Fiorire… in semplicità

«Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce» sono le prime parole che ascolteremo da Isaia la notte di Natale, parole di speranza rivolte a ciascuno di noi come furono rivolte agli israeliti deportati a Babilonia. Difficile ritrovarne il senso, sommersi come siamo nel Natale del consumo facile. La tentazione esiste anche nel nostro modo di fiorire la liturgia, che inconsapevolmente ci può portare a decorare la chiesa come le vetrine dei supermercati. Invece la liturgia chiede semplicità e misura, anche a Natale quando la gioia nasce dalla profonda consapevolezza che «l’amore di Dio si è manifestato per la salvezza di tutti gli uomini» (Tt 2,11)..

 
 
La composizione – La composizione conclude il progetto che ha accompagnato tutto l’Avvento. All’interno di questa particolare corona di Avvento realizzata con tralci di vite e sorretta dai vasi di vetro, una composizione quasi a colonna per la quale sono state utilizzate solo rose bianche e qualche ciuffo di gipsophila.
Il fogliame, ruscus e felci, accompagna la linea della composizione: pochi tralci leggeri in alto che si infittiscono a mano a mano che scendono verso la base fino ad incontrarsi con due foglie di monstera (della famiglia del filodendro). Per accentuare la verticalità della composizione e permetterle di superare la linea dei tralci di vite, sono stati aggiunti alcuni rami sbiancati.
 
La composizione è volutamente «incompiuta», per permettere a chi lo desidera di fare posto alla tradizionale statua di Gesù bambino, meglio se adagiata su una corteccia, senza paglia né centrini… Un buon suggerimento potrebbe essere di aumentare il numero dei ceri, raggruppandoli a due o a tre e spargere qua e là una manciata di lumini nei loro piccoli contenitori di vetro, in modo che la luce rimbalzi dagli uni agli altri, riflessa e moltiplicata dal vetro dei vasi. Qualche ciuffo di muschio accanto ai ceri può completare l’insieme.
 
La medesima composizione potrà essere realizzata anche nel caso si sia utilizzato un solo vaso, accostando gli elementi secondo lo spazio disponibile e distribuendo eventualmente i lumini sui gradini del presbiterio, a formare una piccola strada di luce.
Daniela CANARDI
 
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