“Un geranio alla finestra”, presentazione libro di don Bossù

Torino 6 novembre alle 17:00 al CAM

«Le cose parlano? Parlano al punto da raccontare (o essere loro stesse) parabole. Basta saperle ascoltare. Allora anche una ragnatela ha qualcosa da dire. Un ricordo d’infanzia: il nonno, grande novellatore, narrava d’un tale, che udiva nascere l’erba. Qualcosa di simile è capitato a me: ho teso l’orecchio e son nate queste pagine. Furono le cose a dettare. Io non fui altro che l’amanuense» (Piero Bossù).

Vi invitiamo il prossimo 6 novembre alle ore 17:00 al CAM Cultures And Mission (Via Cialdini 4) alla presentazione del libro Un geranio alla finestra Racconti e Poesie di Piero Bossù a cura di Gian Mario Veneziano, edizioni San Pino, promosso dall’Associazione Newman.

Saranno presenti:
Carlo Ossola (Filologo e critico letterario Professore al Collège de France)
Giuseppe Tuninetti (Storico Diocesi di Torino)Modera: Gian Mario Veneziano, Curatore del libro

Don Piero Bossù è nato ad Alpignano il 13 febbraio 1922. Ordinato il 29 giugno 1945. Professore di lettere per 18 anni ha educato generazioni di futuri sacerdoti nel seminario di Giaveno. Nel gennaio 1966 parte per la prima volta per Città del Guatemala, inviato dal card. Michele Pellegrino, e rientra il 4 febbraio 1978. Riparte per la stessa diocesi il 13 giugno 1981, inviato dal card. Anastasio Ballestrero, e rientra l’8 gennaio 1986. E’ deceduto il 13 settembre 1996.

Don Piero Bossù ha composto poesie, pometti e racconti per quasi tutta la vita, durante la sua esperienza di insegnante a Torino e nella sua attività di missionario in Guatemala.

I suoi testi nascono dalla sua grande cultura, nutrita dei “classici” della letteratura italiana (Pascoli, Carducci, Verga, Manzoni, Leopardi, Montale e Guareschi per i suoi racconti) e della spiritualità cristiana, in particolare l’amato Clemente Rebora.

La sorgente più profonda della sua poesia era la Sacra Scrittura.

Questi rimandi ci restituiscono uno scrittore di profonda sensibilità che può parlare anche all’uomo d’oggi, così spaesato nel deserto di valori.  E invitano a recuperare lo stupore e la bellezza per la natura sempre più minacciata dal male e dal dolore.

 

 

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