«La casa sulla roccia»: linee guida dell’Arcivescovo per il nuovo anno pastorale

Giovedì 17 settembre 2015 mons. Cesare Nosiglia ha presentato la Lettera pastorale «La casa sulla roccia» indirizzata alla Chiesa di Torino e alla comunità civile

Di seguito il testo dell’intervento di mons. Cesare Nosiglia alla conferenza stampa di giovedì 17 settembre 2015 presso il Seminario metropolitano, nel corso della quale ha illustrato i contenuti della sua nuova Lettera pastorale, indirizzata alla Chiesa di Torino e alla comunità civile, e le principali indicazioni per il nuovo anno pastorale.
(La Lettera pastorale «La casa sulla roccia» è in distribuzione presso la reception della Curia in via Val della Torre 3 a Torino
dal lun. al ven. ore 9-13 e 14-16)
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Dopo gli intensi mesi che ci hanno impegnato tutti per l’ostensione della Sindone, i 200 anni di Don Bosco e per la visita del Papa, riprendiamo il cammino portandoci dentro il ricordo di quei giorni, i segni che le parole e i gesti del Papa hanno lasciato in ciascuno di noi: gesti e parole che daranno frutti fecondi per lungo tempo.
Per questo, come già avevo annunciato, ho pensato di predisporre una Lettera pastorale che, ricca di tutti i contenuti della visita del Papa, offra una piattaforma di impegno pastorale e sociale alla nostra Arcidiocesi e alla società intera.
 
Lettera pastorale: «La casa sulla roccia»
È il programma della diocesi per l’anno, ma in questo 2015-16 è anche un ricordo che vorremmo offrire a tutti, perché contiene tutti i discorsi di Francesco a Torino e dunque diventa un modo per conservare nelle nostre case le parole del Papa rivolte specificamente a noi.
La lettera ha come titolo “La casa sulla roccia”, che richiama la parabola in cui Gesù parla dell’uomo saggio e di quello stolto, qualificandoli sul piano del loro rapporto con la sua Parola, che è fondamento su cui costruire in modo solido e duraturo la propria vita. Il tema della roccia è stato ampiamente richiamato dall’omelia del Papa in Piazza Vittorio, quando ha citato anche il poeta piemontese Nino Costa, che sottolinea la rocciosità propria della gente delle nostre terre, l’elemento che rende determinato e solido il carattere dei piemontesi.
La Lettera ripercorre le due giornate, con il testo di tutti i discorsi e le testimonianze offerte dal Papa. È una lettura che ci permette di rivedere in modo unitario il messaggio di proposta e orientamento che Papa Francesco ci ha offerto. I testi della Lettera sono accompagnati dalla documentazione fotografica originale dell’«Osservatore romano». Abbiamo seguito uno schema semplice, che si rifà alla Evangelii gaudium e alla Traccia del prossimo Convegno ecclesiale di Firenze, lungo il percorso delle “cinque vie”: uscire, abitare, annunciare, educare e trasfigurare.
Nell’ultima parte, la Lettera propone per l’Arcidiocesi e la società civile una serie di impegni che riguardano gli ultimi, vittime della cultura dello scarto (famiglie sfrattate, senza lavoro, i senza dimora, immigrati e rifugiati, rom…); e apre uno spiraglio sul prossimo Giubileo della misericordia. Si indicano scelte e impegni molto concreti e fattibili sia per le singole persone, sia per le famiglie e comunità, sia per le istituzioni.
 
