Commento giovedì 27 marzo 2014

Giovedì della 3ª settimana di Quaresima (Ger .7, 23-28; Sal 94; Lc.11, 14-23)
 
«Fa che ascoltiamo, Signore al tua voce»; «Le tue parole, Signore, sono spirito e vita: Tu hai parole di vita eterna»
All’interno della dura condanna del culto, divenuto vuoto formalismo, il profeta annuncia soprattutto la sordità di Israele alla voce di Dio. I veri profeti continuano a richiamare, ma il popolo preferisce ascoltare la predicazione dei falsi profeti, certamente più accattivante e soprattutto meno impegnativa.
 
Il primo comandamento ripete: “Ascolta, Israele: il Signore è il vostro Dio, unico è il Signore”  (Dt 6,4)
 
“Tacere per ascoltare”. Quante volte sappiamo farlo nelle nostre giornate piene di impegni e di cose da fare? Quante volte ci sembra un’inutile perdita di tempo quando potremmo aggiungere qualche altra attività? Intanto, giorno dopo giorno ci allontaniamo. La Parola non è più lampada per i nostri passi e luce sulla nostra strada e quasi impercettibilmente altre parole riempiono le nostre giornate, lasciandole vuote e superficiali.
 
Chiediamo a Dio Padre il dono del discernimento, per non lasciare che la sua voce sia soffocata da tanti altri brusii.
 
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