Don Aldo Rabino e’ tornato alla Casa del Padre

Rosario mercoledì 19 agosto 2015 a Rivoli; funerale a Maria Ausiliatrice - Valdocco il 20 agosto: ha presieduto la Messa di sepoltura mons. Nosiglia

Il Signor Ispettore del Salesiani Sac. Enrico Stasi, la Comunità ispettoriale, i parenti e tutti i suoi collaboratori comunicano che «18 agosto 2015 il Signore della Vita ha accolto nel suo abbraccio di pace il nostro Confratello Sacerdote Don Aldo Rabino di anni 76 di età, 56 di vita religiosa  e 46 di sacerdozio (nato a Torino 15/07/1939, morto a Maen (AO) il 18/08/2015). Uniti in uno scambio di beni spirituali offriamo con riconoscenza per i confratelli defunti i suffragi prescritti. Il loro ricordo è uno stimolo per continuare con fedeltà la nostra missione».
Gli incontri di suffragio sono stati:
Rosario: mercoledì 19 agosto 2015, ore 19.00, nella Collegiata (bassa) di Santa Maria della Stella in Rivoli
Funerale: giovedì 20 agosto 2015 ore 10.30, nella Basilica di Maria Ausiliatrice – Valdocco.

La sua salma è stata tumulata nella Tomba dei Salesiani a Rivoli (TO).

«Si ricordano ai Direttori le disposizioni di Reg. 76 § 1. Facciamo fraterna memoria del caro Don Aldo nell’Eucaristia e nella preghiera comunitaria, secondo quanto suggeriscono le Costituzioni».

L’Arcivescovo di Torino ha presieduto la S. Messa di la sepoltura nella Basilica Maria Ausiliatrice (nella “sez. Documenti” del sito e in allegato il testo dell’omelia). Di seguito la dichiarazione di mons. Nosiglia su don Aldo:

«La scomparsa di don Aldo Rabino è un grave lutto che colpisce non solo i suoi confratelli salesiani ma anche i tantissimi giovani e le persone che egli ha coinvolto nelle sue numerose attività.
Ciascuno porta nel cuore il ricordo del suo generoso servizio e dell’entusiasmo che sapeva infondere in chi lo avvicinava, sia nei campi di calcio come nell’impegno per l’Operazione Mato Grosso per cui ha speso la sua vita.
È un lutto che tocca tutta la città e la nostra Chiesa di Torino, che perdono una personalità alta di riferimento morale e civico di grande valore.
Figure come la sua, quando vengono meno, lasciano un profondo vuoto che può esser colmato dal “testamento” che è l’esempio che ci lasciano, e da cui possiamo trarre motivi di fede nel Signore e di speranza di vita e di amore verso i più poveri del mondo.
Lo ricordiamo, poi, con particolare tenerezza durante la recente ostensione della Sindone: diverse volte, nella primavera scorsa, ha voluto accompagnare gruppi di giocatori e dirigenti del Torino Calcio a pregare davanti al Telo.
Lo accompagneremo nella sua ultima corsa verso l’abbraccio del Signore e di Maria Ausiliatrice di cui era tanto devoto nella Messa di sepoltura che presiederò dopodomani alle 10.30 nella Basilica di Valdocco.

Mons. Cesare Nosiglia
Arcivescovo di Torino»
Storica figura di riferimento per il mondo del Toro, don Aldo aveva fondato l’associazione O.A.S.I. (e lì si trovava, a Maen in Valle d’Aosta, quando si è sentito male) nel 1969, sulla scia del gruppo Operazione Mato Grosso Torino, di cui lui stesso era stato promotore. Impegno attivo anche nel mondo dello sport, dato che il sacerdote era stato consigliere nazionale della Figc ed era attualmente presidente onorario della Fondazione Stadio Filadelfia. 

Don Aldo Rabino era nato a Torino nel 1939 ed era diventato sacerdote salesiano nel 1968. Dal 1969 si era dedicato interamente ai giovani di Torino e ai poveri dell’America Latina attraverso l’Associazione OASI (Ora Amici Sempre Insieme) da lui fondata e che conta oggi circa 500 volontari. Nel 1971 don Francesco Ferraudo gli lasciò l’incarico di padre spirituale del Torino e quindi da oltre quarant’anni seguiva le gesta della squadra e dei suoi ragazzi.

Scrive don Giorgio Gramaglia: «Sinceramente la sorpresa della morte di Don Aldo ci ha tolto il sorriso, ma ha fatto affiorare tanti ricordi e tanta amicizia. Un salesiano, un prete, una uomo eccezionale, anche perché faceva eccezione…

Fuori degli schemi, delle rigidità si è donato integramente alle Missioni, ai giovani, agli sportivi sempre con cuore appassionato di figlio di Don Bosco e di sacerdote. La sua popolarità non gli procurava gloria, ma tanto, tanto lavoro pastorale: celebrazioni di battesimi e di matrimoni, feste, colloqui, tanti incontri che chi lo cercava e cercava in lui una parola, un conforto, un po’ di forza o, tante volte, il volto di un amico.

Quante volte è venuto a Valdocco per celebrare l’Eucaristia con tante persone che lo avevano chiamato, invitato e voluto.Ed ora si è inventata l’ultima mossa: ha fatto il suo ultimo gol. Ricordiamolo con affetto e nella preghiera».


 
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