Per i lettori, grande gioia e stupore

La celebrazione del mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio inizia in realtà con la prima domenica d’Avvento ed è costituita da un cammino di preparazione di quattro settimane scandito e guidato dalle letture del lezionario festivo e di quello feriale.
 
Un cammino che deve essere caratterizzato dai sentimenti tipici dell’attesa, della gioia, della speranza, della gratitudine. Le letture di questo periodo hanno il compito di farci giungere preparati al momento culmine: le quattro messe della solennità del Natale del Signore (vespertina, notturna, dell’aurora e del giorno).
 
Soffermiamoci sulle letture della celebrazione notturna. Al centro il Vangelo con la narrazione di Luca della manifestazione della gloria del Signore con la nascita del Salvatore: irrompe come una luce, provoca spavento nei pastori, ma poi fa nascere una grande gioia. La prima lettura ci spiega come questa nascita rappresenti il compimento della parola del profeta Isaia ossia il termine dell’oscurità della sofferenza e dell’oppressione e l’inizio di una nuova epoca.
 
Il salmo 95 è il grido di risposta entusiasta all’annuncio che la salvezza è per tutti i popoli della Terra. La seconda lettura ci fa comprendere l’importanza dell’evento in prospettiva escatologica: l’umile nascita in una grotta è il preludio alla manifestazione finale della gloria di Dio.
 
I lettori che si alterneranno all’ambone avranno innanzitutto il compito di trasmettere all’assemblea un senso di stupore e di grande gioia. Sono pertanto da evitare letture fredde e prive di interpretazione. Nella prima lettura vi sono una decina di parole o verbi che esprimono gioia e letizia: dobbiamo saperci immedesimare nel popolo che dalle tenebre passa alla luce della salvezza. Il breve brano della lettera a Tito deve essere letto con calma ma con non minore gioia.
 
La lunga prima frase deve essere bene articolata in modo da esprimerne con chiarezza tutta la ricchezza teologica. Nel vangelo deve essere evitato il rischio di una lettura monotona di un racconto arcinoto e va dato particolare rilievo all’annuncio dell’angelo, che sintetizza il senso dello straordinario evento, e alla proclamazione finale del coro celeste. Un brivido di gioia e di felicità deve percorrere l’intera assemblea!
Bruno BARBERIS
 
 
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