al termine del Vertice, è approntata una sala dove campeggia una scritta sola:
PURSUING PEACE.
I due parlano, sotto quella scritta.
Si ringraziano a vicenda.
Si chiamano per nome.
Amiconi.
I due parlano, un vero teatrino.
Anche se parlano NON della “peace”.
A sentirli tubare e duettare, viene in mente Edoardo Bennato:
“Non vedi che è un vero affare
Non perdere l’occasione
Se no poi te ne pentirai
Non capita tutti i giorni
Di avere due consulenti
Due impresari
Che si fanno in quattro per te” ( Il gatto e la volpe)
E anche a un pezzo di Parola:
“…rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all’esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. Così anche voi apparite giusti all’esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d’ipocrisia e d’iniquità.” (Mt 23, 27-28)
Ha detto qualche giorno fa Matteo Zuppi, presidente dei vescovi italiani: “ L’ Ucraina non è un oggetto ma un soggetto, e sicuramente non si può fare a meno dell’Ucraina nei colloqui di pace”.
Ecco.
Poi, “Dio scrive dritto con le righe storte” dice un proverbio, a suggerire che Dio può trarre il bene anche dalle situazioni più difficili o imperfette.
E, come ha detto papa Leone “Non dobbiamo smettere di sperare: Dio è più grande del peccato degli uomini”
“…Ci sentiamo impotenti di fronte al dilagare nel mondo di una violenza sempre più sorda e insensibile ad ogni moto di umanità. Eppure non dobbiamo smettere di sperare: Dio è più grande del peccato degli uomini. Non dobbiamo rassegnarci al prevalere della logica del conflitto e delle armi. Con Maria crediamo che il Signore continua a soccorrere i suoi figli, ricordandosi della sua misericordia. Solo in essa è possibile ritrovare la via della pace.”
Che poi è la stessa cosa del “pursuing peace”.
Con buona pace del gatto e della volpe.
Ascolta qui la canzone di Edoardo Bennato:
https://www.youtube.com/watch?v=cPFRFTsbdg4
Lorenzo Cuffini