“L’Africa nel collezionismo europeo: storia, responsabilità, prospettive future”: incontro a Palazzo Madama

mercoledì 7 Giugno

Torino – Prosegue il ciclo di incontri organizzato da Palazzo Madama in occasione della mostra “Cose d’altri mondi. Raccolte di viaggiatori tra Otto e Novecento” e realizzato in collaborazione con il Sistema Museale Ateneo di Torino e con il Consolato del Messico a Milano. Gli appuntamenti offrono l’approfondimento delle molte tematiche affrontate dalla mostra che, con oltre 130 oggetti esposti tra armi, strumenti musicali, oggetti sacri e ornamenti, consente di intraprendere un viaggio attraverso quattro continenti: Africa, Asia, Oceania e America.
 
Mercoledì 7 giugno 2017 alle 17.30 Cecilia Pennacini, Direttore del Museo di Antropologia ed Etnografia dell'Università di Torino e Anna Maria Pecci, ricercatrice, propongono un approfondimento sul tema del collezionismo europeo di opere africane, ricostruendone la storia e guardando alle prospettive future, con attenzione ai progetti di rilettura e rivisitazione partecipata di queste collezioni.
 
Grazie a un’antica tradizione di esploratori e viaggiatori, l’Italia possiede oggi importanti collezioni africanistiche conservate in musei antropologici, artistici e in raccolte missionarie e private. Un tempo esibiti nei gabinetti di curiosità degli aristocratici, questi oggetti furono studiati, a partire dal XIX secolo, in quanto testimonianze della varietà della specie umana e tutt’ora continuano ad alimentare il nostro immaginario esotico. Concepiti come dei trofei, furono spesso espropriati o acquistati a poco prezzo all’interno di scambi profondamente diseguali. La spoliazione della produzione artistica africana fu massiccia: oggi essa si trova in gran parte fuori dal continente. La memoria della violenza predatoria resta dunque inscritta in questi oggetti, richiamandoci a una responsabilità su cui dobbiamo interrogarci. Per questo negli ultimi anni, molti musei occidentali hanno avviato un processo di “rilettura” delle collezioni africanistiche condotto anche grazie alla partecipazione di rappresentanti delle comunità migranti. Lo sguardo di chi proviene dalle regioni da cui gli oggetti sono giunti, la ricostruzione del contesto culturale che li ha generati e delle circostanze storiche delle acquisizioni possono infatti aiutarci a comprendere l’eredità complessa e drammatica di cui sono traccia.
 
Info www.palazzomadamatorino.it, t 0114433501, palazzomadama@fondazionetorinomusei.it

07/06/2017 17:30
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