Due anni di guerra in Ucraina, marce della pace e momenti di preghiera a Torino

Tante iniziative in città il 23, 24, 25 e 27 febbraio 2024

Don Andriy Vakhrushev, sacerdote ucraino della Fraternità Missionaria di Sant’Egidio e parroco di San Giorgio Martire a Torino, era in piazza Palazzo di Città venerdì 25 febbraio 2022 alla prima delle tante manifestazioni per la pace in Ucraina, all’indomani dell’avvio del conflitto. A due anni da quel tragico inizio, sabato 24 febbraio 2024 alle 11 sarà a Cascina Torta, la struttura di Strada del Drosso gestita dalla comunità terapeutica L’Angolo che accoglie famiglie con bambini, per un momento di preghiera. Preghiera per le vittime, preghiera per la pace, per quanti continuano a soffrire per il conflitto e a vivere una separazione sempre più logorante.

E in preghiera si riunirà anche la cappellania ucraina cattolica guidata da don Ihor Holynskyy. Ogni domenica la comunità si ritrova ordinariamente per la celebrazione eucaristica alle 9.15 nella chiesa di Santa Giovanna d’Arco in via Borgomanero, ma domenica 25 febbraio l’appuntamento verrà vissuto in maniera particolarmente intensa. «Pregheremo», racconta don Ihor, «per la pace, per tutti i feriti, i prigionieri, i profughi, per i governi, i militari, il popolo. Reciteremo il ‘Panakhyda’ (il Piccolo Ufficio dei defunti in rito bizantino) per i caduti e concluderemo con un canto, una invocazione che da quella data di due anni fa accompagna ogni giornata: «Dio grande e unico, proteggi l’Ucraina» (Bozhe velykyi yedynyi, nam Ukrainu khrany).

Ucraini, ma anche tanti giovani e adulti che in questi due anni hanno seguito l’evolversi del conflitto, hanno accolto profughi e hanno organizzato iniziative di sensibilizzazione, si sono dati appuntamento venerdì 23 febbraio alle 20 in piazza Arbarello a Torino per una marcia della pace in risposta all’appello di una vasta coalizione composta dalla rete «Europe for peace» e «Assisi pace giusta». Tra le associazioni che aderiscono alla marcia: Agite, Acli, Acmos, il Centro Sereno Regis, il gruppo Abele, il Sermig (FOTOGALLERY).

Il giorno seguente, sabato 24 febbraio, ore 15-19, a Villa Lascaris di Pianezza (via Lascaris 4) si tiene un pomeriggio di brevi conferenze tematiche su quattro aspetti centrali della guerra: la sua origine e le sue prospettive; la tipologia del conflitto (guerra nuova o tradizionale?); il dramma dei cristiani in guerra gli uni contro gli altri; le ricadute della guerra sull’economia del mondo.

Infine, in occasione dell’anniversario, il Sermig – centro di raccolta ininterrotta di ogni genere di aiuto che è stato poi fatto arrivare in Ucraina (tonnellate di cibo, articoli sanitari) – propone la presentazione del libro di Piero Damosso «Può la Chiesa fermare la guerra?». L’appuntamento è per martedì 27 febbraio in piazza Borgo Dora 6 alle 18.30. Dopo i saluti di Ernesto Olivero interverranno Flavia Fiocchi, editor del libro, Alberto Riccadonna, direttore de «La Voce e il Tempo» e sarà presente l’autore.

L’anniversario è sentito anche nelle tante comunità parrocchiali che, sparse sul territorio diocesano, hanno accolto profughi nei propri locali o hanno dedicato servizi di aiuto e dato vita a una rete solidale tra famiglie e con la Pastorale Migranti diocesana. Tra queste comunità la parrocchia del Sacro Cuore di Torino. «Attualmente», sottolinea il parroco don Riccardo Baracco, seguiamo 32 famiglie ucraine per un totale di 102 persone: più del 50% sono minori. A queste famiglie vengono offerti la spesa alimentare, prodotti per la prima infanzia, materiale scolastico e per l’igiene personale e della casa. Negli ultimi mesi abbiamo notato una diminuzione delle richieste, in quanto le persone con un’alta scolarizzazione sono riuscite a trovare un impiego a Torino e altre sono ritornate in patria. Coloro che continuiamo a seguire, invece, hanno subito un peggioramento della situazione economica in quanto quasi tutte le associazioni che prima davano loro una mano hanno smesso di farlo per svariate ragioni. E a volte non basta ciò che offriamo come paniere standard, ma hanno bisogno di usufruire anche del servizio mensa quotidiano». Un richiamo dunque a considerare anche quelli che sono gli effetti di una guerra che si protrae: l’assuefazione alle immagini e alla violenza, mentre il dolore, la sofferenza e le fatiche permangono.

Federica BELLO su «La Voce E il Tempo» del 25 febbraio 2024

 

 

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