Giornata del Seminario, mons. Nosiglia: «Un compito sinodale»

Domenica 5 dicembre 2021 occasione per riflettere, conoscere e accompagnare con la preghiera

Di seguito il messaggio dell’arcivescovo di Torino e vescovo di Susa, mons. Cesare Nosiglia, per la Giornata del Seminario che ricorreva domenica 5 dicembre 2021.

«Carissimi, celebriamo la Giornata del Seminario in questo tempo profondamente segnato dalle sofferenze e dalle difficoltà della pandemia, ma la celebriamo anche nel momento in cui ha preso avvio il processo del Sinodo, un evento ricco di significato e di speranza per la Chiesa universale, per le nostre diocesi e anche per le nostre comunità parrocchiali. E allora viene spontaneo collegare il discorso del Sinodo e il discorso del Seminario.

Come sappiamo, Papa Francesco ha voluto indicare in modo particolare tre parole chiave per il percorso sinodale: comunione, partecipazione, missione. «Comunione e missione sono espressioni teologiche che designano il mistero della Chiesa e di cui è bene fare memoria. Il Concilio Vaticano II ha chiarito che la comunione esprime la natura stessa della Chiesa e, allo stesso tempo, ha affermato che la Chiesa ha ricevuto ‘la missione di annunziare e instaurare in tutte le genti il regno di Cristo e di Dio, e di questo regno costituisce in terra il germe e l’inizio» (Discorso del 9 ottobre 2021 per l’inizio del percorso sinodale).

Ma anche la terza parola, partecipazione, è decisiva: infatti, «comunione e missione rischiano di restare termini un po’ astratti se non si coltiva una prassi ecclesiale che esprima la concretezza della sinodalità in ogni passo del cammino e dell’operare, promuovendo il reale coinvolgimento di tutti e di ciascuno. Vorrei dire che celebrare un Sinodo è sempre bello e importante, ma è veramente proficuo se diventa espressione viva dell’essere Chiesa, di un agire caratterizzato da una partecipazione vera» (ivi).

Queste tre parole sono fondamentali per la Chiesa e per il Sinodo, ma anche per la realtà del Seminario, che è chiamato a formare i nuovi preti per la nostra diocesi. Che cosa sono infatti chiamati a essere i preti se non dei servitori della Chiesa e dunque della comunione, della partecipazione e della missione?

In un tempo segnato da tante divisioni e contrasti, se non addirittura da lacerazioni e conflitti, i preti sono chiamati a lavorare sempre per la comunione, nelle comunità cristiane innanzitutto, ma anche al di là di esse. In un tempo segnato dalla chiusura autoreferenziale e dal ripiegamento difensivo su di sé, i preti sono chiamati ad aiutare le persone e le comunità ad uscire da se stesse e ad aprirsi agli altri nella missione, per far conoscere le profondità del mistero di Cristo e per essere accanto a chi è ai margini, a chi è povero, a chi soffre. In un tempo segnato dall’individualismo e dall’indifferenza, i preti sono chiamati ad aiutare a ritrovare il gusto della partecipazione, del lavoro in comune per il bene comune, dell’essere Chiesa, comunità in cui ognuno ha il suo posto e il suo ruolo per il bene di tutti. Insomma, preti a servizio della comunione, della partecipazione e della missione; in una parola: preti sinodali.

Chiediamo al Seminario di lavorare in questa prospettiva, ma vogliamo anche sostenere tutti insieme questa realtà che non esiste per sé stessa, ma per la Chiesa.

Anche quello del Seminario deve essere un compito in qualche modo sinodale, un compito cioè in cui tutta la diocesi si sente coinvolta nella formazione dei suoi futuri pastori. Preghiamo e accompagniamo i seminaristi con la nostra preghiera e la nostra amicizia e affidiamoli alla grazia del Signore e all’azione dello Spirito, ma sosteniamo anche economicamente il Seminario e inventiamoci ancora altri modi per aiutarlo a svolgere il suo delicato e prezioso compito.

Mons. Cesare NOSIGLIA

Arcivescovo di Torino e vescovo di Susa»

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Sono cinque i nuovi ragazzi e quattro i diaconi

Lo slogan della giornata del Seminario, che sarà celebrata nella seconda domenica di Avvento di quest’anno, è «Ripartiamo da Dio». Nel manifesto della giornata il riferimento è ai discepoli di Emmaus: ancora una volta per ricominciare e trovare risorse inedite abbiamo bisogno del Signore che si affianca a noi e ci fa intravedere nuove possibilità di vita e di comunione con Lui, per gli altri.

L’anno trascorso, dal settembre 2020 all’estate 2021, per la vita del Seminario è stato un tempo particolare. Molte delle attività con i giovani e con le parrocchie non sono state possibili e la vita comunitaria in Seminario ha dovuto adattarsi alle tante precauzioni sanitarie richieste per la pandemia. Nonostante tutto questo, con impegno e con l’aiuto del Signore, abbiamo vissuto un anno pieno, senza mai interrompere la vita della comunità, continuando nella liturgia e nella vita assieme. Ancora di più si è consolidato il desiderio della sequela del Signore per poter un giorno donare la vita come presbiteri.

Oggi il «Ripartiamo da Dio» – in primis accorgersi della presenza di Gesù che ci invita a ripartire – per la nostra comunità vuol dire accogliere due «segni» concreti: uno che è una novità, l’altro che è frutto del cammino di alcuni anni.

Il primo sono i cinque nuovi ragazzi – Gianluca, Luca, Saverio, Fabio e Giovanni – che sono entrati a settembre in Seminario. Hanno età ed esperienze differenti, ma rappresentano una bella certezza: il Signore continua a proporre la vita del ministero presbiterale a dei giovani che rispondono in un voler approfondire questa chiamata.

Il secondo è la presenza dei quattro diaconi – Samuele, Giacomo, Mauro e Federico – ordinati il 23 ottobre 2021 e che attendono l’ordinazione presbiterale il 4 giugno 2022. Hanno fatto un lungo cammino, 6 anni e l’anno propedeutico, ed ora sono alle battute finali della loro formazione che prevede anche tre giorni nelle parrocchie di servizio a cui sono inviati. La comunità nell’insieme ha 23 seminaristi – che comprendono anche due vocazioni adulte – e include tre seminaristi delle diocesi di Asti, Casale e Susa. Sono presenti i formatori, alcuni professori e le sorelle Discepole del Vangelo.

L’obiettivo del percorso di tutti è quello consueto: essere un domani preti in funzione della vita e del bene del popolo di Dio. Si cammina insieme per una maturazione umana, spirituale, teologica e pastorale. In questa giornata del Seminario tutto il popolo di Dio, la Chiesa che è in Torino, è chiamato a sentirsi responsabile di questo progetto. È invitato a pregare per la comunità propedeutica, per i seminaristi, per i formatori, per i giovani che si stanno interrogando e pensano di donare la loro vita nel presbiterato. Infine pregare anche per chi non ha ancora avuto il coraggio di rispondere al Signore. «Ripartiamo da Dio» insieme?

don Antonio SACCO

Vicerettore Seminario di Torino

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