Alcuni appuntamenti diocesani importanti 
La Porta Santa in Arcidiocesi è quella della cattedrale e sarà aperta solennemente la domenica 17 dicembre alle 15,30. Il passaggio della porta comporta l’impegno della conversione e riceve in dono l’indulgenza plenaria a chi celebra il sacramento della Riconciliazione e dell’Eucaristia e prega secondo l’intenzione del Santo Padre.
Ogni domenica in cattedrale alle 15,30 si alterneranno i pellegrinaggi delle comunità delle Unità pastorali per una celebrazione penitenziale. Ci sarà la possibilità di accostarsi al sacramento della Riconciliazione.
Lo stesso avverrà ogni sabato pomeriggio alle 15,30, sempre in cattedrale, con i ragazzi della Cresima, adolescenti e giovani.
Durante l’anno giubilare la Diocesi promuoverà un pellegrinaggio a Roma per ringraziare il Papa della sua visita e pregare, passare la porta santa delle Basiliche e fare la professione di fede sulla tomba degli apostoli e dei martiri. La data è stata fissata per sabato 9 aprile 2016.
Segnalo poi alcuni appuntamenti per i giovani:
Il Giubileo dei Ragazzi con il Papa a Roma – Nei giorni 23-24-25 aprile 2016 si celebrerà a Roma il momento giubilare dedicato espressamente ai ragazzi, dai 10 ai 16 anni. Il percorso di preparazione sarà ritmato dalle «opere di misericordia corporale e spirituale», secondo le modalità indicate.
Le tappe dell’Anno dedicato al beato Pier Giorgio Frassati – Sarà presentato come modello di riferimento in tutte le attività giovanili il Beato Pier Giorgio Frassati, nell’anno «Frassatiano» apertosi lo scorso maggio, per il 90° anniversario della sua nascita e il 25° della sua beatificazione. Sono molte le iniziative già svolte in questi mesi in suo onore. Il calendario è quello indicato dal programma di pastorale giovanile.
XXXI Giornata mondiale della gioventù – La Giornata Mondiale della Gioventù si svolgerà a Cracovia, in Polonia, città carica di storia e spiritualità, dal 26 al 31 luglio 2016 e, come annunciato da Papa Francesco a Rio de Janeiro, avrà come motto: «Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia» (Mt 5,7). La nostra diocesi, insieme ad altre del Piemonte, vivrà prima ancora, dal 20 al 25 luglio, il gemellaggio con Czestochowa. Inoltre, parteciperanno come ospiti della delegazione torinese una decina di giovani di Tassia, la parrocchia di Nairobi in Kenya dove operano i nostri preti missionari fidei donum.
 
 
La visita dell’Arcivescovo alle Unità pastorali
Come ogni anno, visiterò tutte le Unità pastorali, incontrando il clero e i laici sul tema dell’Agorà sociale. Si vogliono verificare vie e modalità concrete per attivare anche sul piano territoriale il percorso avviato nell’Arcidiocesi su quest’importante iniziativa, richiamata anche esplicitamente nell’intervento del Papa al mondo del lavoro. Il tema di formazione, lavoro e welfare sarà al centro di questi incontri, con un’attenzione particolare ai giovani.
Proseguo inoltre la consueta Visita pastorale, che toccherà quest’anno le Unità pastorali 3-6-7-8-9 della Città; l’Unità 25 del Distretto Torino Nord, la 40 del Torino Ovest e la 50 del Torino Sud-Est.
L’assemblea del clero presso il Santo Volto si terrà il 22 e 23 settembre al mattino. Il 22 vedrà come relatore principale S.E. Mons. Nunzio Galantino, Segretario Generale della CEI.
 
 
La Settimana della scuola (4 -10 ottobre)
È un’iniziativa che proponiamo ormai da alcuni anni e si rivolge a tutta la scuola, statale, comunale e paritaria e a tutti i soggetti coinvolti: alunni, genitori, docenti, dirigenti e personale, parrocchie e comunità civile.
Il tema di quest’anno è singolare e attuale: «La frontiera delle parole: incontro, dialogo, accoglienza, comunicazione, relazione» (vedi programma allegato). C’è anche un mio messaggio rivolto a tutti i protagonisti della scuola (vedi link).
 
