Presentazione
 
Il tema del “consumo di suolo”, bene comune e a scarsità assoluta, è da tempo all’attenzione dell’opinione pubblica anche sul nostro territorio. Esso investe direttamente e indirettamente diverse dimensioni sociali, non ultime la dimensione stessa del lavoro che può certamente essere promosso da grandi opere ma che, occupando gradualmente il nostro territorio, finiscono con incidere non solo sulla natura, ma anche sui nostri stessi stili di vita. Alcuni dati ci possono aiutare a comprendere la dimensione del problema e le implicazioni sociali connesse.
 
Nei Paesi Ue, il consumo di spazio procapite è raddoppiato nell’arco di mezzo secolo, con un’accelerazione negli ultimi 20 anni, quando ad una crescita demografica del 6% ha corrisposto un incremento dell’urbanizzato del 20%. Nel nostro Paese per quanto riguarda il consumo di territorio dal 1951 ad oggi si è asfaltato e cementificato oltre un terzo della superficie non urbanizzata (circa 11 milioni di ettari); in particolare, fra il 1991 ed il 2001 si sono consumati più di 3 milioni di ettari di territorio agricolo, un’estensione pari a Piemonte e a Liguria messi assieme e la nostra regione non è esente da questo fenomeno.
 
Gli impatti del consumo di suolo sono davanti a tutti per la perdita di terreni naturali e agricoli, spesso fertili, di aziende e produzioni agricole, di cultura e tradizioni rurali, di biodiversità, di paesaggio agrario, ecc., per non parlare degli impatti drammatici, se la citata tendenza proseguirà inalterata, sul dissesto idrogeologico, sulle emissioni di gas serra e sui cambiamenti climatici. In tale contesto, si può convenire con quanti ritengono che il consumo di suolo abbia luogo più nel segno dell’arroganza, dell’abusivismo che non della necessità.
 
Se, dunque, è indispensabile che gli studiosi provvedano ad individuare parametri capaci di definire cosa correttamente abbia a intendersi per suolo e per consumo di suolo e che siano disponibili dati in grado di quantificare e qualificare le varie tipologie di consumo di suolo (aree edificate e relative pertinenze, da aree destinate a cave, discariche, componente di consumo legata alle infrastrutture viarie extraurbane), urgente è l’esigenza di ricercare, a fine di bene comune, l’equilibrio tra attività umane e “ragioni” del creato, di promuovere “moderne città sostenibili” e di privilegiare l’integrazione fra città e campagna nello sviluppo sostenibile.
Il Convegno organizzato il 4 dicembre all’IRES Piemonte da parte della Pastorale Sociale e del Lavoro si inserisce in un programma di iniziative sul tema del suolo promosse in modo condiviso a livello di regione ecclesiastica Piemonte e Valle d’Aosta, due delle quali già previste rispettivamente a Mortara (PV) il 2 aprile - “La terra tra Dio e l’uomo” e a Cuneo il 7 maggio - “Alcune criticità nell’uso del suolo”.
Dal complesso delle varie iniziative emergeranno orientamenti pastorali che saranno messi a disposizione di parrocchie e unità pastorali, associazioni e movimenti per far conoscere ed agevolare il dibattito su queste tematiche così complesse.
 
Don Daniele Bortolussi
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