«10 piazze per 10 comandamenti» a Torino

Sabato 5 ottobre in piazza Vittorio l'iniziativa del RnS con la partecipazione dell'Arcivescovo. Manifesto finale

E’ approdato anche a Torino «10 piazze per 10 Comandamenti», l’evento nazionale promosso dal Rinnovamento nello Spirito Santo in occasione della 40° anniversario della sua nascita in Italia, realizzato in collaborazione con il Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, sotto l’egida della Conferenza Episcopale Italiana, in occasione dell’Anno della Fede. L’appuntamento nel capoluogo subalpino è stato sabato 5 ottobre 2013, ore 20.30, in piazza Vittorio Veneto (diretta televisiva su TV2000). Tema dell’incontro: «Quando l’Amore dà senso alla tua vita….Non avrai altro Dio all’infuori di Me!».
 
All’evento, condotto da Lorella Cuccarini, hanno partecipato mons. Cesare Nosiglia, che ha aperto la serata di evangelizzazione con un intervento introduttivo al primo Comandamento, il sindaco di Torino Piero Fassino, il presidente nazionale del Rinnovamento dello Spirito Santo Salvatore Martinez, il Fondatore del Sermig Ernesto Olivero, il sociologo Massimo Introvigne, la psicologa e scrittrice Maria Rita Parsi, il giornalista e scrittore Carlo Nesti, la cantante Alexia, l’attore Davide Silvestri e altri ospiti e testimoni.
 
«10 piazze per 10 Comandamenti» si propone come corale partecipazione istituzionale, in cui Chiesa, Stato e società civile dialogano insieme, pubblicamente, nelle piazze simbolo della storia italiana. Vescovi e sindaci, giornalisti e filosofi, economisti e letterati, poeti e musicisti, scienziati e sportivi sono protagonisti di una singolare e propositiva rilettura del Decalogo. Dal suo avvio, a settembre 2012, l’iniziativa ha già toccato Roma, Verona, Napoli, Milano, Bari, Genova, Cagliari, Palermo e Bologna.
 
Alla conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa, martedì 1° ottobre (in allegato tutto il materiale distribuito), dopo il saluto del rappresentante della Città, vice sindaco Tisi, che ha ringraziato il Rinnovamento “per aver voluto promuovere anche a Torino l’iniziativa che lega diverse città italiane, in un momento in cui c’è bisogno di riportare all’attenzione la spiritualità, la centralità dell’uomo, non solo nel mondo cattolico ma anche in quello laico e politico”, il presidente Martinez ha spiegato il senso dell’iniziativa nazionale e il significato che assume nella città di Torino con il I Comandamento: “Un comandamento che potrebbe racchiudere in se stesso tutti gli altri, dal momento che la sua violazione inficia la tenuta di tutti gli altri comandamenti. In molti modi, infatti, l’uomo cerca di liberarsi di Dio, di sostituirsi a Dio, spesso senza rinunciare al desiderio di assoluto, così che superstizione, surrogati di spiritualità, idolatrie umane finiscono con il prendere il posto di Dio, disumanizzando l’uomo e rendendo la società pagana e politeistica più che atea. Nel corso della serata, pertanto, saranno affrontate le idolatrie vecchie e nuove che attentano alla dignità dell’uomo, sotto le tre grandi categorie del “piacere, del potere, dell’avere”. Al contempo saranno mostrati modelli virtuosi di “adorazione”, cioè di riconoscimento dell’unicità di Dio e del suo primato d’amore su ogni uomo, credente e non credente”.
 
L’iniziativa si è conclusa domenica 6 ottobre, in piazzale Michelangelo a Firenze. La “rilettura” dei Dieci Comandamenti, inaugurata alla vigilia del Sinodo sulla Nuova Evangelizzazione e dell’Anno della Fede indetto da Benedetto XVI, ha visto la partecipazione di 100.000 persone presenti nelle Piazze con numerosi testimoni del mondo dello spettacolo, della cultura, dello sport, del giornalismo, della musica. 
 
Ma il RnS non interrompe qui il suo cammino, pubblicando il Manifesto finale del Progetto al Paese. Il Manifesto trae origine dalle domande e dalle attese di tanta gente incontrata nel cammino lungo questi 13 mesi e vuole dare voce a migliaia di uomini e donne, noti e meno noti, che hanno creduto, sperato e amato, piazza dopo piazza, comandamento dopo comandamento, e che vogliono fecondare questo tempo di crisi dell’umano con una rinnovata vita spirituale e con un rinnovato idealismo cristiano. È un manifesto che vuole raccogliere le diverse istanze e urgenze della società italiana. È soprattutto un impegno che il Rinnovamento ha preso con le città e nelle città, alla fine di ogni serata e che oggi diventa un impegno per il Paese intero. E per chiunque abbia a cuore la riumanizzazione e il bene dell’Italia.
 
