Festa di San Michele Arcangelo, patrono della Polizia: omelia dell’Arcivescovo

L''omelia di mons. Cesare Nosiglia alla celebrazione del 29 settembre 2015 nella Cattedrale di Torino

Martedì 29 settembre 2015, alle 11, in Cattedrale, l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, ha presieduto la celebrazione per la festa di San Michele Arcangelo, patrono della Polizia di Stato. Di seguito il testo della sua omelia:

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«Abbiamo ascoltato quanto il libro biblico dell’Apocalisse ci racconta della dura battaglia che l’arcangelo S. Michele ha combattuto contro i demoni che volevano attaccare e distruggere il trono di Dio. Lui ha vinto il male e il principe del male.

S. Michele è il difensore della Chiesa nella sua lotta contro le potenze avverse al Vangelo e al suo insegnamento. È difensore dei deboli e dei poveri e di ogni uomo che lo invoca quando subisce ingiustizie, violenze e soprusi.

Per questo la Chiesa ha scelto S. Michele come patrono della Polizia di Stato.

Oggi lo festeggiamo e preghiamo per voi, cari amici, che siete chiamati, giorno dopo giorno, a un servizio così importante e decisivo per la serenità, la pace e la giustizia e la legalità nel nostro Paese. Chiediamo l’intercessione di S. Michele perché vi sostenga e vi renda sempre lieti e coraggiosi nel testimoniare il senso del dovere svolto con rigore e umanità in tutti i numerosi e qualificati ambiti del vostro quotidiano impegno.

Un compito gravoso e spesso non gratificante, ma necessario per il bene di tutti svolto con senso del dovere, assunto con fedeltà, rigore morale e amore verso ogni persona, senza tentennamenti e con impegno di giustizia e di equità, di fronte a situazioni difficili e complesse.

Questi esempi di fedeltà al dovere e di sacrificio, che accompagnano il vostro servizio, sono anche un forte appello a uno stile di vita donata e di impegno responsabile. Di tutto questo ha tanto bisogno oggi la nostra società, aggravata da una crisi che ha la sua radice nella carenza di valori etici, la ricerca spasmodica e assoluta del tornaconto individuale che è prevalso sull’onesto esercizio del proprio dovere in vista del bene di tutti, che è il vero fondamento dei vivere civile di ogni popolo.

Oggi viviamo in un mondo dove si parla sempre meno di doveri e si esaltano invece i diritti di ciascuno, come valori assoluti da perseguire ad ogni costo, a scapito anche del bene della collettività.

Questo dà origine a tante forme di illegalità, di individualismo e scetticismo che alimentano le fragilità e le insicurezze sociali e familiari che sfociano in aggressività e a volte anche in gravi tragedie.

La nostra gente è sfiduciata e assiste impotente a uno scenario politico, economico e sociale preoccupante, ma non ha perso la volontà di reagire e di fondare il futuro sulla speranza di un rinnovamento morale da cui ripartire, perseguendo con tenacia e fedeltà il bene comune, secondo una etica di responsabilità condivise.

È dunque necessario uno scatto morale in avanti, da parte di tutti, per vivere con coerenza i propri impegni professionali e di servizio, perché solo così la nazione potrà consolidare la sua unità e i valori cristiani e civili che l’hanno promossa e sostenuta anche in tempi difficili e sono ben configurati nella Costituzione repubblicana.

L’azione di presenza e di vigilanza capillare sul territorio che voi garantite dà sicurezza alla gente ed è dunque preventiva, oltre che feconda, nel reprimere tante situazioni di illegalità e di violenza.

Per questo rappresenta un baluardo insostituibile per garantire la giustizia, la fratellanza e la serena convivenza tra tutte le diverse componenti della cittadinanza.

Sono soprattutto i giovani che debbono trovare in chiunque svolge un servizio di responsabilità nella società, come il vostro, un coerente punto di riferimento per costruire il proprio domani su basi solide di impegno, di onestà e legalità e di sacrificio, che garantiscono una vita serena e positiva per sé e per gli altri.

Siate dunque orgogliosi di quanto fate e mantenete alta la qualità del vostro servizio e la capillarità della vostra presenza vicino alla gente, soprattutto alle famiglie che oggi sono quelle che soffrono di più della crisi in atto. Non possiamo poi dimenticare il tributo di sangue che la Polizia di Stato ha dato e continua a dare per salvaguardare e difendere la popolazione, promuovere condizioni accettabili di giustizia, solidarietà e pace.

Ai poliziotti deceduti o feriti nel compiere il proprio servizio e ai loro familiari, va oggi il riconoscimento unanime della Nazione e l’impegno ad imitarne l’esempio nella generosità del dono gratuito di se stessi, per non venire mai meno al proprio dovere.

Confermo anche in questa circostanza il più vivo grazie per l’instancabile e competente lavoro svolto dalle Forze dell’Ordine in occasione dell’Ostensione della Sindone e della visita del Papa. Se tutto è andato benissimo e con la soddisfazione e gratitudine del Papa stesso, si deve in gran parte alla organizzazione che avete programmato e attuato, insieme a una presenza discreta ma efficace e continua che avete assicurato in ogni momento dei due mesi e oltre che hanno visto milioni di persone venire a Torino. Di questo clima sereno e accogliente si sono rallegrati moltissimi pellegrini e tante autorità religiose e civili che hanno partecipato esprimendo anche il loro grazie e le loro esplicite congratulazioni.

In questo tempo difficile e complesso, ricco di emergenze non facili come è quella dei rifugiati, che stiamo vivendo, dobbiamo riconoscere con soddisfazione che a Torino – grazie a una positiva ed efficace collaborazione tra Prefettura, Questura, Istituzioni, le “Migrantes” e “Caritas” diocesane e altre realtà civili e religiose del territorio – si riesce a far fronte a un problema che merita la più ampia disponibilità e impegno.

Ringrazio in particolare il Signor Prefetto e il Questore per il sostegno concreto che offrono alle famiglie, parrocchie e comunità che hanno aderito al mio invito e a quello di Papa Francesco per l’accoglienza di queste persone e famiglie di richiedenti asilo e anche per gli altri immigrati che sono tra noi.

Auspico che tutti insieme si possa non solo rispondere all’emergenza del momento, ma anche avviare per queste persone una serie di concreti percorsi di inclusione sociale e di accompagnamento, che risponda alle loro necessità e dia speranza per il loro futuro.

Infine esprimo il mio vivo grazie anche al vostro cappellano don Diego Maritano che svolge il suo compito con competenza e qualità facendosi apprezzare da tutti voi.

Voglia San Michele benedire il vostro lavoro, rendere efficace i vostri sforzi e sostenere i vostri cari nelle loro necessità. A Lui, protettore della Polizia, chiediamo quanto più vi sta a cuore ma anche quanto più sta a cuore a tutto il nostro Paese per guardare avanti con rinnovata speranza nel Signore, sostenuti dalla comune fede e ardore di carità e di giustizia, di solidarietà e di pace.

Amen

mons. Cesare Nosiglia

Arcivescovo di Torino
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