Commento domenica 9 marzo 2014

Domenica 9 marzo 2014
(commento a cura dell’Ufficio adulti, famiglia, anziani)
 
Di solo pane l’uomo muore
Non di solo pane vive l’uomo. Facile a dirsi quando è piena la pancia, sazio il cuore.
Ma a pronunciare quelle parole di lapidaria incisività è un uomo provato dalla fame, anzi un Dio affamato dell’uomo che ora si espone anche alla morsa della nostra fame. Un pellegrino che ha trascorso lunghi giorni di digiuno e di deserto.
 
All’indomani del Battesimo nelle acque del Giordano, Gesù è condotto nel deserto per essere messo alla prova in quanto Figlio di Dio, quale è veramente. E forse è stato proprio il tempo del deserto a smascherare l’illusione di sempre: che le cose che contano davvero siano quelle che si possono toccare, vedere, mangiare, contare, comprare.
 
Ma è davvero così? Il vangelo risponde e rilancia con una provocazione.
C’è una fame più profonda, dice il Signore. L’uomo domanda più del pane, l’uomo ha bisogno di un di più di vita.
 
Il diavolo dice: “Non sognare! Accontentati di avere sazio il ventre. I piedi ben saldi per terra: non c’è tempo per i voli del cuore”.
 
Il Signore risponde: “Non di solo pane vive l’uomo. Anzi, di solo pane l’uomo muore”. Perché la vita non è più vita se si accontenta, se non spinge verso un oltre, e verso un altro. Ma vivere orientati così è faticoso, c’è una tensione che costa: è come accettare di convivere con una fame che non ti lascia in pace. Meglio non pensarci, narcotizzare l’anima, congelare i sogni. Ed ecco allora la provocazione del Vangelo: perché non provi a fidarti? Prova a lasciare scoperto il cuore! Non sotterrarlo sotto le pietre prese per pane, non riempirlo di cose o di persone usate come cose. Prova ad ascoltare il grido che hai dentro. Forse sarà più scomodo, ma imparerai ad uscire verso una terra che ti è stata promessa, e che già ti appartiene: andrai in cerca del pane vero, quello che sazia, quello che non puoi accumulare ma che devi ricevere ogni giorno come un dono che si rinnova.
 
Questo Pane è la Parola di Dio, cioè il suo desiderio di entrare a casa tua, di parlare con te, di compiere un esodo verso il tuo cuore finalmente sgombro dalle cose che non contano.
 
(testo tratto dal Sussidio per la Quaresima 2014 a cura degli Uffici diocesani)
 

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