Nel tempo di Quaresima i «segni dell’alleanza»


In questo anno della Redditio fidei siamo chiamati ad approfondire, nel tempo di Quaresima, i «segni dell’alleanza»: i sacramenti. Dio ha un progetto per ogni cristiano: Egli ci chiama a vivere l’alleanza con Lui, seguendo le orme di Gesù e lasciandoci santificare dalla grazia dello Spirito.
«Chiamati a vivere in comunione con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo l’uomo viene rinnovato nell’essere e nell’agire. Con la sua libera cooperazione, il germe della vita nuova può crescere fino alla perfezione della carità» (dal Catechismo: La verità vi farà liberi, n° 799).

Il ciclo A dell’anno liturgico ci aiuta a ripercorrere con Gesù il cammino verso la Pasqua, per riscoprire il dono della fede a noi donata dal Battesimo.

La prima domenica ci propone la scelta di essere fedeli al progetto di Dio, come ha fatto Gesù fin dall’inizio della sua missione (Mt 4,1-11); anche l’apostolo Paolo (Rm 5,12-19), ricordandoci la legge antica e il peccato, ci dà la buona notizia che in Cristo abbiamo ricevuto «l’abbondanza della grazia e il dono della giustizia».
Nella seconda domenica, la trasfigurazione di Gesù ci introduce nella “nube” che rappresenta la nostra entrata nel progetto divino e ci richiama all’ascolto della Parola di Gesù, in cui troviamo il compimento della legge (Mt 17,1-9); la terza, la quarta e la quinta domenica hanno una liturgia tipicamente battesimale e ci aiutano a rinnovare in noi l’incontro con Gesù attraverso i sacramenti dell’iniziazione cristiana (l’acqua viva, nel racconto della Samaritana, la luce vera, nell’incontro di Gesù con il cieco nato, il dono della vita eterna, nell’episodio della risurrezione di Lazzaro).

Per aiutarci a riscoprire il dono dei sacramenti, proponiamo una celebrazione di contemplazione dell’immagine del Padre misericordioso di Rembrandt.
La celebrazione è strutturata attorno a quattro momenti fondamentali: i riti di introduzione (monizione, momento laudativo, orazione), la proclamazione della Parola di Dio (proclamazione del testo dal Vangelo di Luca 15,11-32, pausa di silenzio, meditazione, silenzio), la preghiera litanica, i riti di conclusione. (Il testo completo della celebrazione è disponibile sul sito diocesano).

In questo articolo, vogliamo fornire alcune indicazioni a tutti coloro che desiderano preparare con attenzione questa celebrazione.

Pregare con un’icona è un gesto di contemplazione: è dunque importante creare un clima di raccoglimento e di silenzio. Suggeriamo perciò di curare con attenzione il luogo dove si prevede di svolgere questa celebrazione. E’ necessario che sia un luogo che favorisca la preghiera il radunarsi in silenzio attorno all’icona.
L’immagine è un segno della presenza di Dio: è opportuno perciò che sia dignitosa e posta in un luogo di rilievo.
La celebrazione è una esperienza di “contemplazione”: la liturgia prevede canti e letture, ma l’attenzione deve essere primariamente orientata allo “sguardo”. Più che pregare con le parole, è un pregare degli occhi. È perciò essenziale poter sostare qualche istante prima dell’inizio della celebrazione di fronte all’immagine, possibilmente compiendo un gesto di “ossequio” come: il portare un fiore, l’accendere di una candela, l’incensazione dell’immagine. Il gesto educa così il cuore a cogliere la presenza di Dio.
Questa celebrazione costituisce un modo diverso di “ascoltare ed interiorizzare” la Parola di Dio. È perciò particolarmente importante dare il giusto rilievo al testo evangelico e al suo commento.
(Presso la libreria Buona Stampa – in corso Matteotti 11 a Torino – è possibile acquistare l’immagine del Padre misericordioso di Rembrandt)
 

Morena Baldacci

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