“Da Natale in poi…”: con Caritas Torino per farsi dono concreto ai fratelli colpiti dal terremoto

Già in 61 hanno risposto all'appello a dare disponibilità per fare servizio di volontariato nelle zone colpite dal sisma in centro Italia

A tre mesi dalla prima scossa e in occasione del Natale il pensiero va a quanti sono nelle zone dell’Italia centrale dove la terra continua a tremare e dove la presenza e l’impegno Caritas restano costanti in tutti i paesi toccati, anche quelli spesso dimenticati.
 
Sotto il coordinamento di Caritas Italiana sono stati attivati i gemellaggi di tutte le Caritas, da Nord a Sud, con la diocesi di Rieti, le sei diocesi delle Marche colpite dal sisma – Ascoli Piceno, Camerino-San Severino Marche, Fabriano-Matelica, Fermo, Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto – la diocesi di Spoleto-Norcia, le diocesi di L’Aquila e Teramo-Atri. Il Piemonte seguirà in modo particolare le Marche e, in esse, Arquata del Tronto.
 
Grazie alla colletta nazionale del 18 settembre scorso e alla generosa risposta solidale, sono finora pervenuti a Caritas Italiana 16 milioni di euro, incluso il milione messo a disposizione dalla Conferenza episcopale italiana e prontamente trasferito alle diocesi più colpite per i primi interventi. La sola diocesi di Torino ha contribuito con quasi 700.000 euro.
 
Finora la rete Caritas ha garantito ascolto delle persone presenti nei territori con particolare attenzione alle fasce più deboli, accompagnamento pastorale, informazione, accanto a risposte ai bisogni primari, contributi al reddito, fornitura di beni e strumenti per favorire la ripresa delle attività economiche, soprattutto nelle aree rurali. In alcune zone – come ad esempio Arquata, Acquasanta, Montegallo – sono state avviate attività strutturate di doposcuola ed animazione giovanile. Non è mancata l’attenzione alle famiglie delle vittime, sia in loco che in altre province o all’estero, e ai bisogni di quanti vivono nelle frazioni e nelle case sparse, anche con la messa a disposizione, in accordo con Comuni e Regioni, di moduli abitativi provvisori destinati alle situazioni familiari particolarmente fragili, soprattutto nelle frazioni isolate di Amatrice.
 
In tutte le zone colpite si sta completando il monitoraggio dei bisogni a carattere sociale ed economico, si stanno avviando interventi mirati per la ripresa delle attività produttive e sono in via di realizzazione centri polifunzionali per riannodare relazioni e rapporti comunitari.
 
Significativa è l’attività di animazione e prossimità negli alberghi della costa marchigiana e abruzzese e del Lago Trasimeno dove sono stati trasferiti i residenti dei centri maggiormente colpiti, con iniziative condivise tra le diocesi ospitanti e quelle di provenienza.
 
Nello stile suo proprio, centrato sulla relazione interpersonale e sull’accompagnamento, e sollecitata dalla rete nazionale, Caritas diocesana Torino propone di aderire ad un invito che traduce il farsi dono celebrato nel Natale in azioni concrete:
 
offrire la disponibilità a recarsi di persona presso le strutture ricettive della costa marchigiana per svolgere azione di ascolto, accompagnamento relazionale, servizio diretto alle persone sfollate per un periodo dai sette ai quindici giorni continuativi.
 
La Delegazione regionale Caritas di Piemonte e Valle d’Aosta organizzerà gruppi di volontari a partire da metà gennaio 2017 e per tutto il corso del medesimo anno, fintanto che permanga la necessità. I volontari saranno ospitati presso strutture rese disponibili da vari enti e lavoreranno sotto la direzione di Caritas Italiana con l’aiuto di un coordinatore piemontese. Non svolgeranno attività di natura emergenziale con le caratteristiche di protezione civile, e non collaboreranno allo smaltimento delle macerie o alla ricostruzione materiale delle aree colpite. Avranno, invece, il compito di stare insieme alle persone più fragili (anziani, malati, ragazzi, famiglie che hanno perso tutto, …) per offrire loro il calore di un cuore che sa farsi vicino. Per quanti non avessero esperienza di ascolto verrà proposto un breve percorso formativo da svolgersi in Piemonte. I volontari dovranno essere maggiorenni.
 
Caritas Diocesana invita tutti a farsi tramite per diffondere l’invito in questi giorni di festa.
 
Vista la specificità dell’intervento, invita in modo particolare le Caritas Parrocchiali e i Centri di Ascolto a valutare la possibilità che qualcuno dei loro membri possa “trasferirsi” per qualche giorno in quelle terre. Parrocchie, associazioni, gruppi o singole persone che abbiamo disponibilità da segnalare lo possono fare inviando una e-mail con oggetto volontariato post terremoto Italia Centrale all’indirizzo caritas@diocesi.torino.it in cui, oltre alle proprie generalità e al modo di essere contattati, definire gli eventuali periodi in cui si ritiene di poter essere a disposizione. Tutti verranno ricontattati per valutare in concreto la possibilità di rendere operativa la disponibilità. Eventuali chiarimenti verranno forniti tramite lo stesso canale.
 
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Hanno risposto in 61 all’appello che in occasione del Natale la Caritas diocesana ha lanciato per formare gruppi di volontari disponibili a recarsi a partire dal prossimo mese di febbraio tra le popolazioni terremotate, non per opere di ricostruzione ma per manifestare vicinanza, amicizia, per offrire segni di speranza a chi persi affetti e consuetudini vive all’indomani del sisma una situazione di sfiducia, di precarietà, di fatica.

 

Sotto il coordinamento di Caritas Italiana sono stati attivati i gemellaggi di tutte le Caritas, da Nord a Sud, con la diocesi di Rieti, le sei diocesi delle Marche colpite dal sisma – Ascoli Piceno, Camerino-San Severino Marche, Fabriano-Matelica, Fermo, Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto – la diocesi di Spoleto-Norcia, le diocesi di L’Aquila e Teramo-Atri. Il Piemonte segue in modo particolare le Marche e in particolare il territorio di Arquata del Tronto.

 

È dunque tra gli sfollati di queste zone, ospiti in prevalenza in strutture alberghiere sulle coste marchigiane, che i volontari saranno chiamati a prestare servizio. «Tra le disponbilità», spiega Pierluigi Dovis, «anche quella di un gruppo di volontari della Sindone e alcuni giovani. C’è chi appartiene ad associazioni che già sono attive nell’ascolto e nell’aiuto basato sulle relazioni, altri non hanno esperienza: per tutti sarà avviato un percorso formativo affinché la presenza per 7 o 15 giorni diventi per le famiglie e per gli anziani colpiti dal terremoto davvero una boccata di ossigeno».

 

Parrocchie, associazioni, gruppi o singole persone che abbiamo ancora disponibilità da segnalare lo possono fare inviando una e-mail con oggetto «volontariato post terremoto Italia Centrale» all’indirizzo caritas@diocesi.torino.it in cui, oltre alle proprie generalità e al modo di essere contattati, definire gli eventuali periodi in cui si ritiene di poter essere a disposizione. Tutti verranno ricontattati per valutare in concreto la possibilità di rendere operativa la disponibilità.

Federica BELLO

(testo tratto da «La Voce E il Tempo» del 22 gennaio 2017)

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