Francesco: la longevità è una benedizione

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Dedicato all’odierna Giornata Internazionale delle Persone anziane, indetta dall’Onu, il tweet del Papa sull’account @Pontifex. Il Santo Padre ribadisce l’importanza del ruolo nella società di chi ha una lunga esperienza alle spalle

Giancarlo La Vella – Città del Vaticano

“La vita è un dono e la longevità è una benedizione. La ricchezza degli anni è ricchezza delle persone, ricchezza di esperienza e di storia”. Sono poche parole quelle del Papa affidate al web, ma dense di significato. In un tweet dal suo account @Pontifex in occasione della ricorrenza odierna della Giornata Internazionale delle Persone anziane, indetta dalle Nazioni Unite, e alla vigilia della festa degli Angeli Custodi, Francesco torna a ribadire l’importanza della collaborazione tra le generazioni e del fondamentale ruolo di chi, avendo vissuto più a lungo, ha molto da insegnare. È un’alleanza tra le diverse età quella più volte auspicata dal Pontefice. “Il futuro del mondo sarà di speranza se sarà insieme”, ha detto il Papa nell’udienza generale del 22 settembre scorso a commento del suo viaggio apostolico a Budapest e Slovacchia.

La vecchiaia è un privilegio 

È un vero e proprio camminare uniti, un vero e proprio scambio tra esperienza e vitalità, quello di cui parla Francesco: giovani e anziani insieme soprattutto di fronte alle sfide attuali, prima fra tutte la pandemia, in un mondo che cambia troppo velocemente e che tende a “scartare” i più deboli. Pochi giorni fa, ricevendo la Pontificia Accademia per la Vita, il Papa ha denunciato l’emarginazione di cui soffrono gli anziani che “sono un po’ materiale di scarto, perché non servono”. Invece “sono la saggezza, sono le radici di saggezza della nostra civiltà e questa civiltà li scarta”. Contro di loro si muove quella che il Papa definisce una “eutanasia nascosta”: “Le medicine sono care e si danno la metà soltanto. E questo significa accorciare la vita degli anziani”. Contro questa logica dello scarto, Papa Francesco afferma che “la vecchiaia non è una malattia, ma un privilegio”, come ha Francesco in un recente messaggio ai sacerdoti anziani della Lombardia. Il privilegio, cioè, di essere simile a Gesù “che soffre”.

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