Giovani in cima al Rocciamelone per il programma di Tv2000 sui cammini spirituali

“L’Amore lascia il segno – 27.09.2018”.

È quanto si legge su un cero votivo benedetto dal nostro Arcivescovo, mons. Cesare Nosiglia e portato al santuario mariano più alto d’Europa, sul Rocciamelone, a 3538 m.

Sono le tre le ragioni di questa ascesa, compiuta da una rappresentanza giovani dell’Arcidiocesi di Torino e della Diocesi di Susa. Si tratta innanzitutto di un vero e proprio scioglimento di un voto: dopo i primi tre giorni di cammino dal Monginevro a Susa compiuti dai giovani dell’Azione Cattolica di Torino, domenica 5 agosto u.s. a Mompantero il Vescovo di Susa, mons. Alfonso Badini Confalonieri, presiedette il rito della benedizione dei pellegrini del primo gruppo di giovani diretti alla Venerazione della Sindone e poi a Roma, per l’incontro con Papa Francesco. Erano i primi cento di quel lungo e sorprendente fiume gioioso di 2500 giovani che avrebbe pacificamente colmato la Cattedrale di Torino, prima di concludere, con altre decine di migliaia di giovani italiani, i cammini regionali a Roma con il Santo Padre, l’11 e il 12 agosto scorsi. Era il 5 sera, durante i Secondi Vespri della Solennità della Madonna del Rocciamelone, patrona della Diocesi di Susa. Presso il santuario della Madonna a valle della grande vetta, avvenne il gemellaggio con la Diocesi di Susa, l’incontro tra i volontari delle due Diocesi e iniziò il primo tratto di cammino congiunto dei 150 km a piedi della settimana, con la partecipazione alla prima parte della processione cittadina con l’antico Trittico raffigurante la Vergine. Si tratta dell’effige che Bonifacio Rotario d’Asti, raggiungendo la cima del Rocciamelone nel 1358, portò sulla vetta e che rimase lassù per oltre 300 anni, prima di essere trasportata nella cattedrale di Susa.

I cammini a piedi di quest’estate, in tutto il territorio di Piemonte e Valle D’Aosta, sono stati particolarmente fecondi dal punto di vista pastorale e spirituale, si sono rivelati un’esperienza indelebile per i giovani che vi hanno partecipato e un successo dal punto di vista organizzativo, una vera sfida in questo tempo di complessità logistiche e di sicurezza.

La consapevolezza che riposa nel cuore di quanti hanno camminato quest’estate è però quella di una gratitudine autentica nei confronti della Provvidenza e la salita al Rocciamelone ha innanzitutto questo significato: compiere un pellegrinaggio di ringraziamento alla Madonna, recando e accendendo, sulla vetta del suo santuario più alto d’Europa, un grande cero votivo.

La seconda ragione risiede in una sorta di compimento degli itinerari che hanno toccato, nel mese di agosto, luoghi significativi della nostra Regione, soprattutto lungo la Via Francigena. Per l’eccezionalità dei percorsi proposti ai giovani, TV2000, attraverso una sua troupe, scelse di realizzare dalla Val di Susa le riprese per le trasmissioni che accompagnavano l’avvicinamento all’incontro nazionale con Papa Francesco.

La prima diretta avvenne proprio da Susa, nella festa della Madonna del Rocciamelone. La stessa troupe di TV2000, affascinata ed entusiasmata dai giovani, dalla proposta spirituale di quei giorni e dalla bellezza della Val di Susa ha così deciso di coronare il ciclo delle puntate televisive sui cammini con un’ultima registrazione, proprio sulla cima del Rocciamelone.

La terza ed ultima ragione è, infine, nuovamente spirituale. Tra pochi giorni inizierà il Sinodo dei Vescovi sui giovani, sul tema «Giovani, fede e discernimento vocazionale», il sui significato è ampiamente approfondito dal nostro Arcivescovo nella sua ultima Lettera Pastorale, «Vieni! Seguimi!». Il pellegrinaggio con una rappresentanza di giovani delle Diocesi di Torino e Susa, promosso dei due Uffici di Pastorale Giovanile, esprime proprio l’intenzione di affidare all’intercessione della Madonna tutti i giovani e i lavori del prossimo Sinodo a loro dedicato.

Possa la nostra preghiera – e la piccola fiamma che arderà ai 3538 m del Rocciamelone – illuminare il cammino di fede di ogni giovane, in ascolto della chiamata del Signore, nell’esperienza gioiosa del suo amore

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