GIOVANI. Settimane comunitarie

Utili momenti di condivisione nella Casa dell’Immacolata dove si impara anche a cucinare, pulire…

Nei giorni della sua Visita alle parrocchie di San Mauro Torinese l’Arcivescovo mons. Cesare Nosiglia presterà particolare attenzione all’incontro con i giovani, cui l’Unità Pastorale 29 offre un ampio ventaglio di occasioni formative, di spiritualità e di aggregazione. L’incontro con i giovani (previsto lunedì 9 gennaio alle 21 presso la parrocchia Sacro Cuore – Sambuy) sarà un momento di confronto e di verifica. Al di là delle tematiche su cui tutta la diocesi di Torino si sta interrogando (i temi forti della formazione, del lavoro, dell’affettività e dell’impegno) sarà ripercorso il cammino compiuto in questi cinque anni di Unità pastorale dai gruppi giovanili, un cammino costellato, in particolare, dalla bella esperienza delle «settimane comunitarie» che interessano periodicamente quattro gruppi: i Giovanissimi delle biennio delle superiori, quelli del triennio, i Giovani Giovani (18-25 anni), e i Giovani Adulti (25-30).
 
«Le settimane e i mesi comunitari – spiegano il parroci don Claudio Furnari e don Ilario Corazza – sono un mezzo per educare i giovani nella fede e nella responsabilità: per qualche giorno si vive insieme, compiendo così un’esperienza di responsabilità su se stessi e sui fratelli, in spirito appunto di comunità».
 
Casa dell’Immacolata. In questo storico edificio di due piani nei pressi della piazzetta dell’Abbazia a San Mauro, dietro la parrocchia di Santa Maria di Pulcherada, da cinque anni sono ospitate le «settimane» comunitarie dei giovani coinvolti nei gruppi formativi. Quattro settimane all’anno: una per i giovani universitari e lavoratori, tre per i ragazzi delle superiori, di cui una maschile, una femminile e una a ranghi misti per affrontare di volta in volta argomenti e temi specifici alle diverse esigenze di formazione. A seconda degli anni varia il numero dei partecipanti: la Casa è in grado di ospitare nelle stanze, attrezzate con brandine, una trentina di giovani.
 
Le Settimane. La ricetta delle settimane comunitarie è molto semplice: ogni partecipante svolge le proprie attività quotidiane di studio o lavoro, rinunciando unicamente a qualche impegno serale per poter svolgere in maniera più fruttuosa la condivisione. Ciascuno collabora alla gestione della «casa comune» contribuendo alla spesa, alla cucina, alle pulizie; tutti gesti molto concreti, come concreta è la preghiera.
 
Tramite la liturgia delle ore (Lodi mattutine, Vespri, Compieta) e la celebrazione conclusiva della Messa conclusiva si fa esperienza di come possa essere «fisica» la preghiera, di come possa trovare collocazione centrale nelle affastellate giornate di un giovane. «La settimana comunitaria è un’esperienza che tutti i giovani dovrebbero provare – ci dicono Silvia e Federica, due ragazze sanmauresi al quarto anno della scuola superiore – Durante quei sei giorni si impara a vivere assieme ad altri ragazzi della stessa età, o quasi. Impari anche ad essere più indipendente cucinando, pulendo e tenendo in ordine. Fondamentali i momenti di preghiera e di riflessione che ci ricordano la fede che ci unisce». «Settimana comunitaria» vuole anche dire, ovviamente, svago e divertimento durante le serate e i momenti di gioco.
 
Mese comunitario. Il mese comunitario riguarda quattro ragazzi o ragazze di un’età compresa fra i 18 e i 30 anni che vivono in una casa della parrocchia, autogestendosi sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista micro-comunitario. La proposta di condivisione prevede almeno un momento di preghiera comune al giorno con un tema di riflessione che accompagna per tutto il periodo (circa sei settimane). Ognuno dei partecipanti al «mese» porta normalmente avanti i propri impegni di studio, lavoro, famiglia rientrando, però, ogni sera alla casa comunitaria dove dovrà provvedere insieme agli altri – con regole condivise da loro stessi – alla pulizia della casa, alla cucina e alla gestione dei propri effetti personali. Una volta a settimana, solitamente la domenica sera, un momento di verifica chiude la settimana con un gruppo di guide del cammino – tipicamente preti e suore della comunità sanmaurese e gli educatori dei gruppi di formazione, oltre a qualche ospite. Nel momento di verifica si ha l’occasione di mettersi «faccia a faccia» in un ambito di correzione fraterna, un metodo biblico in cui ci si confronta in maniera schietta per aiutare ed essere aiutati nella crescita personale e dei fratelli. L’ultima settimana il percorso prosegue in maniera individuale all’interno di una settimana comunitaria diocesana.
 
«Il Mese è un’esperienza importante, molto concreta, fatta di gioie, imprevisti, situazioni che rivivrai solo molto più avanti quando avrai una famiglia» commentano Massimo e Matteo, due giovani di 31 e 26 anni che hanno vissuto questa proposta due anni fa. «Inserire un’esperienza del genere in un percorso formativo pastorale ti fa anche comprendere come la preghiera può inserirsi nella tua giornata o possa essere vissuta all’interno di un gruppo. Ci si sente meno ‘strani’ a pregare, si impara come si fa, perché dopo ti resta qualcosa: ho trovato questa esperienza molto forte e concreta. Anche la preghiera dei salmi, tramandati da millenni, diventa molto attuale: il fatto di recitarli con altri giovani aiuta a sintonizzare la propria fede con il mondo».
 
Preghiera e concretezza. I momenti comunitari sono forse le esperienze più visibili e apprezzate dai giovani, ma sono parte di un percorso più articolato che è fatto di formazione, di ritiri spirituali, di volontariato, di animazione e di educazione. Una progetto che permea tutte le scelte della pastorale giovanile di San Mauro Torinese per aiutare le nuove generazioni a essere consapevoli della fede cristiana di fronte alle scelte della vita quotidiana.
Matteo DE DONA’ e Emanuele FRANZOSO
Testo tratto da «La Voce del Popolo» dell’8 gennaio 2012
 
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