“Tragedia che impone di ripensare agli obblighi della societa’ verso i malati psichici e le loro famiglie”

Riflessione di mons. Cesare Nosiglia sul caso doloroso di Andrea Soldi, pubblicata su "La Stampa" del 18 agosto 2015

«È con profondo dolore che ho appreso della vicenda tragica che ha colpito Andrea, i suoi cari e che ha provocato tante domande angosciose nell’opinione pubblica non solo torinese. In quei giorni ero fuori Torino in pellegrinaggio ai santuari di Ars e Banneux e non ho potuto partecipare ai funerali come avrei desiderato. La mia preghiera e il ricordo al Signore ha accompagnato in particolare questa celebrazione presieduta da don Primo Soldi, che ho sentito e di cui ho apprezzato molto l’omelia, che ha interpretato i sentimenti suoi e anche miei e dell’intera comunità cristiana di Torino. E questo è certamente il contributo più prezioso che, come Chiesa, possiamo offrire a chi è nella sofferenza – come ho avuto modo di dire espressamente al padre di Andrea. La fede, la preghiera e la vicinanza non hanno bisogno di interventi pubblici, ma di parlare al cuore di chi in questi momenti è gravato da una prova così dura e difficile da accogliere.

Per il resto, c’è un’indagine in corso: e la Magistratura ha tutte le prerogative e le competenze necessarie per stabilire le eventuali responsabilità. Agli inquirenti chiediamo di lavorare con tutta la sensibilità che vicende come queste richiedono: sappiamo bene quanto il mondo del disagio psichico sia delicato e “sconvolgente” non solo per i malati ma per le loro famiglie e i contesti vitali che ne sono toccati. Crediamo sia importante tener conto che il clamore mediatico, la curiosità e l’indignazione fine a se stesse non sempre sono “utili” né per stabilire la verità dei fatti né per migliorare la qualità effettiva dei servizi che le istituzioni sono tenute a fornire.

Come Chiesa di Torino da tempo siamo impegnati nel campo del disagio psichico, con iniziative specifiche oltre alle presenze ospedaliere. Dal 2007 è attivo il Tavolo diocesano Salute Mentale, ideato congiuntamente da Caritas e Pastorale della Salute, che lavora soprattutto per sostenere le famiglie coinvolte nel problema. Dal 2010 esiste Lu.Me., servizio di ascolto anche telefonico per i familiari dei malati, per pazienti non ancora seguiti dagli operatori sanitari, per operatori pastorali.

Nelle parrocchie incontriamo con sempre maggiore frequenza persone con disagio psichico, legato anche alle difficoltà dovute alla crisi economica. Da 4 anni il Tavolo diocesano organizza un convegno sul tema “Il dolore della mente”, per aggiornare gli operatori delle parrocchie e del territorio (il prossimo incontro si terrà il 24 ottobre). Iniziative analoghe sono state promosse nelle diocesi del Piemonte e nel resto del Nord Italia. L’azione della Chiesa non è di natura sanitaria ma relazionale: siamo convinti che il disagio e la sofferenza psichica sia affrontabile non solo a livello di cura medica ma anche, e soprattutto, a livello di contesto, di comunità.

La tragedia di Andrea impone a tutti (Chiesa, istituzioni, opinione pubblica) di ripensare con attenzione, e non in maniera episodica, agli obblighi che la società ha nei confronti dei malati psichici e delle loro famiglie. Le cure appropriate devono essere gestite con professionalità e rispetto delle persone; ma, come credenti, sappiamo che sono l’amore e la vicinanza, in ogni momento, a fare la differenza: questo è il balsamo più efficace per prendersi carico di questi nostri fratelli e sorelle.
 

Mons. Cesare Nosiglia
Arcivescovo di Torino».

 
Torino, 17 agosto 2015
 

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