Tempo di Pasqua, tempo di canto

Questa non è notte, […] / se rosseggia in letizia / la sacra brace / crepitante,/ se, nel buio ardente, / partorisce il silenzio / i freschi vagiti / dell’alleluia… / Questa non è notte!

Queste parole di Davide Maria Montagna (1937-2000), un confratello del più famoso David Maria Turoldo, ci fanno partire dalla Notte della Veglia Pasquale per proiettarci sul grande Tempo della Pasqua, il tempo in cui la luce della risurrezione illumina tutti e tutto di nuova speranza; per ricordarci che anche in tempi di crisi come quello attuale c’è motivo di essere nella gioia e nella festa.
Dunque si deve far festa nei giorni del Risorto, e allora non possono mancare il canto e la musica. E in particolare nelle nostre celebrazioni liturgiche. Se la Quaresima ha messo un po’ la sordina (forse) a canto e musica, questo è il tempo di sciogliere il nostro canto per lasciare che racconti l’inesprimibile gioia della risurrezione di Gesù e della luce che scaturisce dal sepolcro vuoto.

È bene ricordare subito che non solo il giorno di Pasqua, ma tutta la «cinquantina» del Tempo Pasquale deve avere la stessa intensa connotazione di gioia e speranza. Se quindi il giorno di Pasqua e l’ottava saranno senz’altro un po’ «sopra le righe», ciò non significa che le altre «Domeniche di Pasqua» possano diventare… simili a quelle del Tempo Ordinario!
Ovviamente la scelta dei canti sarà fatta cercando prima di tutto nella sezione «Pasqua» a partire dal numero 532 del nostro repertorio regionale «Nella casa del Padre». Ma attenzione a non limitarsi a esaminare la sezione dei canti chiaramente e fortemente dedicati a quel tempo liturgico; consultando il «Prontuario» posto nelle ultime pagine, si possono reperire altri canti con particolari riferimenti pasquali, come ad es. Opere tutte – Surrexit Christus (Dn 3, 57-88) (157); Cantiamo te (619); Emmaus (644); Gioia del cuore (648); Musica di festa (680); O luce gioiosa (694); Psallite Deo (703); Ritmate sui tamburi (714); Signore, sei venuto (728); Tu sei la mente (746).
Anche il sito dell’Istituto diocesano di Musica e Liturgia contiene molti suggerimenti per la una scelta oculata dei canti da eseguire (www1.www.diocesi.torino.it/curia/idml//liturgiafestiva).

Lasciando quindi alla consultazione del Prontuario la scelta dei canti da fare in questo tempo, soprattutto per il canto d’ingresso e quello di Comunione, ci permettiamo di segnalare alcune opportunità musicali che vengono dal rito di queste settimane.
Innanzi tutto si deve tener presente che in queste domeniche è bene… esagerare un po’ con il canto e la musica. E non solo in quantità, ma soprattutto nello stile e nella vivacità.
Altro aspetto importante da considerare è che tutto il Tempo di Pasqua è tempo dello Spirito Santo, e non solo la domenica di Pentecoste. Questo potrebbe tradursi nel proposito di inserire sempre, ogni domenica, un canto allo Spirito Santo (vedere la sezione «Pentecoste – Spirito Santo», ma anche il Prontuario e alcuni canti interessanti dell’appendice piemontese nei numeri 801830).

Proviamo ora a prendere in esame alcuni elementi rituali e la loro possibile esecuzione in musica.
Dopo il canto di ingresso, si incontra subito l’atto penitenziale che, a differenza delle settimane precedenti quaresimali, non converrà amplificare troppo; allo scopo potrà essere utile recitarlo in modo sobrio e veloce; oppure potrebbe essere conveniente cercare la proposta più «gioiosa» che ci offre il repertorio (ad es. il n. 218); o ancora ci si potrebbe servire della seconda formula (ai numeri 204 e soprattutto 205, che è più originale anche se meno orecchiabile).
Sicuramente sarà importante che in tutto questo periodo si provi a cantare il Gloria; e possibilmente tutto e non solo al ritornello.

Ovviamente l’acclamazione al Vangelo – finalmente – potrà essere presa tra quelle che ogni comunità conosce bene. Ma si tenga comunque presente che la natura stessa di questo elemento rituale richiede uno stile vigoroso e convinto! Si tratta di una acclamazione, e non di una litania o richiesta di perdono! Capita non di rado trovare in conventi o comunità religiose – ma anche in tante parrocchie – uno stile molto «pio» nell’eseguire queste parole. E invece bisogna cantare con voce decisa, convinta e vigorosa. Quindi attenzione al ritmo, alla velocità, al volume e allo stile con cui si acclama al Signore che ci parla nel Vangelo!
Un altro elemento che con la musica potremo evidenziare riguarda l’anamnesi. Qui possono andar bene il primo testo («Annunciamo… Proclamiamo la tua risurrezione…»; nn. 328331) oppure anche il terzo che ricorda la salvezza di Gesù («Tu ci hai redenti con la tua croce e risurrezione…»; nn. 335337).
Anche l’Amen al termine della dossologia («Per Cristo, con Cristo e in Cristo…») è opportuno che sia cantato… e con molta convinzione, per esprimere bene l’adesione alla nuova ed eterna Alleanza del Signore che ci salva e ci dona speranza! (cf. i nn. 338349).

E infine un bel canto gioioso e scoppiettante eseguito dal coro (oppure una analoga sonata strumentale) può adeguatamente accompagnare il congedo e l’uscita di chiesa dei fedeli.

don Carlo Franco
 

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