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       Il risparmio etico consiste nell’affidare i capitali accantonati ad intermediari finanziari affinché li impieghino in attività produttive aventi finalità sociali, sia nel Nord che nel Sud del mondo. È un modo per valorizzare il denaro risparmiato, magari con fatica e, in qualche misura, rimetterlo in circolazione a favore dei gruppi sociali generalmente esclusi dal mercato finanziario, garantendo così una più equa redistribuzione della ricchezza.
Il risparmio etico risponde ad una logica di giustizia, che si differenzia dal criterio di beneficienza tipico dei fondi etici di molte banche: in questo caso, infatti, una parte degli interessi viene devoluta ad enti operanti in ambito sociale.
Agire in maniera etica nell’utilizzo del proprio risparmio significa, dunque, essere coscienti che esso non è neutrale, poiché ha il potere di orientare un cambiamento verso una società più giusta.
 
       Trasparenza. È un’esigenza che non si deve limitare all’esplicitazione delle condizioni applicate alla raccolta o alla concessine di credito, ma dovrebbe riguardare anche il tipo di attività produttive che le agenzie finanziarie sostengono con il denaro dei risparmiatori.
 
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