Di seguito il testo integrale del Manifesto:
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Questo Manifesto finale del Progetto “10 Piazze per 10 Comandamenti” che consegniamo al nostro Paese,trae origine dalle domande e dalle attese di tanta gente che abbiamo incontrato nel nostro cammino, di città in città, lungo un tempo di 13 mesi.
Abbiamo voluto dare voce a migliaia di uomini e donne, noti e meno noti, che con noi hanno creduto, sperato e amato, piazza dopo piazza, comandamento dopo comandamento, e che con noi vogliono fecondare questo tempo di crisi dell’umano con una rinnovata vita spirituale e con un rinnovato idealismo cristiano.
Il Rinnovamento nello Spirito Santo non interrompe qui il suo cammino. Vorremo che altri proseguissero nel nostro impegno, con noi o senza di noi. Voglia lo Spirito di Dio suscitare ancora profeti di un tempo nuovo, testimoni di una nuova umanità, di una nuova fraternità umana ispirate alle leggi d’amore di Dio.
E davvero… l’Amore dia senso alla nostra vita!
 
1. Io sono il Signore Dio tuo
Accogliendo questo comandamento, noi rinnoviamo la nostra fede in Dio che è Padre, venuto a noi nel Figlio Gesù, vivente in noi mediante lo Spirito Santo. Noi crediamo che il nome di Dio è amore; che in Lui è la vera vita sulla terra e sarà anche la nostra vita eterna in cielo.
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A tutti i credenti
Facciamo appello a tutti i credenti, perché insieme alla tutela dei diritti dell’uomo si procurino prima, sempre e in ogni luogo di custodire e far rispettare i diritti di Dio, Creatore dell’uomo, Signore della storia, Misericordia infinita. Sia fatto conoscere che ogni amore, per il prossimo e per se stessi, discende dall’Amore di Dio.
Non avrai altro Dio all’infuori di me
Accogliendo questo comandamento, noi rinunciamo ad ogni forma di idolatria, alla tentazione di sfidare Dio e di offuscarne bellezza e bontà. Non vogliamo fabbricare dei a nostra immagine e somiglianza, dei che non possono salvare e che immiseriscono l’uomo.
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Appello agli operatori del mondo della cultura e dell’educazione, del mondo della tecnica e della scienza
Facciamo appello a tutti gli operatori del mondo della cultura e dell’educazione, del mondo della tecnica e della scienza, perché il bene grande della ragione e dell’intelletto siano usati al servizio dell’uomo e non per asservirlo a ideologie e idolatrie. Chiediamo che la centralità dell’uomo nel creato e la promozione della sua dignità integrale e trascendente siano poste a base della costruzione del bene comune e del progresso umano.
 
2. Non nominerai il nome di Dio invano
Accogliendo questo comandamento, noi ci impegniamo a procurare a Dio, con la nostra vita, onore e non disonore, lode e non bestemmia. Il nome di Dio è salvezza, misericordia, giustizia e pace; altri nomi non gli appartengono; altri nomi sfigurano il Suo volto.
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Appello ai sacerdoti
Facciamo appello a tutti i sacerdoti, perché testimonino con gioia il privilegio di essere mediatori di Dio, senza conformarsi allo spirito del mondo, confidando nella sorprendente assistenza dello Spirito Santo. Ad ogni uomo, specie ai più deboli e lontani da Dio, sia annunciato il Vangelo di Gesù, mostrata la Sua opera di salvezza, proposta l’esperienza del Suo amore.
 
3. Ti ricorderai di santificare le feste
Accogliendo questo comandamento, noi vogliamo onorare la domenica come giorno del Signore, come tempo del riposo e come spazio di amicizia e di solidarietà. Ai nostri figli vogliamo insegnare l’amore per le sante tradizioni e alimentare in loro la memoria del passato.
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Appello agli operatori del mondo del lavoro e del volontariato sociale
Facciamo appello a tutti gli operatori del mondo del lavoro e del volontariato sociale, perché rispettino e facciano rispettare il giorno del riposo settimanale, in primis la domenica. Chiediamo che l’uomo non sia valutato solo per la produzione di beni materiali, ma anche spirituali e relazionali, che sia difeso il diritto al lavoro, con condizioni eque e sostenibili, e che la festa, anche per chi non crede, sia il tempo per la cura di sé, dei propri cari, di chi invoca aiuto.
 
4. Onorerai Tuo padre e Tua madre
Accogliendo questo comandamento, noi ribadiamo che “padre e madre” sono un uomo e una donna che generano alla vita dei figli e con essi formano una famiglia. “Uomo e donna” diversi per natura, che nel matrimonio possono vivere l’esperienza dell’amore di Dio come dono e impegno.
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Appello alle famiglie
Facciamo appello a tutte le famiglie, perché non rinuncino mai a sentirsi protagoniste in forza della loro soggettività sociale e della loro insostituibile missione educativa, contando sul mutuo sostegno e sulla ricchezza intergenerazionale. Chiediamo che le coppie facciano prevalere la riconciliazione sulla separazione, che i figli rispettino i loro genitori con uno stile di vita attento alle virtù, e che i nonni siano valorizzati per la loro esperienza e si facciano difensori dell’amore procreativo di un uomo e di una donna.
 
