Celebrare la confermazione

Molte sono le celebrazioni delle Cresime nel tempo di Pasqua. Troppe? La difficoltà di trovare i sacerdoti crismatori disponibili, a fronte di una grande numero di richieste, sembrerebbe far dire di sì. Eppure il tempo che dalla Pasqua porta alla Pentecoste è certamente quello più indicato per la celebrazione di questo sacramento, che perfeziona la grazia del Battesimo. Come la Pentecoste porta a compimento e a pienezza il Mistero della Pasqua, così il sacramento della Confermazione porta a compimento il dono battesimale. Certamente la corrispondenza non deve essere intesa in modo rigido e assoluto, giacché non vi sono tempi in cui la celebrazione del sacramento della Confermazione è proibita (anche se la Quaresima è proprio il tempo meno adatto). E tuttavia nella gioia della Pasqua, dove si ascoltano i grandi testi degli Atti degli Apostoli, tutto sembra dire: “La Risurrezione la puoi annunciare solo se hai ricevuto il dono dello Spirito!”. La celebrazione nel tempo di Pasqua esprime bene questi contenuti: semmai può essere utile, magari per i prossimi anni, non concentrare le richieste nelle domeniche dell’Ascensione e della Pentecoste: tutte le domeniche di Pasqua costituiscono un tempo opportuno per la celebrazione.
Nel frattempo, ci si può porre l’interrogativo circa l’opportunità, in alcune situazioni, di unire più comunità nella celebrazione delle Cresime, soprattutto dove le comunità – e conseguentemente – i numeri sono piccoli, e dove è il Vescovo in visita alle parrocchie dell’unità pastorale a presiedere la celebrazione. Ricordiamo, al proposito, che uno dei significati e degli effetti del sacramento della Cresima è proprio l’inserimento nella pienezza dell’appartenenza ecclesiale, manifestata dal vescovo, quale ministro ordinario.
Quanto al momento opportuno nel quale celebrare il sacramento, si ripropongono questioni pastorali simili a quelle già rilevate a proposito della prima Comunione. L’ottimo è nella celebrazione domenicale, alla presenza della comunità parrocchiale; ma bisogna tenere conto dei numeri, della preparazione dei genitori e dei parenti, della capienza della chiesa. L’importanza di garantire una certa ospitalità, per cui parenti e genitori possano partecipare, chiede di evitare, per quanto possibile, grandi numeri: d’altra parte, occorre confrontarsi con le forze della comunità, oltre che con la disponibilità del vescovo e dei sacerdoti crismatori. L’equilibrio e l’attenzione ai diversi elementi che entrano in gioco aiuteranno a scegliere la modalità più opportuna.
In ogni caso, è bene che queste celebrazioni non siano soffocate da altri momenti celebrativi o comunitari (battesimi, prime comunioni, anniversari di matrimoni, feste patronali…), così da far bene ogni cosa, al tempo giusto e con la giusta calma. Un’altra avvertenza che può essere utile è quella di non temere di unire adulti e ragazzi nella medesima celebrazione: il perfezionamento del battesimo e la maturità della fede non sono una questione anagrafica; peraltro, ciò potrebbe aiutare a non cedere alla tentazione di animare la Messa in modo infantile. Ma su questo punto specifico, torneremo in modo più puntuale, domandandoci come celebrare le Cresime, cosa fare e cosa non fare. Lo faremo da due punti di vista: quello dei crismatori, che girando per le parrocchie ne vedono di tutti i colori; e quello delle comunità, che si attendono una buona presidenza liturgica, semplice, seria e bella.
Don Paolo Tomatis
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