Quei foglietti che distraggono…

Spesso, nelle parrocchie troviamo sui banchi i foglietti per seguire le letture: sono davvero un aiuto o solo una cattiva abitudine?

Don Domenico Mosso in uno dei suoi libri più famosi: «La Messa e il Messale», affermava: «Abbasso i foglietti!» Fogli volanti da distribuire ai fedeli, domenica per domenica, dove si presenta la liturgia del giorno in formato standard, prefabbricata e rifinita in ogni particolare, garantita buona per tutte le assemblee, dispensati così da ogni fatica di preparazione e responsabilità di scelta e di adattamento.

Questi sussidi cominciarono a diffondersi nelle parrocchie subito dopo la riforma liturgica, per facilitare e favorire la partecipazione dei fedeli alla liturgia rinnovata. Già prima però, erano in uso i messalini per poter consentire alle persone più devote di seguire personalmente il rito della Messa. Lo stesso Messale Romano consente la pubblicazione di appositi edizioni minori del messale, ma solo per un uso «personale e familiare» (Messale Romano, X,12). L’ascolto, come sappiamo, richiede fatica, volontà, educazione. In un tempo come il nostro, in cui le parole sono così abbondanti e contraddittorie, poter leggere, piuttosto che ascoltare, sembra essere la via più facile e accessibile a tutti.

Sono molti perciò coloro che si illudono di poter superare la fatica dell’ascolto, aggirando il problema e mettendo sotto il naso dei fedeli un agile e pratico foglietto.

Ma c’è da chiedersi: «a quale prezzo?». Tutto si gioca nella sottile, ma profonda differenza tra l’ascoltare e il leggere. L’ascolto è qualcosa di più di un semplice esercizio di orecchio, domanda infatti un coinvolgimento di tutta la persona, esige lo sforzo di uno stare a sentire, di una necessaria attenzione da prestare, la disponibilità ad accogliere la voce di un altro. É dunque un atto impegnativo, compromettente, al punto che, nell’esperienza di Israele, ascoltare, equivale ad ubbidire: «Ascolta, Israele» (Dt 6,4), «Se vorrete ascoltare la mia voce e custodire tela mia alleanza, voi sarete la mia proprietà tra tutti i popoli» (Es 19,4-6).

La celebrazione liturgica domanda un ascolto comunitario, una partecipazione profonda, una risposta attenta, poiché attraverso la proclamazione delle letture, «Dio stesso che parla al suo popolo» (Sacrosanctum Concilium 7) . Egli rivolge a noi la sua Parola e ci invita ad accogliere «oggi» la sua voce (Salmo 94). Come ci sottolinea l’Introduzione al Lezionario: «Quandopertanto Dio rivolge la sua parola, sempre aspetta una risposta, la quale è un ascolto e un’adorazione in Spirito e verità» (IL n° 6).

La liturgia della Parola, infatti, non si esaurisce nel contenuto delle singole letture bibliche, ma costituisce un vero e proprio gesto rituale che si compie attraverso la voce del lettore, il luogo della proclamazione, la processione con il Lezionario o l’Evangeliario, il canto del salmo, l’acclamazione, ecc. Inoltre, accogliendo la voce della Parola, facciamo spazio all’azione dello Spirito Santo che ci dona la capacità di comprendere la Scrittura e di attuarla nella nostra vita.

I foglietti, di fatto, rischiano di distrarci da questo avvenimento, perchè imprigionano l’ attenzione alla sola lettera scritta, favorendone in alcuni casi la comprensione letteraria, ma impedendo al lettore di accorgersi ciò che sta avvenendo. Possiamo così comprendere perché L’Introduzione al Lezionario, vieta espressamente l’uso di questi sussidi per la proclamazione delle letture: «Ai libri delle letture poi, predisposti per le celebrazioni, non si sostituiscano, per rispetto alla dignità della parola di Dio, altri sussidi pastorali, per es. foglietti destinati ai fedeli per preparare le letture o meditarle personalmente» (IL, n° 37).

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