“Quando comandano le donne, le cose vanno meglio”: le parole di Papa Francesco sono il titolo di copertina di “Donne Chiesa Mondo”, il mensile de “L’Osservatore Romano» curato da Rita Pinci, uscito sabato 3 maggio 2025.
Il primo numero dopo la morte del Pontefice presenta un’analisi approfondita della crescente presenza femminile nei ruoli di leadership della Chiesa cattolica. Si apre con un editoriale intitolato “Dopo Francesco” e pubblica una inchiesta di Romilda Ferrauto e Marie-Lucile Kubacki sul percorso intrapreso da Jorge Bergoglio per aumentare la rappresentanza femminile nelle strutture di potere della Santa Sede. Presenta, inoltre, la prima mappa estesa delle donne che oggi ricoprono ruoli di responsabilità nella Curia romana e nel governo del Vaticano, mostrando un cambiamento tangibile nella governance ecclesiastica.
L’editoriale si interroga sul significato delle due recenti nomine, giudicate storiche: suor Raffaella Petrini come presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano (in carica dal 1° marzo 2025) e suor Simona Brambilla come prefetta del Dicastero per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica (nominata il 6 gennaio 2025).
Si può parlare di rivoluzione? “No. Per parlare di rivoluzione la presenza delle donne deve diventare sistemica, strutturata, stabile,” scrive Donne Chiesa Mondo, riconoscendo però che “le due nomine crepano un soffitto di cristallo che sembrava infrangibile” e “dimostrano la volontà riformatrice di Francesco che con passo lento ma costante ha avviato un cammino”.
Il giornale ripercorre le tappe fondamentali di questo processo di apertura, iniziato con Paolo VI e accelerato sotto il pontificato di Bergoglio. Prima di suor Raffaella Petrini e di suor Simona Brambilla, alcune nomine di Francesco sono già state considerate storiche: quella di Francesca Di Giovanni, prima donna sottosegretario nella Segreteria di Stato; di suor Nathalie Becquart, prima donna sottosegretario e con diritto di voto al Sinodo dei Vescovi; di suor Alessandra Smerilli, prima donna consigliere di Stato e prima segretario di un Dicastero – quello creato da Francesco per lo Sviluppo umano integrale; di Barbara Jatta, prima donna dopo 500 anni direttrice dei Musei Vaticani.
Il teologo Martin Pinet sottolinea anche il significato di queste nomine: “Teologicamente, nulla impedisce che un potere delegato sia esercitato da un laico, e quindi da una donna, perché in realtà tutti i poteri esercitati in Curia sono cosiddetti poteri delegati.”
L’editoriale conclude riflettendo sul paradosso attuale: “Mentre la società contemporanea in diversi contesti politici e sociali sembra regredire verso modelli di potere esclusivi e autoritari, la Chiesa si ‘smaschilizza’ e con il cammino intrapreso a piccoli passi da Papa Francesco indica una direzione alternativa: l’apporto femminile non è una minaccia, non toglie. È una risorsa preziosa, aggiunge”. Su questo aspetto all’interno del giornale una analisi della biblista Marinella Perroni.
Due interviste a donne influenti: Marie-Lucile Kubacki interpella suor Veronique Margron, presidente della Corref, la Conferenza dei religiosi e delle religiose di Francia; Vittoria Prisciandaro parla con suor Patricia Murray, irlandese, segretaria esecutiva della Uisg, la Unione internazionale delle Superiori generali, che rappresenta 1900 suore leader a capo delle congregazioni religiose femminili in tutto il mondo – che quest’anno celebrano il 60° anniversario della fondazione e che convergono dal 5 al 9 maggio a Roma per l’Assemblea plenaria triennale.
Per la rubrica 5 domande Carmen Vogani intervista la scrittrice Teresa Ciabatti.
Per la rubrica “Placet” Lucia Capuzzi parla della recente assemblea sinodale delle Chiesa in Italia che ha rinviato l’approvazione di un documento giudicato deludente, per riscriverlo.
Per la rubrica “NonPlacet” suor Linda Pocher, teologa salesiana, interviene sul gender gap nelle istituzioni cattoliche.
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