5. Non ucciderai
Accogliendo questo comandamento, noi confessiamo il nostro amore per la vita, da difendere e da alimentare sempre, vita che mai può essere mortificata o messa a morte. Ed esprimiamo il nostro orrore per i crimini contro l’uomo, per ogni forma di sopraffazione, violenza e guerra.
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Appello agli operatori del mondo medico e socio-sanitario
Facciamo appello a tutti gli operatori del mondo medico e socio-sanitario, perché riconoscano nel sofferente e nel disabile una richiesta di vita e non di morte, un supplemento di compassione e di silenzio dinanzi al mistero insondabile della vita umana. Chiediamo che sia rispettata l’obiezione di coscienza, senza discriminazioni, dinanzi a pratiche mediche che provocano accanimento, manipolazione e dominio sul corso della vita, dal concepimento al compimento.
 
6. Non commetterai atti impuri
Accogliendo questo comandamento, noi affermiamo il valore della purezza dell’anima e del corpo, dei pensieri e delle opere, considerando come “impure” tutte le violazioni della dignità dell’uomo, dallo sfruttamento del corpo e ad un uso improprio della sessualità.
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Appello ai giovani
Facciamo appello a tutti i giovani, perché siano difensori della bellezza dell’anima e del corpo, dell’amore non banalizzato a pratica di consumo. Chiediamo che sia promossa nei media, nelle scuole, nelle famiglie, nelle parrocchie, un’educazione alla corretta sessualità e che non si abbia vergogna di indicare nella purezza una ricchezza morale, un antidoto all’involgarimento corrente dei costumi.
 
7. Non ruberai
Accogliendo questo comandamento, noi crediamo che Dio è Provvidenza per tutti. A noi spetta essere generosi e non avidi, perseguire la gratuità, il non attaccamento al denaro, la donazione di sé. E non sottrarre i beni che sono di un altro, impoverire la sua dignità, rubare il suo futuro.
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Appello agli operatori del mondo economico e finanziario
Facciamo appello a tutti gli operatori del mondo economico e finanziario, perché favoriscano una nuova fiducia sociale fondata su comportamenti etici, non speculativi e non volti alla ricerca del mero profitto. Chiediamo che ci sia una equa distribuzione delle ricchezze, che si freni l’insorgenza di nuove povertà e che la società civile, nei suoi corpi intermedi, non sia privata di risorse economiche per la crescita delle comunità e lo sviluppo delle buone prassi.
 
8. Non dirai falsa testimonianza
Accogliendo questo comandamento, noi crediamo nel potere liberante della verità, nel primato della coscienza che reclama coerenza e trasparenza di vita. Vogliamo rifuggire dalle chiacchiere, dalle maldicenze, dalle calunnie e dalla bugie, difendendo da ogni errore la verità su Dio e sull’uomo.
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Appello agli operatori del mondo del diritto e della giustizia
Facciamo appello a tutti gli operatori del mondo del diritto e della giustizia, perché s’impegnino a difendere la verità, sempre, senza riduzioni di senso, senza condizionamenti ideologici o di parte. Chiediamo che sia promossa la giustizia sociale insieme a quella civile e penale e che la buona reputazione delle persone, la loro dignità familiare e sociale non siano mai messe a repentaglio da giudizi sommari e al fine ingiusti.
 
9. Non desidererai la donna del tuo prossimo
Accogliendo questo comandamento, noi affermiamo il valore della fedeltà coniugale e della castità sulla bramosia del piacere. Guardando alla tipicità del “femminile”, rifiutiamo ogni svilimento della dignità della donna, ogni forma di violenza e discriminazione che la colpiscono.
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Appello agli operatori del mondo della comunicazione
Facciamo appello a tutti gli operatori del mondo della comunicazione, perché evitino ogni rappresentazione strumentale o distorta della realtà, in ossequio ad una tendenza diffusa ad alimentare desideri irreali, ad una cultura dell’immagine e della simulazione che mutano la verità delle cose. Chiediamo, in special modo, che la donna non sia cosificata e che la sua dignità non venga immiserita.
 
10. Non desidererai le cose del tuo prossimo
Accogliendo questo comandamento, noi ribadiamo il bene grande della fraternità, della condivisione dei beni, del rispetto del prossimo, della compassione umana. Vogliamo rifuggire dall’invidia, dall’avarizia, dalla schiavitù del possedere le cose, specie quelle che non ci appartengono.
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Appello agli operatori del mondo della pubblica amministrazione
Facciamo appello a tutti gli operatori del mondo della pubblica amministrazione, perché s’impegnino a testimoniare l’onestà e il servizio alla gente come prime espressioni di una credibile responsabilità civile e politica. Chiediamo l’umiltà di anteporre il bene comune agli interessi personali e di considerare imprescindibile una vera libertà dal potere per custodire i beni altrui, della comunità, dello Stato.
 
Per ulteriori informazioni: www.diecipiazze.it.
  
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