La formazione del gruppo lettori

Riprendiamo in questo articolo il tema della formazione dei lettori, affrontato nell’articolo precedente. In particolare, dopo aver sottolineato l’importanza di costituire e organizzare un gruppo lettori, tentiamo di delineare il modo con cui svolge il suo servizio. Anzitutto, è indispensabile curare la propria formazione. Quando si parla di formazione dei lettori occorre distinguere diversi piani di lavoro. Per prima cosa, ma non unica, occorre una preparazione tecnica che permetta di fare il salto dal “leggere le letture” alla “proclamazione” della Parola di Dio. Tale competenza si acquisisce con pazienza e costanza partecipando, per quanto è possibile, a corsi specifici. Non è infatti sufficiente saper leggere, ma occorre che il lettore presti la sua voce alla Parola, perché questa risuoni nelle orecchie, nella mente e nel cuore dei fedeli che partecipano alla celebrazione.

Parallelamente alla formazione tecnica, potrebbe essere opportuno, all’inizio di ogni anno pastorale, proporre un tema liturgico di approfondimento. A questo proposito, ci permettiamo di fare alcuni esempi di temi che possono costituire una base solida e necessaria per svolgere bene il proprio servizio.

Tra la diverse possibilità di approfondimento formativo ci sembra opportuno segnalare: la struttura della Liturgia della Parola; il luogo della Parola; l’ordinamento delle letture nel Lezionario; l’anno liturgico; come si preparano e si leggono le preghiere dei fedeli; la celebrazione del Triduo Pasquale; ecc.

Ogni anno poi, si può approfondire, dal punto di vista biblico, uno o più libri della Bibbia. Corsi di carattere biblico sono organizzati dall’Ufficio catechistico, dal Centro teologico, dalla Facoltà teologica e dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose: ma è bene che la formazione specifica del gruppo dei lettori sia graduata sui diversi livelli di preparazione dei partecipanti, perché ciascuno si trovi a suo agio.

È poi importante aver cura di individuare nuovi lettori, guardandosi intorno con “occhi nuovi” (il gruppo lettori non deve essere un gruppo chiuso di inamovibili): la celebrazione feriale potrebbe essere un primo momento per invitarli a provare e verificarne l’attitudine.

Per questo è opportuno promuovere con una certa cadenza corsi per nuovi lettori, eventualmente a livello di Unità Pastorali, ma anche sollecitare continuamente i “vecchi” lettori a non tralasciare mai l’approfondimento e la preparazione, soprattutto delle letture dei tempi forti (all’inizio della Quaresima si potrebbe organizzare qualche incontro per preparare insieme le letture del triduo e specialmente del passio).

C’è poi un terzo livello di formazione da prendere in esame, ed è il rapporto personale tra ciascun lettore e la Parola di Dio, un rapporto che va curato, cercato, amato.

Quanto ai luoghi della formazione, il primo luogo è la parrocchia o l’Unità Pastorale, ma non va dimenticato che in Diocesi ci sono molte opportunità: prime fra tutte i corsi di liturgia, di tecniche di lettura e biblici presso l’Istituto Diocesano di Musica e Liturgia e i “laboratori di ascolto della Parola”, che da questo anno pastorale sono stati proposti in alcune zone della diocesi.

L’Ufficio liturgico con la sua equipe è comunque sempre a disposizione delle parrocchie e delle Unità Pastorali per suggerimenti, orientamenti epercorsi formativi. Segnaliamo inoltre fine che notizie sempre aggiornate e indicazioni utili si possono trovare sul sito www.www.diocesi.torino.it in particolare nella pagina Ufficio liturgico diocesano.

Silvia Vesco

condividi su