«Cristiani d’Oriente. Dopo duemila anni una storia finita?»: convegno

Martedì 26 aprile 2016 ore 17.30 al Sermig per i 70 anni del settimanale «il nostro tempo»

Per i settant’anni di fondazione del settimanale «il nostro tempo» martedì 26 aprile 2016 ore 17,30, presso il Salone del Sermig (piazza Borgo Dora 61) a Torino, si è tenuto il convegno internazionale «Cristiani d’Oriente. Dopo duemila anni una storia finita?».
 
L’incontro, realizzato insieme all’Arcidiocesi di Torino, ha inteso analizzare la drammatica situazione dei cristiani in Siria e Iraq nel quadro della guerra civile che insanguina i due Paesi sotto la minaccia dell’Isis/Daesh. Ospiti due vescovi che hanno portato il “grido di dolore” di queste comunità: Il Patriarca dei siro-cattolici Sua Beatitudine Ignace Youssif III Younan e il Vescovo di Baghdad S.E. mons. Basel Yaldo.
 
Il convegno è stato introdotto dal messaggio dell’Arcivescovo di Torino mons. Cesare Nosiglia e dal messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Presenti anche il vice ministro degli Esteri Mario Giro, l’europarlamentare Patrizia Toia, il vice direttore di «Famiglia Cristiana» Fulvio Scaglione, il giornalista libanese Camille Eid, editorialista di «Avvenire». A moderare l’incontro Paolo Girola, direttore de «il nostro tempo».
 
Si è messa così a tema la vicenda delle comunità cristiane preesistenti all’islamizzazione del Medio Oriente e che sono riuscite a sopravvivere per secoli, diventando nel corso dei decenni minoranze in terra di islam. Già vent’anni fa una ricerca della Fondazione Agnelli evidenziava il loro lento declino, pur continuando a rappresentare un importante elemento di pluralismo all’interno di un mondo musulmano che restava in bilico fra modernità e tradizione. In vent’anni le condizioni per queste comunità sono drammaticamente peggiorate, prima con la guerra e la lacerazione dello Stato iracheno e poi con l’avvento di un fondamentalismo islamico sempre più violento e integralista.
 
In particolare da Siria e Iraq giungono sconvolgenti testimonianze di violenze e orrori, compresa la vendita di donne come schiave e l’uccisione di uomini che rifiutano la conversione all’islam. Il Parlamento europeo ha chiesto misure affinché il Consiglio di sicurezza dell’Onu riconosca tali violazioni come «genocidio». Diverse relazioni di organismi delle Nazione Unite (tra cui il Consigliere speciale del Segretario generale dell’Onu per la prevenzione del genocidio, il Consigliere speciale del Segretario generale dell’Onu sulla responsabilità di proteggere e l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani) affermano che gli atti commessi dal cosiddetto Isis/Daesh contro le minoranze religiose possono costituire crimini di guerra, crimini contro l’umanità e genocidio.
 
Si è inteso celebrare così i settant’anni di fondazione de «il nostro tempo» con un tema che il settimanale ha trattato più volte, anche con corrispondenze e testimonianze da Amman, Beirut, Damasco, Il Cairo.
 
La serata aveva il contributo di Unicredit e il patrocinio di Torino Metropoli.
 
Per ogni comunicazione: paolo.girola@ilnostrotempo.it.
 
In allegato la locandina dell’iniziativa e lo speciale di tre pagine de “il nostro tempo” del 24 aprile 2016 dedicato ai martiri cristiani d’Oriente.
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