Prima settimana di Quaresima

"Il Signore risana i cuori affranti e fascia le loro ferite" (Sal 147,3)

OPERA DI MISERICORDIA: CONSOLARE GLI AFFLITTI
In un momento della giornata, mettiamoci di fronte ad un’icona, un crocefisso , accendiamo una candela e preghiamo insieme
 
BRANO:  “Gli  Egiziani  ci  maltrattarono, ci  umiliarono e  ci  imposero una  dura schiavitù. Allora gridammo al Signore, al Dio dei nostri padri, e il Signore ascoltò la nostra voce, vide la nostra umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione; il Signore ci fece uscire dall’Egitto con mano potente e con braccio teso, spargendo terrore e operando segni e prodigi, e ci condusse in questo luogo e ci diede questo paese, dove scorre latte e miele“. (Dt 26,6-9)
 
COMMENTO: Quando  sentiamo parlare di afflitti ci vengono in mente persone lontane da noi che vivono situazioni di guerra, di oppressione. Se leggiamo la definizione, però, l’afflitto è colui che vive una condizione di grande tristezza e di angustia, con dolori anche dell’animo. Allora ci rendiamo conto che il consolare gli afflitti è un’opera che ci interpella molto da vicino. Quante persone a noi care e quanti di quelli che incontriamo tutti i giorni vivono situazioni o momenti di tristezza e dolore? Consolare richiede innanzitutto la capacità di intercettare il dolore e la fatica altrui, la capacità di accogliere e fare nostra quella sofferenza, la capacità di rispondere ad una richiesta di aiuto, a volte non espressa, con un atteggiamento di prossimità e vicinanza. Consolare è sopratutto un’opera spirituale, prima di tante parole ci viene chiesto un movimento del cuore, una vicinanza discreta, dove il silenzio diviene un’azione attiva ed efficace più di tante parole, dove un gesto, un abbraccio, un sorriso dicono di più di ogni altra cosa. Quante volte abbiamo sperimentato tutto questo nella nostra vita, quante volte abbiamo ricevuto dagli altri questo dono. Il Signore in questo tempo di conversione ci chiede gesti di amore, poiché solo l’amore ricevuto e donato, può cambiare le cose, ma soprattutto può cambiare noi stessi.
 
IMPEGNO DI FAMIGLIA:
In questa settimana, stiamo attenti alle persone che incontriamo e proviamo a farci vicini in particolare a quelle che stanno vivendo un momento di fatica.
 
SEGNO:
Ognuno dice ad alta voce il nome di una persona che conosce che in questo momento è un po’ triste, poi insieme diciamo un Padre Nostro per le persone che abbiamo nominato.
 
  
 
RIFLESSIONE DI COPPIA
Nell’intimità della sera:
 
·    Raccontiamoci un momento di fatica vissuto di recente: ti ho sentito/a vicina? Ho saputo chiederti aiuto?
·    Chi dei nostri amici o parenti sta vivendo un momento di dolore o di tristezza? Cosa stiamo
facendo o potremmo fare per loro?
 

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