Appello Caritas: in Nepal e’ ancora emergenza

A due mesi dal terremoto continua il piano d’aiuti

Dopo poco più di due mesi sono ormai pressoché definitive le terribili cifre del terremoto di magnitudo 7,9 che il 25 aprile ha devastato il Nepal ed ha colpito i paesi limitrofi: 8.700 morti, oltre 20 mila feriti, 8 milioni le persone colpite in 39 distretti, oltre 2.8 milioni le persone che richiedono assistenza umanitaria di cui 864 mila nelle aree più difficili da raggiungere, 500 mila le case crollate e 285 mila quelle danneggiate, 36 mila le classi scolastiche crollate o gravemente danneggiate.

Il ricovero rimane il bisogno essenziale e prioritario e l’arrivo dei monsoni rende ancor più urgente la necessità di ripari d’urgenza adeguati. Grazie al sostegno della rete internazionale Caritas Nepal, impegnata sin da subito nel soccorso e nell’assistenza alla popolazione, ha raggiunto sino ad ora oltre 196 mila persone con interventi per oltre 10 milioni di euro in tutti i 14 distretti più colpiti. Caritas è stata la prima organizzazione a distribuire materiali per ricoveri d’urgenza a 284 famiglie nella regione Nord del distretto di Gorkha, superando difficoltà logistiche notevoli per raggiungere una tra le popolazioni più isolate al mondo.

Caritas Italiana dopo un primo immediato stanziamento in appoggio al piano di Caritas Nepal, con l’aumentare delle donazioni di tante persone di buona volontà, ha potuto intensificare il suo impegno sostenendo ulteriori progetti per la fornitura di ricoveri temporanei, materiali di prima necessità, sementi e materiali per la riattivazione delle coltivazioni nonché interventi per la ripresa delle attività scolastiche. Complessivamente Caritas Italiana ha sostenuto interventi in favore delle vittime del sisma per 562.150 euro. La diocesi di Torino ha raccolto e inviato attraverso la Caritas diocesana 230 mila euro, di cui il 67% raccolto nelle parrocchie. Nel frattempo prosegue la predisposizione di interventi più ampi da avviarsi nei prossimi mesi per la riattivazione socio-economica, la ricostruzione di case, scuole, strutture sanitarie, strutture socio-educative, il sostegno psicologico.

Testo tratto da «La Voce del Popolo» del 5 luglio 2015
 

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