MONS. CHARRIER UN "ESEMPIO"
Una spesa per il mondo del lavoro
Nella mattinata del 7 ottobre 2011 è tornato alla casa del Padre Mons. Fernando Charrier, un Vescovo che ha fatto del mondo del lavoro il luogo fondamentale della sua opera di pastore. Spero di poter esprimere il sentimento di tutti coloro che in questi anni, non solo come delegati diocesani della Regione ecclesiastica Piemonte e Valle d’Aosta, ma anche come religiosi e laici collegati alla Pastorale Sociale e del Lavoro che hanno collaborato con lui e ne hanno gustato la competenza, l’attenzione ai problemi, lo spirito profetico e il coraggio. Alla fine degli anni novanta, affiancando il compianto don Gianni Fornero presso l’ufficio pastorale Sociale e del Lavoro di Torino, avevo avuto la possibilità di conoscerlo, ma dal 2004 proseguendo il cammino che don Gianni aveva intrapreso anche come segreteria regionale, ho avuto il privilegio di collaborare direttamente con Mons.Charrier per quatto anni. Mi ha affiancato con pazienza in quel momento di passaggio per l’Ufficio pastorale così delicato, facendo quello che era essenziale in quel momento: incoraggiare me e tutti i collaboratori della commissione regionale, dando fiducia e manifestando stima in modo esplicito. Questo è il dono più importante di un Vescovo ai suoi sacerdoti e lui, per la prima volta, me lo ha fatto sperimentare. La sua competenza e fermezza non erano miscelate alla severità, fonte di divisione e di ferite profonde, ma a quello spirito paterno che è conferma dell’autentica autorevolezza. E’ stato un maestro per noi, cosciente delle difficoltà sempre più grandi che in quegli anni si susseguivano nella vita sociale e, in particolare, nel mondo del lavoro. Una complessità che ancora oggi chiama alla conversione, come lui stesso si esprimeva, dei vescovi e dei sacerdoti a considerare gli ambienti di vita autentici “luoghi teologici”, opportunità di evangelizzazione da cogliere nella continua attenzione ai segni dei tempi. Le commissioni regionali, i convegni vissuti insieme, ma soprattutto gli incontri personali andandolo a trovare nella sua casa ad Alessandria o a Mentoulles suo luogo di nascita, mi hanno segnato profondamente. Ho ascoltato un uomo appassionato, forte e coraggioso, sempre aperto a quella relazione fatta di schiettezza e dolcezza insieme che è garanzia di ricerca autentica della verità. E’ soprattutto da lui, come Vescovo, che ho intuito la ricchezza e l’unicità della Pastorale Sociale e del Lavoro, qualche volta incompresa, come lui stesso diceva, certamente scomoda per chi intende l’azione pastorale ancora vincolata a schemi che lasciano da parte la vita concreta vissuta dagli uomini.  Mi ha sempre detto: “Questa pastorale ti farà soffrire, ma permette di far incontrare il Signore agli uomini del lavoro, dell’economia, della politica…”. Aveva ragione. Quel sorriso che tanto mi ha aiutato negli anni, insieme al portamento austero continuerà ad accompagnarmi come, ne sono certo, rimarrà nel cuore di tutti come incoraggiamento nei momenti difficili. Sono riconoscente con voi al Signore per il dono che ci ha fatto di conoscerlo,  per il suo grande impegno e il dono di sé nelle Diocesi a lui affidate e a favore dell’evangelizzazione del mondo del lavoro. Per questo e per tutto ciò che è stata l’esperienza di ciascuno, insieme a tutto ciò che solo il Signore conosce, lo ricordiamo nella preghiera al Buon Pastore delle nostre anime.  
 

Don Daniele Bortolussi

condividi su