Il Sacro Lino arriva su iPad e diventa 2.0

Dal 29 marzo un’App per accostarsi anche in forma multimediale alla Sindone. Dichiarazione di mons. Nosiglia su recenti pubblicazioni in tema

Nell’era della tecnologia anche la Sindone diventa “2.0”: a partire dal Venerdì Santo 2013, il prossimo 29 marzo, dallo store online di Apple sarà possibile scaricare – in una doppia versione multilingue, gratuita e a pagamento – la prima App ufficiale dedicata al Sacro Lino, realizzata in concomitanza con la speciale Ostensione televisiva in programma su Rai Uno la vigilia di Pasqua.
 
La Sindone, il lenzuolo conservato nel Duomo di Torino che, secondo la tradizione, sarebbe lo stesso citato nei Vangeli con cui fu avvolto il corpo di Gesù nel sepolcro, rappresenta senza dubbio uno dei simboli più intensi e noti della cristianità. Benché tale tradizione – pur contando su molteplici riscontri nelle indagini scientifiche* compiute – non possa dirsi formalmente provata, la Sindone rappresenta comunque, per le caratteristiche stesse della sua impronta, un rimando diretto e immediato alla Passione di Cristo. Ecco che diviene quindi strumento per la comprensione e la meditazione – “specchio del Vangelo” come la definì Papa Giovanni Paolo II – che in occasione dell’Anno della Fede indetto dalla Chiesa Cattolica si propone quale straordinario veicolo di evangelizzazione.
 
Evangelizzazione che oggi, in tempi di comunicazione globale e tecnologica, non può prescindere da un presidio dei canali di dialogo contemporanei, da una presenza puntuale ed efficace laddove si forma conoscenza, si sviluppano i dibattiti, si confrontano le persone: il web, i social media, la multimedialità.
 
Un approccio all’interno del quale si colloca lo sviluppo dell’applicazione ”Sindone 2.0”, progettata e prodotta dalla società novarese Haltadefinizione®, su autorizzazione dell’Arcidiocesi di Torino e in collaborazione con la Commissione Diocesana per la Sacra Sindone e il Museo della Sindone. Una realizzazione che permette di esplorare dettagliatamente il Lenzuolo attraverso l’accesso a un eccezionale documento fotografico in alta definizione, che propone particolari quasi invisibili a occhio nudo, elementi che nemmeno le tradizionali Ostensioni hanno mai permesso di osservare.
 
L’opportunità è resa possibile dall’immagine ad altissima risoluzione del telo realizzata dalla stessa Haltadefinizione® nel 2008, grazie a una tecnologia impiegata anche in campo artistico su opere quali, fra gli altri, il Cenacolo di Leonardo e le più celebri tele del Botticelli. Un procedimento di digitalizzazione che ha ricomposto 1649 singoli scatti fotografici in un’unica immagine di 12 miliardi di pixel, racchiusa in un file di 72 Gigabytes, pari al contenuto di 16 dvd.
 
Fino ad oggi il luogo che più di ogni altro – al di là del Duomo torinese di San Giovanni, in cui è stabilmente conservata ma non visibile – ha offerto la possibilità di accostarsi alla Sindone al di fuori delle Ostensioni, è il Museo ad essa dedicato. Ora però una sorta di “Ostensione digitale” sarà costantemente a disposizione sui display di tutti i possessori di un dispositivo iPad o iPhone – e probabilmente in futuro anche per chi usa Android – i quali, oltre a esplorare in ogni suo punto la Sindone interagendo con la fotografia col touchscreen, saranno condotti dal mezzo tecnologico lungo un cammino di conoscenza e meditazione.
 
* in allegato la dichiarazione del Custode Pontificio della Sacra Sindone, Mons. Cesare Nosiglia, in riferimento alla notizia della pubblicazione del volume «Il mistero della Sindone» (ed. Rizzoli), nel quale verrebbero riportate ricerche effettuate su materiale che si suppone provenire dalla Sindone.
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