 
Il regalo del Papa
Come si ricorderà, era stato deciso di donare al Papa il denaro raccolto con le offerte dei pellegrini della Sindone. Il Papa, il giorno stesso della Messa, ha chiesto di destinare quanto raccolto per un’azione concreta di sostegno e di accompagnamento ai poveri, alle famiglie e ai giovani in difficoltà.
Nella lettera che mi ha inviato dopo la visita, il Papa ha scritto: «Non posso dimenticare la generosa partecipazione alle necessità dei più bisognosi, da parte dei pellegrini che hanno venerato la Sindone» (2 luglio 2015).
Il denaro – un milione e duecentomila euro – proviene dalle offerte raccolte in Duomo, nelle bussole al termine del percorso, dalle offerte delle parrocchie per la Giornata della carità del Papa di domenica 7 giugno e dalle altre offerte pervenute direttamente all’Arcivescovo. Da ricordare che dopo l’annuncio fatto in diretta durante la Messa del 21 giugno, alcune diocesi e parrocchie, che erano già venute in pellegrinaggio alla Sindone, hanno voluto contribuire ancora.
Come verrà usato questo dono del Papa a Torino? Fra le tante “povertà” di cui si soffre oggi, si è scelto di mirare gli interventi non solo alle emergenze, ma a problemi strutturali di famiglie e persone; problemi sempre presenti, ma che la crisi economica ha reso più gravi e diffusi. Proporremo servizi per un’attenzione “non passeggera”, ma continuativa nel tempo: per le famiglie che debbono sottostare allo sfratto incolpevole o bisognose di aiuto per situazioni particolari di disagio, per la casa, il lavoro e il sostegno per i minori, per le cure sanitarie a propri congiunti e per i giovani senza lavoro. Saranno le “case dell’Amore più grande”, che ci ricorderanno sempre il dono di Francesco e l’ostensione del 2015.
Famiglie, casa, lavoro, salute – Non andiamo a inventarci qualcosa di nuovo, ma partiamo dai servizi in atto nei programmi di Caritas, Migrantes e Fondazione “Operti”, pastorale del lavoro e della salute. Questo anche per poter essere subito operativi, senza dover cercare nuovi percorsi burocratici anche nei rapporti con le istituzioni. Il progetto partirà da una rete di mini-alloggi già esistenti o da reperire, per metterli a disposizione di famiglie sfrattate o comunque in difficoltà per la casa. Sistemazioni non definitive, in modo che si garantisca una rotazione. La mancanza di case disponibili è un problema ricorrente, una piaga sempre presente e di cui si parla troppo poco perché ormai gli sfratti non fanno notizia… Inoltre, i disagi sul tema casa sono spesso collegati alla mancanza di lavoro: per questo si promuoverà un accompagnamento per gli inoccupati in modo da trovare sbocchi concreti. Infine, ci sono anche famiglie in difficoltà per situazioni di malattia o disabilità di propri congiunti che necessitano di un sostegno particolare anche se temporaneo.
Un pool di soggetti diocesani coordinati appunto dalla Caritas (Migrantes, Ufficio di pastorale del Lavoro, Ufficio di pastorale della Salute e Fondazione “Operti”) definirà i criteri e le assegnazioni e seguirà poi passo passo le successive fasi di sostegno e accompagnamento di cui avessero bisogno. Le risorse saranno pertanto interamente destinate per offrire un aiuto concreto a chi è nel bisogno e non per servizi, personale od organizzazione. Il servizio delle “case dell’Amore più grande” ovviamente proseguirà anche dopo l’esaurimento delle risorse legate al regalo del Papa.
Le borse lavoro per giovani – Criteri analoghi sono stati individuati per l’altra branca del progetto, rivolta a fornire ai giovani – e in particolare ai cosiddetti “neet” – accompagnamento e inserimento effettivo nel mondo del lavoro, in stretta intesa e collaborazione con le aziende interessate e responsabilizzate a questo scopo. Anche qui, si lavora su un terreno già consolidato e appoggiandosi sulla qualificata esperienza da parte dei soggetti del pool coinvolti.
 
