Riforma in Curia, quattro aree di lavoro

In vigore dal 1° settembre 2017. Mons. Nosiglia: "Rinnovarsi per offrire una risposta appropriata alle nuove esigenze"

Di seguito la lettera di presentazione della riforma della Curia metropolitana a cura dell’Arcivescovo mons. Cesare Nosiglia.

Cari amici,
in questi ultimi anni abbiamo avviato con impegno la riflessione e la progressiva attuazione in alcune unità pastorali della Diocesi del riassetto territoriale e pastorale, una prospettiva tutt’oggi in atto che coinvolgerà sempre più le comunità locali della nostra Diocesi. Anche la curia con i suoi vari uffici e servizi rientra in questa prospettiva, per cui è chiamata a rinnovarsi per offrire una risposta appropriata alle nuove esigenze e domande del popolo di Dio. L’ascolto della base ecclesiale e un servizio sempre più decentrato sul territorio esigono l’avvio di sinergie e collaborazioni a monte dei singoli uffici della curia, cioè con l’apporto congiunto degli uffici collegati tra loro e del personale coinvolto.

È questo il fine della nuova impostazione della curia che viene oggi comunicata e che prenderà il via con il prossimo mese di settembre, inizio dell’anno pastorale 2017-2018. Non è la prima volta che si avvia un progetto del genere, ma è certamente urgente oggi perché il ritorno all’essenziale s’impone in tutti gli ambiti della nostra pastorale per superare un’impostazione che favorisce l’autoreferenzialità di ogni singolo ufficio o servizio, a scapito della comunione e del necessario collegamento con gli altri uffici della curia.

Per la buona riuscita dell’operazione in corso sono necessarie, però, alcune attenzioni e impegni che coinvolgono anzitutto le persone prima dei programmi e delle iniziative; poi il rapporto più stretto possibile con l’arcivescovo da un lato e le comunità locali dall’altro; infine l’ottimizzazione delle risorse e l’interscambio delle risorse sia umane sia finanziarie e di idee.

La mia visita pastorale mi ha confermato nel fatto che la Diocesi è lunga e larga e molti dei suoi territori sono lontani da Torino. Perciò, il decentramento delle attività e delle iniziative formative e una presenza degli uffici più ravvicinata attorno ai naturali poli di riferimento territoriale di cui è ricca la nostra Diocesi, diventano indispensabili per accrescere il senso di appartenenza alla Chiesa locale da parte di tante parrocchie e unità pastorali.

Non è dunque un semplice riassetto che risolve questi e altri problemi, tuttavia resta comunque un segnale e l’indicazione di una direzione che tutti siamo chiamati a percorrere insieme nel nostro tempo, per rispondere in modo efficace a quanto il Signore ci ispira e indica con il suo Spirito.
Buona estate e arrivederci


Mons. Cesare Vescovo, padre e amico

 

RIFORMA DELLA CURIA

1. OSSERVAZIONI GENERALI

La proposta nasce dal dovere di dare un esempio alla Diocesi: mentre chiediamo il riassetto delle parrocchie, dobbiamo analogamente sfoltire ed essenzializzare l’ambito degli uffici curiali. Per questo, come del resto era previsto già dal Sinodo diocesano, si concentrano in unità i vari servizi pastorali che attengono ad ambiti specifici dell’azione evangelizzante della Chiesa di Torino. Parliamo di quattro aree della curia nelle quali si ripartiscono tutti gli uffici.

Per ogni area è nominato un delegato dell’arcivescovo che segue e promuove le attività dei singoli uffici e li coordina secondo criteri unitari e mansioni precise stabilite dall’arcivescovo (v. sotto).

Ogni ufficio specifico ha un direttore che l’arcivescovo sceglie tra sacerdoti, diaconi, laici o religiosi. Nel caso di un direttore non sacerdote, si prevede anche la presenza di un assistente ecclesiastico. Ci sono poi gli eventuali vicedirettori e gli addetti all’ufficio.

Circa gli addetti agli uffici si dovranno favorire servizi comuni tra uffici che operano in raccordo, per cui saranno formati a condividere il lavoro insieme con altri in modo da ridurre progressivamente e ottimizzare il personale e le risorse conseguenti.

Viene nominato anche un nuovo moderator curiae nella persona del vicario episcopale della Città, don Marco Prastaro. Il moderatore deve curare che tutti gli uffici svolgano il loro servizio secondo le disposizioni dell’arcivescovo e coordinare la trattazione degli affari amministrativi (cfr. can. 473 § 2). Nello svolgere il suo incarico agirà in stretto raccordo con il vicario generale, mons. Valter Danna.

 

2. MANSIONI DEI DELEGATI ARCIVESCOVILI:

Viene istituita la figura del delegato arcivescovile per ciascuna delle quattro aree in cui è stata suddivisa la curia.

Il delegato è scelto dall’arcivescovo tra i direttori degli uffici di curia della propria area o tra altri sacerdoti della Diocesi. Se direttore di curia, può mantenere il proprio ufficio. Allo stesso modo, mantiene l’incarico di delegato, anche se dovesse terminare l’ufficio di direttore.

