Terza settimana

AVERE UNO SGUARDO NUOVO E'...

“Si rende indispensabile accompagnare gli sposi nei primi anni di vita matrimoniale per arricchire e approfondire la decisione consapevole e libera di appartenersi e di amarsi sino alla fine” (AL 217)

In un momento della giornata, mettiamoci di fronte ad un’icona, un crocefisso , accendiamo una candela e preghiamo insieme

BRANO: (Lc 24, 13-19)

Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto quello che era accaduto. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò: «Che cosa

COMMENTO

In una civiltà paradossalmente ferita dall’anonimato e, al tempo stesso, ossessionata per i dettagli della vita degli altri, spudoratamente malata di curiosità morbosa, la Chiesa ha bisogno di uno sguardo di vicinanza per contemplare, commuoversi e fermarsi davanti all’altro tutte le volte che sia necessario… La Chiesa dovrà iniziare i suoi membri – sacerdoti, religiosi e laici – a questa “arte dell’accompagnamento”, perché tutti imparino sempre a togliersi i sandali davanti alla terra sacra dell’altro (cfr Es 3,5). Dobbiamo dare al nostro cammino il ritmo salutare della prossimità, con uno sguardo rispettoso e pieno di compassione ma che nel medesimo tempo sani, liberi e incoraggi a maturare nella vita cristiana“. (EG 169) Vicinanza, prossimità, accompagnamento, sono gli atteggiamenti che caratterizzano la vita di coppia e di famiglia, tra marito e moglie, tra genitori e figli, tra fratelli e che trovano compimento nella vita quotidiana con le persone che incontriamo, con le coppie di sposi, con altre famiglie, con i colleghi di lavoro, con i nostri parroci. In coppia si apprende e sperimenta l’arte dell’accompagnamento, si impara a stare “a lato” dell’altro senza invaderne gli spazi. Si impara che l’altro è sempre una terra straniera nonostante lo conosciamo da tanti anni, che l’altro va rispettato nei suoi tempi, nelle sua idee. Questo ci permette di essere prossimi lasciando l’altro libero di accoglierci e di farsi accompagnare, di farsi “guidare” nei momenti tristi e bui che in alcuni momenti oscurano il nostro cammino. Solo nella relazione con l’altro possiamo sperimentare la presenza viva e vivificante di Cristo nella nostra vita che ci parla, sostiene e ama attraverso colui che ci ha posto come compagno di viaggio, anche se fosse per poche centinaia di metri.

IMPEGNO

In questa settimana, prestiamo attenzione alle parole, alle scelte, ai gesti che compiamo ogni giorno per verificare che tipo accompagnamento e vicinanza abbiamo con chi ci è vicino.

SEGNO

Ognuno di noi chiede perdono per le volte in cui ci si è avvicinati senza rispettare la “terra sacra dell’altro”, poi insieme diciamo un Padre Nostro.

RIFLESSIONE DI COPPIA

Nell’intimità della sera:

 

• Pensando a quest’ultimo periodo, siamo stati capaci di prossimità e vicinanza tra noi?

• Pensando ad alcune coppie di amici che stano faticando, come possiamo essere loro prossimi?

 

 

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