Quarta settimana di Quaresima

SOGNO UNA CHIESA... "Povera per i poveri" (EG 198)

QUARTA SETTIMANA
SOGNO UNA CHIESA…
“Povera per i poveri” (EG 198)

 
ABITARE

In un momento della giornata, mettiamoci di fronte ad un’icona, un crocefisso , accendiamo una candela e preghiamo insieme
BRANO: ” Un tempo infatti eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come figli della luce; 9ora il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità. 10Cercate di capire ciò che è gradito al Signore. (Ef 5,8-10)

COMMENTO

“Se qualcuno ama un fiore, di cui esiste un solo esemplare in milioni e milioni di stelle, questo basta a farlo felice quando lo guarda”. (Il piccolo principe)
Nella sua etimologia la parola abitare vuol dire “continuare ad avere, dimorare, tenere” quasi si trattasse di un atteggiamento di possesso. C’è un significato molto più profondo al quale papa Francesco ci rimanda che è quello di prossimità, vicinanza del cuore e dello spirito. Abitare è stare alla presenza dell’altro, abitare la sua vita, le sue gioie, le sue fatiche. La prima tentazione che ci viene quando siamo di fronte a una situazione di sofferenza, fatica, povertà è quella di “agire”, fare qualcosa per risolvere il problema, quello che il papa ci chiede è innanzitutto di stare alla presenza dell’altro, di metterci nei panni dell’altro, di “compatire” (patire con), di essere “poveri per i poveri”. Nella vita di coppia, quante volte (sopratutto gli uomini) siamo tentati di dare soluzioni ai problemi quando invece ciò di cui l’altro ha bisogno è di essere compreso, affiancato, dove la sola presenza silenziosa opera più di mille azioni. Il primo movimento deve sempre essere quello del cuore: l’amore donato genera gioia sia in chi lo riceve sia in chi lo offre, come ci suggerisce il piccolo principe, perché ognuno di noi è quell’esemplare unico nell’universo che se si sente amato di un amore unico questo basta per renderlo felice.

IMPEGNO

In questa settimana, proviamo ad “abitare” le situazioni e le persone che incontreremo nelle nostre giornate.

SEGNO

Pensiamo ad un momento concreto in cui, tra coniugi, in famiglia, abbiamo pensato prima ad agire che a comprendere, raccontiamolo poi insieme diciamo un Padre Nostro.
RIFLESSIONE DI COPPIA
Nell’intimità della sera:

  •  Pensiamo a momenti di sofferenza e fatica, come ci comportiamo?
  •  Siamo capaci di chiedere e dare sostegno o pretendiamo di sapere cosa serve all’altro o che l’altro sappia sempre cosa deve fare?
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