«Ogni nonno riceva la visita di un angelo!» auspica Papa Francesco nel messaggio per la prima Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, il 25 luglio 2021, sul tema «Io sono con voi tutti i giorni» (Matteo 28,20). Vocazione della terza età è «custodire le radici, trasmettere la fede ai giovani e prendersi cura dei piccoli»: «Vorrei che ogni nonno e nonna, ogni anziano e anziana – specie chi è solo – riceva la visita di un angelo. Anche quando tutto sembra buio, il Signore continua a inviare angeli, a consolare la nostra solitudine».
Angeli che «avranno il volto dei nostri nipoti, o dei familiari, degli amici, di quelli che abbiamo conosciuto in un momento difficile». Bergoglio si colloca tra gli anziani (a dicembre compirà 84 anni): «Tutta la Chiesa ci è vicina e ti è vicina. si preoccupa di te, ti vuole bene e non vuole lasciarti solo!». Nella pandemia «tanti se ne sono andati, o hanno visto spegnersi la vita dei propri sposi o dei propri cari, troppi sono stati costretti alla solitudine per un tempo lunghissimo». Ora gli angeli riportino «abbracci e visite» agli anziani.
Se non si onorano gli anziani, non c’è futuro per i giovani. Invita a riconoscere la fedeltà del Signore che chiama operai nella sua vigna «a ogni ora del giorno. Io ho ricevuto la chiamata a diventare vescovo di Roma quando avevo raggiunto l’età della pensione»: quando è stato eletto il 13 marzo 2013 aveva 76 anni. «Ma il Signore è eterno e non va mai in pensione». La vocazione di nonni e anziani «è custodire le radici, trasmettere la fede ai giovani, prendersi cura dei piccoli» perché il Vangelo non ha date di scadenza: «Non esiste un’età per andare in pensione dal compito di annunciare il Vangelo e di trasmettere le tradizioni ai nipoti». A chi vede le proprie energie esaurirsi o fa difficoltà a dedicarsi al prossimo o sente la solitudine come «un macigno», dice «di aprire il proprio cuore all’opera dello Spirito Santo».
I nonni vittime della pandemia. Francesco ripete quanto scritto nell’enciclica «Fratelli tutti» (3 ottobre 2020) e si augura che questo tempo di crisi «non sia l’ennesimo grave evento storico da cui non siamo capaci di imparare». Perché «un così grande dolore non sia inutile», c’è bisogno «di te per costruire, nella fraternità e nell’amicizia sociale, il mondo di domani». Si deve realizzare una nuova costruzione con tre pilastri: i sogni, la memoria e la preghiera. I sogni: «I vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni» promette il profeta Gioele 3,1-5. Solo i giovani possono «prendere i sogni degli anziani e portarli avanti». Per questo gli anziani devono continuare a fare «sogni di giustizia, di pace, di solidarietà. È necessario che anche tu testimoni che è possibile uscire rinnovati dalla prova». La memoria: «Da quella dolorosa della guerra i giovani possono imparare il valore della pace; chi ha dovuto emigrare può aiutare a costruire un mondo più umano e più accogliente. Ma senza la memoria non si può costruire: le fondamenta della vita sono la memoria». La preghiera. Cita il predecessore Benedetto XVI «santo anziano che continua a pregare e a lavorare per la Chiesa».
L’ esempio è il beato Charles de Foucauld, che sarà prossimamente canonizzato: eremita in Algeria, solo nel deserto, «dimostrò che è possibile intercedere per i poveri e diventare un fratello e una sorella universale». Ciascuno «impari a ripetere a tutti, in particolare ai giovani, le parole di consolazione che abbiamo sentito rivolte a noi: “Io sono con te tutti i giorni”». Per la Giornata, la Penitenzieria apostolica concede l’indulgenza plenaria – alle consuete condizioni: confessione sacramentale, Comunione eucaristica, preghiera secondo le intenzioni del Papa – ai nonni, agli anziani e ai fedeli che il 25 luglio prenderanno parte alla Messa di Francesco in San Pietro e alle celebrazioni in tutto il mondo. Indulgenza anche a quelli che il 25 luglio, «dedicheranno del tempo adeguato a visitare in presenza o virtualmente i fratelli anziani bisognosi o in difficoltà, malati, abbandonati, disabili» e agli anziani malati e a chi è impossibilitato a lasciare la casa uniti spiritualmente alle celebrazioni della Giornata. Il 25 luglio ogni diocesi e parrocchia dedica una Messa domenicale alla Giornata; nei giorni precedenti e successivi si possano organizzare celebrazioni e preghiere negli ospedali e nelle residenze per anziani. Si suggerisce di dedicare una memoria particolare agli anziani morti di coronavirus.
Pier Giuseppe Accornero