Il delegato dipende strettamente dall’arcivescovo e riceve da lui indicazioni precise d’indirizzo secondo le priorità del programma pastorale diocesano stabilito.

Tutti i delegati si riuniscono con l’arcivescovo, il vicario generale e il moderatore, ogni due mesi per riferire e verificare insieme il percorso di ogni area ed eventuali problemi inerenti al suo servizio e all’unità con le altre aree.

 

Il delegato assume le seguenti mansioni:

1.      Partecipare alle riunioni periodiche indette dall’arcivescovo per il buon andamento della curia e secondo una prospettiva di collaborazione e condivisione sinergica di obiettivi, risorse e proposte.

2.      Partecipare, quando invitato, alle riunioni del consiglio episcopale per esporre l’andamento della propria area e in ordine alla attuazione di particolari eventi o progetti voluti dall’arcivescovo (come l’assemblea diocesana, l’assemblea del clero e altre iniziative).

3.      Rimanere in contatto con i vicari episcopali territoriali per garantire un anello di congiunzione con i territori delle unità pastorali, raccogliere le loro esigenze e favorire il decentramento delle proposte pastorali offerte dagli uffici.

4.      Coordinare gli uffici della propria area rispetto alla realizzazione delle indicazioni generali dettate dal programma pastorale, in armonia con le altre aree e secondo un criterio di essenzialità, stabilendo – in apposite riunioni con i direttori – obiettivi concreti comuni all’area e obiettivi specifici di ogni ufficio in base alle proposte dei singoli direttori.

5.      Stabilire insieme ai direttori della propria area la priorità di azioni, proposte e progetti presentati dai singoli uffici nel loro programma annuale e riunire almeno una volta l’anno anche tutto il personale e i volontari dei singoli uffici per ascoltare il loro parere circa il lavoro di tali uffici.

6.      Valutare l’opportunità pastorale ed economica di eventi (convegni, giornate ecc.) dei singoli uffici e autorizzarne o no l’attuazione, in conformità a criteri che saranno stabiliti in dialogo con i direttori, sentite le indicazioni generali dell’arcivescovo e del consiglio episcopale.

7.      Approvare il budget di spese annuali concesso a ogni singolo ufficio (secondo le linee dell’ufficio amministrativo e del consiglio episcopale) per le proprie attività e verificarne l’utilizzo.

8.      Verificare al termine dell’anno pastorale la realizzazione o meno degli obiettivi concreti comuni dell’area e degli obiettivi specifici prefissati da ogni singolo direttore, in fedeltà alle indicazioni generali del programma pastorale diocesano.

9.      Collaborare con i direttori dell’area alla preparazione del calendario e del programma di attività del nuovo anno pastorale.

 

RIPARTIZIONE DELLE QUATTRO AREE.

 

1. AREA dei SERVIZI GENERALI

1.      Cancelleria, ufficio per la disciplina dei Sacramenti e ufficio delle confraternite

2.      Ufficio amministrativo e gestione personale

3.      Ufficio per l’amministrazione dei beni culturali

4.      Opera diocesana della preservazione della fede

5.      Archivio diocesano

6.      Comunicazioni sociali: il direttore di questo ufficio, essendo un servizio informativo generale della diocesi e del vescovo, fa riferimento al moderatore e al vicario generale.

 

2. AREA “ANNUNCIO, EDUCAZIONE E FORMAZIONE”

1.      Servizio per la formazione permanente del clero e dei laici (con una commissione supervisionata dal vicario generale)

2.      Pastorale catechistica, servizio diocesano per il catecumenato, pastorale battesimale (0-6)

3.      Pastorale liturgica

4.      Pastorale missionaria

5.      Pastorale della famiglia e pastorale degli anziani

6.      Pastorale dei giovani e dei ragazzi

7.      Pastorale dello sport

NB. Pur non facendo parte degli uffici di curia è necessario che il Centro Diocesano Vocazioni e la Commissione per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso siano collegati con questa area pastorale.

 

3. AREA “SCUOLA, UNIVERSITÀ E CULTURA”

1.      Pastorale scolastica (insegnamento della religione cattolica, pastorale scolastica, scuola cattolica)

2.      Pastorale dell’università

3.      Pastorale della cultura

4.      Pastorale del turismo e tempo libero

5.      Centro studi e documentazione

 

4. AREA SOCIALE:

1.      Caritas diocesana

2.      Pastorale sociale e del lavoro

3.      Pastorale dei migranti

4.      Pastorale della salute

 

NOMINE

Don Marco Prastaro dal 1° settembre 2017 è nominato Moderatore della Curia Metropolitana, mantenendo l’incarico di Vicario episcopale per il Distretto Torino Città.

Dal 1° settembre 2017 i seguenti sacerdoti, mantenendo gli altri incarichi a loro affidati, sono nominati delegati delle quattro aree degli uffici della Curia Metropolitana:

don Maurizio De Angeli per l’area dei servizi generali;

don Michele Roselli per l’area “annuncio, educazione e formazione”;

don Roberto Gottardo per l’area “scuola, università e cultura”;

don Paolo Fini per l’area sociale.

 
(Testo pdf in allegato)
 
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