Archivi della categoria: Pastorale Liturgica

Come cantare l’Alleluia

Rallegratevi! Gioite! Siate lieti! In questa terza domenica di Avvento siamo chiamati a innalzare lo sguardo, a ridestare la speranza perché: il Signore è vicino (antifona di ingresso). Egli ha ascoltato il grido del povero, si è ricordato della sua misericordia (1° lettura). Presto lo Sposo tanto atteso giungerà (Vangelo), assumendo la nostra carne mortale ci rivestirà delle vesti di salvezza e ci avvolgerà con … Continua a leggere »

condividi su

L’aspersione

  Il rito dell’aspersione con l’acqua benedetta costituisce uno degli elementi rituali che caratterizza il tempo pasquale. Si svolge all’interno dei riti di introduzione che nella messa hanno un compito difficile da assolvere: è esperienza comune che cominciare esige uno stacco da quanto si faceva prima, ed è necessario un certo sforzo anche psicologico per “entrare” nel clima della celebrazione. Il canto d’inizio, soprattutto se … Continua a leggere »

condividi su

Tempo di Pasqua, tempo di canto

Questa non è notte, […] / se rosseggia in letizia / la sacra brace / crepitante,/ se, nel buio ardente, / partorisce il silenzio / i freschi vagiti / dell’alleluia… / Questa non è notte! Queste parole di Davide Maria Montagna (1937-2000), un confratello del più famoso David Maria Turoldo, ci fanno partire dalla Notte della Veglia Pasquale per proiettarci sul grande Tempo della Pasqua, … Continua a leggere »

condividi su

Celebrare la Pasqua: i canti

Il repertorio diocesano offre un’ampia scelta di canti per Pasqua e il tempo pasquale: ne segnaliamo i più adatti per la messa delle domeniche di Pasqua. All’inizio: Luce splenda nella notte (CP 11) per la Messa vespertina, Alleluia – Il Risorto Redentore (CP 533), Alleluia – La Santa Pasqua (CP 534), Cristo è risorto, alleluia! (CP 541), Cristo risorge (CP 546), Il mattino di Pasqua … Continua a leggere »

condividi su

Celebrare la Veglia Pasquale

La celebrazione della Veglia Pasquale è preceduta da un giorno di «silenzio»: il Sabato Santo, in questo giorno tutto tace. È giorno di silenzio, ma non di riposo; è il silenzio faticoso del germe che marcisce sotto terra, che l’uomo non vede e a cui deve dare la sua fiducia. Ore piene di trepidazione e di preparazione per la notte in cui la Chiesa, vegliando … Continua a leggere »

condividi su

La liturgia del Triduo Pasquale

    Il Triduo Pasquale costituisce il «culmine dell’intero anno liturgico»: così è presentato il Triduo Pasquale. Per questo l’Ufficio liturgico diocesano, in questi ultimi tre anni, ha dedicato la Giornata diocesana per gli operatori liturgici, proprio all’approfondimento e alla cura  delle celebrazioni del Triduo Pasquale. Don Silvano Sirboni, don Pierangelo Chiaramello e, poche settimane fa, don Paolo Tomatis ci hanno offerto preziosi contributi per … Continua a leggere »

condividi su

Il Venerdì Santo

Qualche indicazione sulla lavanda dei piedi. La lavanda dei piedi, sta a significare il servizio e la carità di Cristo, che venne «non per essere servito, ma per servire». Sarebbe significativo recuperare oggetti della nostra cultura: catino e brocca in ceramica bianca o in metallo smaltato, asciugatoio di tela potrebbero essere disposti in un luogo opportuno, su un tappeto rosso, sin dall’inizio della celebrazione. La … Continua a leggere »

condividi su

Domenica delle Palme

La domenica delle palme e della passione del Signore apre la Settimana Santa che culmina nel Triduo Pasquale, vertice dell’anno liturgico. Il messale è carico di indicazioni da considerare con attenzione pastorale per offrire una celebrazione espressiva, adatta, insieme vivace e raccolta attorno al mistero. In tutte le messe si fa memoria dell’ingresso del Signore a Gerusalemme secondo le tre forme previste: la solenne processione … Continua a leggere »

condividi su

La morte necessaria del chicco

L’antifona di comunione di questa settimana richiama il tema centrale del testo giovanneo: «Se il chicco di grano non cade in terra e non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto» (cfr. Gv 12,24-25). La metafora del seme racconta di una morte necessaria, donatrice di vita. Se infatti il chicco di grano non muore, resta da solo (monos): così anche Gesù, l’Unigenito, è … Continua a leggere »

condividi su