Bye Bye Life …

Nuovo articolo per la rubrica "Parola, parole e musica"

Si potrebbe restare stupiti davanti al clamore suscitato dalla notizia della scomparsa di Pippo Baudo.

E allo spazio dedicato in questi giorni al suo ricordo, alla sua attività, alla sua figura.

Si potrebbe obiettare che si trattava, in fondo,  di un presentatore della Tv, seppure probabilmente il “bravo presentatore” per antonomasia. ( cfr. Frassica)

Ma l’enorme popolarità trasversale raggiunta, l’ecletticità dei campi in cui si è impegnato, il dibattito quasi politico suscitato ai tempi in cui fu definito, tra accese polemiche, “ nazionalpopolare”, il suo essere non solo conduttore di programmi, ma musicista, talent scout, produttore, autore di canzoni, attore, divulgatore, intervistatore , il fatto che la Treccani, autentica bibbia laica italiana, lo abbia inserito sdoganando per lui l’aggettivo baudiano, tutto sta a dimostrare che ha avuto un suo ruolo specifico, rilevante e incisivo nella società e nella cultura italiana. Pop finchè si vuole, ma cultura certamente.

Per la natura di questa rubrica di ispirazione musicale e canzonettara, non possiamo tralasciare i tre brani più popolari che Baudo ha firmato. Due sono per bambini, e sono due quasi favole musicali. Una è La tartaruga, cantata da Bruno Lauzi, di tono rodariano, che racconta  una specie di conversione della tartaruga da animale velocissimo a essere lentissimo, ma per questo capace di scoprire le piccole e vere gioie della esistenza, fino al “biondo tartarugo corazzato sposato un mese fa”. L’altra è Isotta, interpretata dallo stralunato Pippo Franco, che racconta una storia di riscatto e riscoperta di sé dopo l’emarginazione e l’abbandono, a metà tra Disney e Cars. Alla voce roca e anomala di Nino Ferrer è invece affidata Donna Rosa, uno scanzonato motivetto un/due/ tre – un/due/tre a mezzo tra canzone da avanspettacolo, tradizione popolare e tanto di richamo verdiano.

Un uomo di spettacolo nel senso più completo del termine, dunque.

Definizione “ leggera”?

Puo’ darsi, ma, basterebbero alcune parole di papa Francesco a intenderla in ben altro modo:

“Tra tutti i professionisti che lavorano in televisione, nel cinema, in teatro, nella carta stampata, con le canzoni, sui social, voi siete tra i più amati, cercati, applauditi…In mezzo a tante notizie cupe, immersi come siamo in tante emergenze sociali e anche personali, voi avete il potere di diffondere la serenità e il sorriso…Siete tra i pochi ad avere la capacità di parlare a persone molto differenti tra loro, di generazioni e provenienze culturali diverse…..

Secondo la Bibbia, all’origine del mondo, mentre tutto veniva creato, la Sapienza divina praticava la vostra arte a beneficio nientemeno che di Dio stesso, primo spettatore della storia. Dice così: «Io ero con lui come artefice ed ero la sua delizia ogni giorno: giocavo davanti a lui in ogni istante, giocavo sul globo terrestre, ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo» (Proverbi 8,30-31). Ricordatelo: quando riuscite a far sgorgare sorrisi intelligenti dalle labbra anche di un solo spettatore – questo che dirò adesso non è eresia! – fate sorridere anche Dio. A modo vostro voi unite la gente…”

 C’è un brano che il regista Bob Fosse mette a chiusa del suo film All that jazz, in cui il protagonista, appassionato e vorace uomo di spettacolo, giunto alla fine immagina, sogna, intravvede, interpreta, vive ( ciascuno è libero di interpretarla a modo suo) il suo addio alla vita, proiettato in qualche modo a un incontro con un’altra dimensione.

 

“Bye bye life. Bye bye happiness. Hello loneliness. I think I’m gonna die.”

 

Ascolta e guarda il video del brano qui:

https://www.youtube.com/watch?v=IyXYPsDsOHY

Lorenzo Cuffini

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