 
Accoglienza dei rifugiati
Circa l’accoglienza dei rifugiati, desidero ringraziare i mass media locali che hanno dato ampio risalto alla mia proposta: la diffusione della notizia ha certamente avvantaggiato anche la conoscenza della stessa presso la popolazione. Ne parliamo qui oggi perché è tema di grande attualità, che ci vede direttamente impegnati; ma si tratta di iniziative distinte da quella del regalo del Papa.
Abbiamo avuto una risposta positiva che si sta ampliando in queste settimane, grazie anche all’appello forte di Papa Francesco. Sergio Durando, Direttore di Migrantes, potrà darne conferma.
Aggiungo una cosa che mi ha colpito positivamente: la risposta di tante famiglie che, con generosità, hanno aderito all’appello con accenti e disponibilità ammirevoli e anche commoventi. Ne è emersa l’anima vera e radicata del nostro popolo, che è ricco di uno spirito di solidarietà concreta e di un impegno di gratuità e generosità veramente sorprendenti.
Ringrazio le parrocchie che hanno già avviato l’accoglienza; so che tante altre si stanno attrezzando. Ringrazio gli istituti e comunità religiose che stanno rispondendo molto positivamente e il Seminario, perché nella sua sede principale accoglie alcuni profughi che consumeranno i pasti insieme ai seminaristi. Questa convivenza vuole essere un segno importante anche di scuola di vita per i nostri seminaristi e il loro domani di sacerdoti.
Il Seminario, poi, ha attivato in alcuni locali al di fuori della sede principale, ma di sua proprietà, una ventina di posti per singoli e per famiglie che saranno seguiti dal Sermig.
L’obiettivo che si intende perseguire con questa iniziativa è quello di diffondere sul territorio l’accoglienza e l’accompagnamento dei rifugiati, in modo da attivare dalla base un volontariato e un’apertura ai problemi di tutte le persone e famiglie che soffrono oggi a causa di condizioni di vita difficili. Le relazioni che sono a fondamento della carità e solidarietà vengono promosse con maggiore serenità ed efficacia quando si tratta di poche persone e non di concentramenti assai numerosi. Poche persone, ma diffuse, amplificano la disponibilità di tanti e raggiungono anche numericamente un risultato più alto di quello dell’assembramento in strutture ampie, seppur disseminate nel territorio della Diocesi.
L’accoglienza è certamente un primo indispensabile dovere di ogni cristiano e comunità ecclesiale, ma resta poi il problema dell’accompagnamento, che deve prevedere un percorso di inclusione sociale graduale e volto a sostenere i rifugiati nell’inserimento nella società. Penso alla necessità di conoscere la lingua e cultura italiana, all’inserimento scolastico per i minori, all’orientamento e accompagnamento a trovare un lavoro, e infine, per una famiglia, ad avere una propria casa.
Circa l’orientamento e l’accompagnamento al lavoro, abbiamo attivato un raccordo con la Camera di Commercio di Torino, che si è offerta di promuovere, mediante appositi stage formativi, i rifugiati, valorizzandone le competenze che esercitavano nel loro Paese di origine – competenze imprenditoriali, professionistiche o lavorative – sia nell’agricoltura, nel commercio e nell’artigianato, nell’industria e nei servizi, sia favorendo l’avvio di nuove imprese nell’ambito del mondo del lavoro nel nostro territorio. Si sta procedendo a definire un progetto al riguardo tra la Camera di Commercio e i nostri Uffici Lavoro, Migrantes e Caritas e la Fondazione “Operti”, progetto che sarà avviato al più presto.
 
 
Conclusione
Vi ringrazio della vostra presenza e del vostro servizio durante l’intera ostensione e nei giorni indimenticabili della visita di Papa Francesco. Mi auguro che il dialogo e rapporto tra noi si consolidi sempre più.
In questi mesi sono state pubblicate alcune notizie che sembravano grandi scoop giornalistici ma erano piccole cose, fondate su chiacchiere di corridoio. Io vorrei invece incoraggiare lealmente, e rendermi sempre disponibile, per una comunicazione schietta, senza forzature ideologiche, basata sul confronto reciproco, il rispetto delle persone e la verità dei fatti.
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